Si è svolto ad Assisi, dal 5 all’8 agosto 2024, il 29° Convegno nazionale della Comunità del diaconato in Italia dedicata al tema “Diaconi profeti e seminatori di speranza”. Riprendiamo il messaggio finale firmato dal presidente della Comunità del diaconato e firmato Enzo Petrolino.
In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete (Mc 13,17)
Carissimi confratelli vescovi, presbiteri, diaconi, religiose/i, laici,
concludiamo il nostro convegno sotto il segno della speranza e della profezia. Siamo peregrinantes in spem. La speranza è il frutto del desiderio di continuità, di impegno concreto, di diaconia. Secondo quanto è emerso durante questo convenire da diverse diocesi d’Italia, abbiamo tentato di rispondere a questa domanda: i diaconi sono oggi profeti e seminatori di speranza?
Viviamo la speranza sotto forma di una benedizione, senza concessioni all’apparente successo e senza disperarsi per i limiti e le fragilità. La speranza viene dalla vitalità vocazionale, dall’apertura ministeriale al processo di sinodalità, per individuare alcuni orientamenti concreti di fedeltà dinamica ai principi evangelici e antropologici.
Questo ci sembra necessario per fare anche chiarezza sul ruolo della Comunità, e per fugare qualche perplessità sul nostro posto nella Chiesa italiana. Pertanto, desideriamo assicurare che il Signore e i vescovi italiani non mancano di benedire la nostra Associazione. Vediamo, nelle iniziative che portiamo avanti, un segno di vitalità e dell’attualità del nostro carisma. Questo è per noi motivo di vera gioia. E vi invitiamo a gioire con noi nel Signore (cf. Fil 4,4).
Abbiamo la consapevolezza di mettere in atto un rinnovato impegno per l’edificazione di un ministero all’altezza dei tempi che viviamo. Siamo convinti che dobbiamo essere testimoni di Cristo Servo nel vissuto quotidiano per recuperare il dialogo sociale e l’amicizia.
In questo cambio d’epoca ci piace pensarci come portatori di un sogno. Si potrebbe riassumere con tale proposito il lavoro portato avanti in questi giorni, nella certezza che l’itinerario di confronto potrà conferire forza alla comunione, fulcro della nostra azione diaconale. In questo ambito ci è chiesto un impegno specifico per mediare, riconciliare, costruire unità contro ogni divisione.
Si tratta, del resto, di attualizzare lo stesso sogno alla luce dei segni dei tempi, per essere sempre più aderenti all’insegnamento del Concilio Vaticano II.
In questi ultimi anni ci siamo presi l’impegno di rigenerare la Comunità, concependo il nostro impegno come opportunità di cambiamento e di discernimento, di formazione e di progettualità.
La riflessione sulla nostra missione diaconale accresce l’importanza dei temi trattati in questo convegno e sono gli elementi da approfondire per andare avanti, dando tempo al confronto, ascoltando tutti, raccogliendo la voce di chi non ha voce, concretizzando in proposte il desiderio di partecipazione.
Ecco le “consegne” che scaturiscono dal nostro convenire di questi giorni:
(1) Rivitalizzare la nostra identità e la nostra missione nella Chiesa italiana.
(2) Collaborare con le Chiese locali e regionali, declinando le nostre iniziative e attività nelle diverse realtà territoriali.
(3) Costruire percorsi formativi, per quanto ci compete come Consiglio nazionale, attraverso la realizzazione di convegni, seminari di studio e incontri territoriali.
(4) Curare in modo particolare i rapporti con i delegati diocesani per uno scambio fruttuoso di esperienze e di problemi emergenti come: Le comunità parrocchiali in assenza del presbitero, Discernimento e formazione, Diaconato e Chiesa locale.
(5) Collaborare con diverse realtà ecclesiali soprattutto con alcuni uffici della CEI, dove i diaconi sono maggiormente impegnati: pastorale familiare, sociale, della salute, Caritas.
(6) Concretizzare i segni rilevanti di novità, accompagnando i processi che si andranno a porre in essere attuando lo Statuto rivisto, in attesa di approvazione della CEI.
(7) Valorizzare la ricchezza delle diversità per creare cose nuove, sempre fedeli a Dio e all’uomo nell’ottica di una compiuta corresponsabilità, in modo da trovare insieme ulteriori spazi di impegno e nuovi luoghi di evangelizzazione, soprattutto sostenendo progetti concreti a favore dei poveri – dei profughi – del pianeta – della pace.
Inoltre, vogliamo proseguire, anche se il momento è particolarmente delicato, il progetto avviato con la Caritas del Libano dove si pensava anche di realizzare un incontro con i diaconi del Medio Oriente/Mediterraneo.
Ci auguriamo che l’esercizio di sinodalità che stiamo vivendo possa costituire l’avvio di un nuovo slancio del ministero diaconale a servizio della Chiesa e della società. Il nostro agire, indipendentemente dal momento contingente, deve seguire un orientamento sinodale permanente
Abbiamo avuto con noi il dott. Denis Mukwege, Premio Nobel per la Pace 2018, il quale ci ha chiesto di camminare con lui per la costruzione della pace in Congo dove, da decenni, si combatte la guerra più letale dalla Seconda guerra mondiale. C’è un proverbio della saggezza africana che dice: “Quando cammini nella foresta, se guardi indietro e vedi che nessuno ti segue, significa che hai sbagliato strada”. Guardando dietro a noi e attorno a noi, possiamo dire con gioia che non abbiamo sbagliato strada, perché in tanti stiamo camminando insieme.
Care tutte e cari tutti, la speranza che ci anima e che condividiamo con voi, dopo questo incontro, non ci impedisce però di rilevare le nostre fragilità. Questo convenire, però, ci ha permesso soprattutto di sperimentare lo spirito di famiglia. Ringraziamo i convegnisti per la loro costante e fraterna presenza.
In questi giorni abbiamo seminato, certi della Parola di Dio: “Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge”.
Continuiamo il nostro pellegrinaggio con grande speranza accogliendo con gioia e impegno tutte le decisioni prese.
Che la preghiera e l’intercessione dei nostri santi Stefano, Filippo, Lorenzo e quella dei nostri fratelli che ci hanno preceduto e ci accompagnano nella comunione dei santi.
Arrivederci al Giubileo del 21-23 febbraio 2025.
Assisi 8 agosto 2024
Enzo Petrolino,
presidente
Leggo vari articoli, come sopra “profeti e seminatori di speranza”, in cui si ribadisce la fratellanza, la speranza ecc. Tutto questo vale sempre però non scordiamo una cosa: non può una persona semplice o smarrita (in vari aspetti) e magari non sanno neanche di essere smarriti di poter fare la differenza. Chi possiede tanti informazioni, chi sa discernere, chi vuole il bene al prossimo può o deve fare la differenza. Non dice un cittadino al sindaco dammi un lavoro! perché gli verrà dato sussidio o agevolazioni nelle bollette..ma è il clerico , l’intellettuale, l’analista, l’esperto, che richiama le strutture e i addetti e gli fa riflettere sul da farsi , sui metodo, le conseguenze, il futuro, la stabilità ecc. Si ricordi che le profezie servono per farti allungare la mano e chiamare a dire a voce alta Stop ! ..ai raggiri ma si deve accedere al bene in sostanza, alla cultura (e non vedere scene da zombie, o provocazioni sessuali), chiamate e vi riunite a smettere di buttarci a dosso il peggio..si sgridato purè I grandi perché siamo in cammino (si impara fino alla morte)
Credo partiamo male fin dall’ inizio.
Carissimi vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi e alla fine laici. Ultimi perché irrilevanti. Bastava solo carissimi confratelli. Ci unisce solo il battesimo.