La dottrina sociale e il papa missionario

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dottrina sociale

Il nostro mondo aveva bisogno di un dono come questo: un papa missionario. Dopo Francesco, pastore che è stato una valanga di parole e gesti, sempre allo scopo ultimo di scuotere le viscere dell’umanità e riscaldarle con la bontà e il fascino di Gesù di Nazareth, il cammino continua. E continua con uno di quegli spiriti che si distaccano da sé e s’incarnano in una realtà sconosciuta. Nel caso di Robert Prevost, ora Leone XIV, siamo di fronte a un missionario statunitense che, dal 1985, si è fatto uno con i peruviani, specialmente con i più colpiti dalla vita.

Figlio di Sant’Agostino, è stato tutto nel suo ordine: parroco a Chulucanas, nella sierra settentrionale peruviana, dove ha accompagnato comunità solitamente dimenticate dalle autorità e da tutti; formatore di novizi a Trujillo (decine di confratelli ricordano la sua capacità di ascolto e il suo interesse per le loro preoccupazioni, con lo sguardo all’anima di ciascuno); tra il 2001 e il 2013, è stato priore generale dell’Ordine; negli anni ha visitato gli oltre 40 Paesi in cui sono presenti i suoi confratelli, visitando tutti, tutti, tutti i loro progetti e le loro comunità.

Da questo servizio ha acquisito una visione globale che, nel 2023, è stata fondamentale per l’importante incarico affidatogli da Francesco: assumere l’incarico di prefetto della Congregazione per i Vescovi e profilare i pastori a cui, in questi anni, è stata affidata una missione in tutto il mondo. Un compito adeguato a chi ha una visione ampia e radicata nella realtà di ogni contesto particolare.

Prima di questo incarico, il missionario agostiniano era tornato a casa, nel suo amato Perù, come vescovo di Chiclayo. Anche lì non ha esitato a denunciare le ingiustizie subite dal Popolo di Dio in un ambiente dominato dalla violenza e dalla corruzione.

Ora, con Leone XIV, abbiamo un papa che non ha scelto questo nome per caso: raccoglie il testimone di Leone XIII, che nel 1891 pubblicò la Rerum novarum, l’enciclica con cui nacque la Dottrina sociale della Chiesa. L’abbraccio della Chiesa ai lavoratori del mondo, rivendicando la loro dignità fondamentale. Oggi, Prevost griderà contro gli eccessi della rivoluzione industriale tecnologica e dell’intelligenza artificiale che, quando è mal utilizzata, nasconde e deforma l’uomo. Una sfida titanica. Ma siamo in buone mani. Quelle di un missionario.


León XIV, un papa misionero

Nuestro mundo necesitaba un regalo como este: un papa misionero. Tras un Francisco pastor que fue un alud de palabras y gestos, siempre con el fin último de remover las entrañas de la humanidad y caldear en ellas la bondad y la fascinación por Jesús de Nazaret, la senda continúa. Y lo hace con uno de esos espíritus que se desprenden de sí mismos y se encarnan en una realidad desconocida. En el caso de Robert Prevost, ya León XIV, estamos ante un misionero estadounidense que, desde 1985, se hizo uno con los peruanos; especialmente, con los más golpeados por la vida.

Hijo de san Agustín, fue todo en su orden: párroco en Chulucanas, en la sierra norteña peruana, donde acompañó integralmente a comunidades habitualmente olvidadas por las autoridades y por todos; formador de novicios en Trujillo (donde decenas de los hoy consagrados recuerdan su capacidad de escucha y su interés por conocer sus inquietudes, mirando al alma de cada uno) y, entre 2001 y 2013, prior general de los agustinos. En esos años, recorrió los más de 40 países en los que sus compañeros están presentes y visitó todos, todos, todos sus proyectos y comunidades.

Una visión global que, en 2023, le sería clave para acometer el importante encargo de Francisco: ser prefecto de la Congregación para los Obispos y perfilar los pastores a los que, estos años, se ha encomendado una misión a lo largo y ancho del planeta. Algo solo al alcance de quien tiene una mirada amplia y aterrizada en la realidad de cada contexto particular.

Entre medias, el agustino misionero volvió a casa, a su Perú del alma, y fue obispo de Chiclayo. Ahí tampoco se le quebró la voz cuando tuvo que denunciar las injusticias que sufría el Pueblo de Dios en un ámbito dominado por la violencia y la corrupción.

Ahora, como León XIV, estamos ante un papa que no ha escogido ese nombre por casualidad: recoge el testigo de León XIII, quien, en 1891, publicó la ‘Rerum novarum’, la encíclica con la que nació la Doctrina Social de la Iglesia. El abrazo de la Iglesia a los trabajadores del mundo, reivindicando en ellos su elemental dignidad. Hoy, Prevost clamará contra los excesos de la Revolución Industrial Tecnológica y la inteligencia artificial que, cuando es mal utilizada, oculta y deforma al hombre. Un reto ciclópeo. Pero estamos en buenas manos. En las de un misionero.

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