
Donald Trump e Vladimir Putin al vertice in Alaska, 15 agosto 2025. (AP Photo/Jae C. Hong)
Non poteva finire diversamente: quando un mentitore professionista che da venticinque anni manipola la comunità internazionale incontra un altro mentitore professionista che non capisce la politica estera ma si crede un grande negoziatore, il primo ottiene quello che vuole, il secondo annaspa imbarazzato.
Dopo il vertice in Alaska, Vladimir Putin può dire «missione compiuta». Donald Trump si chiede ancora cosa è successo, vive nella sua bolla di realtà alternativa, è convinto di aver organizzato «un incontro molto produttivo» che è durato tre ore, l’inizio di qualcosa. Ma ha solo confezionato a spese del contribuente americano uno spot di propaganda russa.
Intendiamoci: era poco realistico pensare che l’incontro nella base militare americana in Alaska portasse alla fine della guerra in Ucraina o anche solo a sospendere le ostilità. Trump aveva creato – ma soltanto tra i suoi sostenitori e cortigiani (e i loro emuli italiani) – l’aspettativa che si arrivasse addirittura a uno «scambio di territori».
Non poteva succedere per la semplice ragione che gli Stati Uniti non possono cambiare i confini dell’Ucraina e neppure possono costringere l’esercito ucraino a lasciare zone che sta difendendo da tre anni in cambio, forse, di vaghe promesse russe.
Il manipolatore
Dunque cosa è successo? Basta ascoltare con attenzione la conferenza stampa finale – senza domande – per capirlo, perché Putin dice sempre quello che fa e fa quello che dice.
Il presidente russo esulta perché ha ottenuto da Trump quello che voleva: la fine dell’isolamento internazionale, una sostanziale conferma di impunità (Putin dovrebbe essere arrestato su indicazione di quella Corte penale internazionale che Trump sabota e sanziona), l’equivalenza tra Russia e Stati Uniti come grandi potenze, lo spostamento – di nuovo – della responsabilità per il protrarsi del conflitto sull’Ucraina e sul presidente Zelensky.
Alla vigilia del vertice, l’ex presidente francese François Hollande aveva spiegato al Financial Times le tattiche negoziali che aveva sperimentato per anni, dopo l’invasione della Crimea nel 2015, intorno ai cosiddetti accordi di Minsk sempre violati dalla Russia:
«Putin inizierà l’incontro raccontando tutta la storia dall’inizio. Potrebbe durare 15 minuti, mezz’ora, anche di più se non lo interrompi».
Un assaggio di questo approccio lo si è visto in conferenza stampa, con la lezione di geografia politica di Putin sulla lontananza apparente tra Russia e Stati Uniti, gli interessi in comune, il ghiaccio nordico come possibile ponte.
Hollande ha spiegato poi come Putin conduce le controparti là dove vuole lui:
«Il metodo russo di negoziazione è che deve durare a lungo, ma senza che accada molto. Bisogna quindi provocare la discussione. Alla fine, però, lui offrirà sempre un’apertura – una mediazione, un nuovo incontro, un gruppo di lavoro – in modo che l’altra parte possa dire: vedete, è servito, Putin si è mosso un po’».
È andata esattamente così. Sempre in conferenza stampa, Putin ha perfino parlato di «un accordo» del quale Ucraina ed Europa dovrebbero prendere atto.
Non c’è alcun accordo, alcun passo avanti, il presidente russo ribadisce che la guerra finirà quando le cause saranno risolte (cioè fino a quando a Kiev non ci sarà un governo fantoccio che assicuri la permanenza dell’Ucraina nella sfera d’influenza russa).
Unico risultato: la rilegittimazione di Putin
Trump aveva minacciato che in assenza di passi avanti concreti, la Russia avrebbe rischiato nuove sanzioni. Non ci saranno, anzi, Putin quasi a sfregio celebra l’aumento dell’interscambio bilaterale tra Russia e Stati Uniti, come dire: stiamo tornando alla normalità, le sanzioni sono ancora in vigore ma politicamente siamo già oltre.
A Trump non resta che celebrare sui social l’omaggio che Putin fa alla narrazione trumpiana: il presidente russo ha spiegato che se ci fosse stato Trump alla Casa Bianca – e non Joe Biden – si sarebbe potuta evitare la guerra in Ucraina. Una bugia a costo zero e priva di conseguenze ma molto efficace nel lusingare e manipolare l’interlocutore.
Anche l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel è stata spesso manipolata, intimidita, presa in giro da Putin. Ma non ha mai dimostrato l’ingenuità compiaciuta di Trump che chiama il suo omologo «Vladimir» e lamenta l’interferenza troppo frequente dei «falchi anti-russi» che hanno ostacolato un rapporto altrimenti sereno.
Ormai conosciamo il modo di ragionare, diciamo così, dello squilibrato che occupa la Casa Bianca: lui pensa di aver fatto la sua parte, di aver sbloccato lo stallo bellico e diplomatico intorno all’Ucraina, ora si aspetta che NATO, Unione Europea e Zelensky facciano il loro pezzo di lavoro.
Poiché in Alaska niente è successo se non la rilegittimazione di Putin, è impossibile aspettarsi che la NATO o l’UE possano continuare quel lavoro diplomatico. Anzi, ogni sforzo concreto a sostegno di Kiev verrà presentato dall’amministrazione Trump come un boicottaggio della straordinaria diplomazia trumpiana.
Questo vertice ha soltanto confermato che gli Stati Uniti di Trump sono ormai molto più simili alla Russia di Putin che alla nostra Europa, o comunque a quell’alleanza di democrazie liberali che include alcuni Paesi UE e altri (Canada, Gran Bretagna) e che prova a salvare il salvabile in un mondo ormai privo di egemonia americana.
- Dal Substack di Stefano Feltri, Appunti, 16 agosto 2016







@Mariagrazia Gazzato 22 agosto 2025 – Gentile Si.gra Gazzato, rapidamente. Qualunquista? Non credo. Analista? Forse. L’assenza di argomenti viene risolta con la stigmatizzazione dell’interlocutore. Lo stigma permette, non argomentando, di annichilire il dialogo a prescindere da qualsiasi oggettività. Mi importa francamente assai poco del suo pensiero, che ritengo molto comune, ma mi permetta un consiglio, essendo stato direttamente toccato: sia più sintetica, la prego. E’ tanto spiacevole quanto inutile perdere minuti per leggere voluminose dissertazioni prive di sostanza.
Ma di quale assenza di argomenti parla? la sua, evidente. Lei partecipa ad un forum e un confronto di idee implica reciprocità, se lei scrive A e io B, fa parte dello scambio di opinione, nessuna stigmatizzazione di nulla da parte mia. Lei piuttosto mette etichette e giudica tutti quanti non la pensano come lei e da persino consigli non richiesti.
A me dice di parlare meno. Mi dispiace per lei ma ad un consiglio del genere io mi sento ancora di più spronata a parlare di più. Io di solito non do consigli, ma faccio un’eccezione: non mi legga, soprattutto se leggermi le provoca la frustrante sensazione di non sapere cosa rispondere (se non con i soliti luoghi comuni un tanto al chilo), non perda i suoi preziosi minuti, faccia altro che la sollevi dal dubbio di essere o meno in grado di rispondere a tono e con argomenti validi.
Questo non è un forum, ma un blog. Le etichette mi pare le abbia attribuite lei dando del qualunquista. Non sono entrato e non entrerò sul personale, nonostante il suo modo livoroso; ho commentato i suoi contenuti, questo sì, trovandoli vacui, ma non mi permetterei mai di dire che lei è persona vacua. Per quanto concerne gli argomenti, nei limiti di quanto concesso in questo spazio, nei miei commenti richiamo pochi fatti e cerco parallelismi storici per dare un minimo di contesto ad opinioni o ragionamenti. Lo scambio diverrebbe costruttivo se tali ragionamenti, che non hanno presunzione di esser esatti, venissero contestati con altrettanti o migliori argomenti. Non riesco a rilevare dove questo sia avvenuto. Saluti.
La difesa d oltranza di un tipo come Trump perché tanto sono tutti uguali, anzi lui avrebbe persino il pregio di non essere ipocrita, si chiama qualunquismo e non porta a niente ma solo a farsi prendere per il naso da un pluripregiudicato un individuo estremamente pericoloso e che non ha niente a che vedere con nessuno dei precedenti presidenti americani nella storia, tranne forse uno o due (ma al confronto di questo qui erano santi dipinti).
Chi non vuole vedere questa realtà o è disinformato (molto probabile) oppure in malafede e spinto da un anti americanismo che c’è, esiste e non è stato inventato oggi.
Cara Sig.ra Gazzato, se a me si riferiva la rassicuro: non difendo affatto Trump, il quale peraltro non mi garba per nulla in quanto soggetto volgare, aggressivo e spregiudicato. Faccio constatazioni di natura geopolitica, storica e sociologica argomentando e ponendo necessari parallelismi all’attenzione per far cogliere il mio punto di vista, ovvero che non esiste un bene ed un male assoluto, che non esiste una politica svincolata dagli interessi delle grandi lobbi, che non esiste nazione in cui una elite di potere non esiti ad annullare vite. Prima o dopo la coerenza, inesistente nello scenario della comunicazione e nelle politiche che la seguono, andrà cercata. In altri commenti, invece, vedo posizioni ideologiche monotematiche portate avanti senza argomenti. Mi piacerebbe molto, entrare nei dettagli. Darebbe più senso a fiumi di parole, per i primi i miei, insignificanti. Poi di chi è informato o disinformato si farà , forse, un’idea chi legge. La saluto con cordialità.
Il suo è un argomentare concreto, non astratto: in teoria – molto in teoria – anche in Hitler o Stalin poteva forse esserci qualcosa di buono; ma questo non significa che fossero da mettere anche lontanamente, sullo stesso piano dei leader delle democrazie liberali dell’epoca; per quanto criticabili potessero essere anche loro, certamente erano di gran lunga meno peggio dei citati dittatori. Lo stesso discorso vale per Trump: quantomeno in politica interna è sicuramente il peggiore presidente USA a partire dalla prima guerra mondiale, non fosse altro perché sta tentando di trasformare una democrazia in una autocrazia. Quando si filosofeggia si può forse discutere del sesso degli angeli, in politica invece non si può andare alla ricerca della persona perfetta, che può non esistere: ci si deve accontentare di quella che pare meno peggio
Posso esser d’accordo con lei, relativamente ad i distinguo che pone, ma con qualche sfumatura. Ad esempio le democrazie liberali alle quali si riferisce si sono notoriamente costruite ed arricchite sullo sfruttamento delle terre colonizzate, nelle quali hanno sfruttato, schiavizzato ed ucciso senza freni. Il retaggio di quella violenza riverbera ancora oggi, in quelle terre.
Ancora. Harry Truman, a guerra conclusa, non ha esitato a sganciare due “confetti” nucleari su civili inermi, peraltro la seconda bomba è stata di una gratuità totale. Diverse centinaia di migliaia di morti nel subito e nel periodo successivo. Hitler e Stalin sono mass murderer, non ci piove, ma anche il citato presidente americano non credo andrà in paradiso se esiste e se i criteri di accesso sono quelli che ci hanno raccontato al catechismo. Credo la mia visione è un po’ meno “occidentecentrica” della sua; non sono per nulla convinto della nostra estrema qualità. Penso che metterci un po’ in discussione, scendendo dal piedistallo, potrebbe essere sano.
Lei, come tutte le persone che sanno argomentare, sta spostando la discussione su un altro piano, i misfatti del colonialismo, argomento sul quale non si possono non condividere le sue valutazioni. Ma noi stavamo parlando d altro: il giudizio su un governo tecno capitalista in mano ad un pugno di stramiliardari che trovano in Trump il loro “sfascia carrozze”, il traghettatore dalla democrazia alla autocrazia, il sostenitore della politica “del più forte” che, in quanto tale, stabilisce anche cosa è bene e cosa è male, anteponendo comunque gli interessi della nazione a tutto. Cordiali saluti
Signor Biaggi
lei conferma il qualunquismo delle sue tesi. E lo fa affermando che Trump non piace neppure a lei. Già ed è proprio su questo che Trump ha stravinto, chi lo ha votato lo ha fatto perché ha creduto di votare “il meno peggio”, proprio quello che Trump insiste ad affermare anche ora contestando a Biden che non ha permesso agli ucraini di attaccare la Russia…quando a suo tempo diceva di lui che aiutando come faceva gli ucraini, avrebbe causato lui la terza guerra mondiale. E gli conviene farlo perché la sua missione di pace si sta rivelando un tranello, una burla, una mistificazione. Le sue “politiche” sono tutta mistificazione, le sue bugie si stanno rivelando tali una per una. le sue promesse alle lobbies che gli hanno permesso di vincere, però le sta mantenendo utilizzando la guerra commerciale che ha imposto al mondo per tagli consistenti alle tasse (ai già straricchi). Ha usufruito della costituzione che gli ha permesso di correre per la presidenza anche da pregiudicato e se si si fosse concluso il processo Stormy Daniels prima della ghigliottina delle elezioni, forse sarebbe stato eletto anche da carcerato. Mentre lui della costituzione se ne infischia quando fa le retate con la temibile ICE e prende persone senza precedenti penali che hanno l’unica colpa di essere immigrati e li deporta dentro carceri di massimo isolamento (anche lui sarebbe un immigrato e anche la moglie, che, grazie a lui ha potuto ottenere la cittadinanza per vie traverse usufruendo di una norma che dava la cittadinanza a chi si era speso per cause umanitarie, cosa che non risulta da nessun archivio nei riguardi di Melania Trump).
IL qualunquismo di chi dice che tanto sono tutti uguali è proprio quello che ha permesso ad un tipo come lui (che a lei non piace) di diventare di nuovo, dopo quello che aveva già combinato (vedi Capitol Hill ma non solo) il presidente Usa che però ora gode di immunità grazie ai giudici da lui stesso nominati e quindi è molto più potente di quanto non fosse nel suo primo mandato. Uno che cerca di “andare in Paradiso” fingendo di cercare la pace, ma perseguendo, nella realtà la vittoria del suo amico e la resa totale degli ucraini. Coi mezzi subdoli dei quali dispone.
Mi fermo, ma potrei andare avanti a a lungo, ma so per esperienza che qualsiasi “argomentazione” troverebbe la sua obiezione che lei non accetta di vedere “tutto bianco o tutto nero” ma disquisisce di “sfumature”. Probabilmente lo farà anche in occasione del 25 aprile, che va bene la Liberazione ma però, forse, se, ma…
Ricambio i saluti.
Il governo USA precedente era tecno-capitalista tanto quanto questo, a mio vedere. Dialogherei molto volentieri vis a vis con lei, perché la credo persona ragionevole. A mio avviso, mi permetto di dire, sovrappone la forma con la sostanza. Sono d’accordo con lei per la maggior parte delle argomentazioni che propone, ma vorrei rinnovare il fatto che la spregiudicatezza in termine di politica sociale, economica e militare degli USA non è cosa di questi giorni, ma di quasi un secolo. Poi è certamente vero che ora abbiamo toccato il fondo per quanto concerne la volgarità, la violenza verbale, la prepotenza, ma ciò sul quale insisto è il fatto che questi aspetti fanno parlare molto più di prima e tanti si accalorano attorno agli epifenomeni della comunicazione, ma non approfondiscono. Le presidenze americane sono sostenute da lobby di potere, lo sappiamo tutti; Trump è più distante di altri dai grandi colossi finanziari (BlackRock, Vanguard, etc…) mentre è più vicino al complesso militare-industriale-tecnologico (Lockhed Martin, Meta, Alphabet, etc…). L’alternanza democratica negli USA, in cui credo, si è concretizzata nell’avvicendarsi di questi due potentati, ma in fin dei conti non possiamo attenderci che un animale carnivoro diventi erbivoro.
C’è forse un’altra soluzione? La guerra ad oltranza?
Squilibrato Trump? Credo che attualmente lo stesso appellativo si potrebbe usare per tutti i vari capi di governo del nostro tempo. Le sembrava più equilibrato Biden, con la sua demenza senile?
Siate un pochino più obiettivi per favore!
Le sembra equilibrato uno che nel 2021 aizzo’ i suoi ultras ad attaccare ed invadere il Campidoglio? ha presente le immagini del tizio con le corna di bisonte in testa che invitava i rivoltosi a mettere tutto a ferro e fuoco? Le sembra equilibrato sconvolgere il commercio internazionale usando i dazi a mo’ di bastone o carota a seconda delle sue simpatie? Le sembra equilibrato minacciare l’invasione di una grande nazione come il Canada per farne il cinquantunesimo stato degli USA? Le sembra equilibrato il criterio di utilizzare la legge del più forte nelle relazioni internazionali? Le sembra equilibrato voler fare della striscia di Gaza, una volta espulsi i suoi attuali residenti , la Miami del Medio Oriente? Le sembra equilibrata l’idea di impossessarsi della Groenlandia? Le sembra equilibrato il proponimento di trasformare una democrazia in una autocrazia? Le sembra equilibrata la legge di bilancio recentemente approvata che si disinteressa dei poveri ma dà molto a chi ha già tanto? E potrei continuare ancora a lungo, se vuole
Nella polica a questo livello l’equilibrio non c’entra nulla, c’entra semmai il potere e la possibilità concreta di esercitarlo. Biden era una persona non più in salute. Le amministrazioni “politically correct” come qulle Bush, Clinton, Obama, Biden hanno portato avanti le stesse politiche, anzi hanno molti più morti sulle spalle delle amministrazioni Trump, questo lo dicono i documenti.
Il fatto che l’attuale presidente abbia atteggiamenti da bullo certamente non istituzionali, sgarbati e poco piacevoli, lo fanno apparire incontrollabile ed ostile; questo ci spaventa. Come ha detto più di un osservatore Trump, nella sostanza, è uguale a tutti gli altri amministratori statunitensi, semplicemente non si nasconde dietro il velo dell’ipocrisia: usa il potere togliendo il guanto di velluto dal pugno di ferro normalmente utilizzato, ma il pugno di ferro è sempre stato mascherato sotto la parvenza di una governance democratica, dialogica, condivisa e perché no… etica ,da tutte le amministrazioni. Personalmente trovo la modalità di esercizio del potere di Trump sì spiacevole, ma nella sostanza più diretta e meno mendace.
Per quanto concerne gli eventi di Capitol Hill mi verrebbe da dire sono cavoli loro: sono gli americani che devono indagare, chiarire e risolvere la dimensione di quell’evento. Noi possiamo essere solo spettatori, come del resto in molto altro nel teatro internazionale.
Lei ritiene evidentemente – hegelianamente – “che nella notte nera tutte le vacche (o i gatti) sono neri”, per cui è inutile, essendo, sostanzialmente , tutti uguali, stare a distinguere tra i politici chi è più cattivo e chi lo è di meno. In fondo, che differenza c’è tra chi ritiene che il cambiamento climatico sia una menzogna portata avanti dalle élites corrotte e chi ritiene invece che ci si debba impegnare per evitare una catastrofe ambientale? E che differenza c’è tra chi ritiene che il sistema sanitario americano funzioni bene , garantendo le migliori cure al mondo solo ai benestanti e fornisca, invece, un’assistenza da terzo mondo a chi benestante non è? E che differenza c’è tra chi ritiene che si debbano espellere le persone in base al solo sospetto di attività illegali, senza alcun processo, e chi continua a credere, bene o male, nello stato di diritto? E potremmo continuare a lungo…
No, le vacche non sono tutte nere, però che di fatto gli USA abbiano sempre mascherato la loro supremazia economico militare dietro altisonanti ideali è verissimo. Stessa cosa tra parentesi fanno altri attori in gioco Russia, Cina, Israele ecc. Da che è mondo e mondo la guerra la scrivono i vincitori. Gli USA stessi sono frutti di una Capitol Hill che ce l’ha fatta (prima rivoluzione americana, i repubblicani hanno rispolverato il Tea Party rivolgendolo verso la stato centrale) , tutti i confini attuali sono nati così.
Detto ciò, prima o poi si troverà un nuovo equilibrio e si scriveranno nuove regole, alla fine penso che ci convenga, nel breve termine, rimanere in orbita Usa e Nato al netto che l’attuale presidente sia solo un puzzone.
Lei, invece, ritiene che ribattere con sequenze di domande, come nel suo primo intervento, sia una modo costruttivo? Le porto un esempio: Guantanomo, in funzione, ed Abu Ghraib, nella storia e nella memoria, esistevano ed esistono; forse la prima è più inflazionata e nominata di un tempo, ma esiste da decenni e non dovrebbe essere un vanto per gli USA. Credo si possa convenire che certa politica spettacolo è propria delle destre; cavalli di battaglia come il contrasto all’immigrazione, ad esempio, sono un classico. Guardi il governo italiano, ungherese, greco etc… Ci sono tuttavia cose sostanziali che accomunano tutti.
Le ribadisco: ci sono molti osservatori internazionali più autorevoli di noi che affermano come la politica americana non sia cambiata per nulla; è cambiato lo stile comunicativo, è cambiata l’eleganza, ma non la sostanza. Solleva giustamente il surriscaldamento globale e “l’approccio Trump” al problema; indipendentemente da come la si pensi sul tema, ovvero che sia pienamente di matrice antropica o meno, è indubbio che le guerre sono climaticamente devastanti, per non parlare dell’inquinamento che arrecano. Non mi risulta che queste considerazioni siano servite a rallentare l’attivtà belligerante statunitense nelle precedenti amministrazioni democratiche, più aggressive dell’attuale. Più parche nei toni, più violente de facto.
“… Capitol Hill…sono cavoli loro”: per cui lei riterrebbe normale che in Italia, dopo una elezione, il leader della coalizione perdente incitasse i suoi ad assaltare le Camere?
Sì, le confermo, non sono affari nostri. Il motivo per il quale è esplosa quella situazione non è certo la presenza di sobillatori, perché per aver effetto c’è bisogno di aver apertura al farsi sobillare; questo non avviene se non ci sono cause profonde.
Il malessere della società americana non credo si possa mettere in discussione.
Che la protesta non fosse l’azione di qualche squinternato lo ha dimostrato la vittoria schiacciante di Trump alle ultime elezioni; gli statunitensi lo volevano. Quindi, comunque la si pensi, gli USA, che fino a prova contraria sono una democrazia, hanno il diritto di farsi rappresentare e governare da chi credono e su questo immagino non ci siano dubbi. Se qualcuno pensa che abbiano scelto male, potrei convenirlo, ne è giustamente libero, ma questo non fa alcuna differenza: l’hanno scelto ed i motivi profondi di questa scelta non sono così semplici da leggere, anche perché non si vince senza il voto del ceto medio e dei poveri, i quali in massa lo hanno votato,soprattutto i secondi, in barba a quella politica che erano consci sarebbe stata attuata; il riferimento particolare va proprio alla sanità. Per quanto concerne il parallelismo con l’Italia riterrei normale avvenisse la medesima cosa se ci fosse un disagio sociale tale da poter esser sfruttato per facilitare un game change di qualche genere, non normale vice versa; in altri termini questi exploit non nascono dal nulla e trovano spiegazione nel desiderio di cambiamento il cui dirver è l’esasperazione. Più che commentarne la normalità credo andrebbero studiate le cause profonde di questa esasperazione, perché di tale si tratta.
L’Ucraina non è una delle tra le situazioni di guerra, l’Ucraina è una grave minaccia per tutto il continente se non il mondo. Tutte le guerre vanno seguite e per quanto possibile raccontate, ma questa si svolge qui, in un luogo che di guerre mondiali ne ha viste due e con l’Ucraina potrebbe diventare il pretesto per una terza (Dio non voglia e mi auguro ci aiuti a scongiurarla). Gli ucraini stanno difendendo tutti noi europei e, se ci deve dispiacere per tutti i popoli in guerra ed auspicare la pace ovunque, ci sono delle evidenti criticità che impongono sia di parlarne più diffusamente sia di cercare tutte le soluzioni per arrivare a una fine rapida e duratura del conflitto. Ma non una resa degli ucraini.
Io non la penso come lei. Non penso gli ucraini stiano difendendo l’Europa dalla minaccia Russa. La questione è complessa e non si può liquidare con due parole: aggredito, aggressore. La guerra in Ucraina ha una matrice profonda. La storia, peraltro val la pena ricordare, dice che le nostre nazioni hanno cercato di provocare, quando non di invadere, la Russia in più frangenti; da Napoleone al Reich. Il vice versa non è mai avvenuto. Peraltro i risultati che le nostre nazioni hanno raggiunto sono sempre stati modesti, risultando sempre sconfitte.
La liaison tra l’Europa e la Russia era un fatto evidente prima degli ultimi eventi; Merkel e, prima di le, gli altri cancellieri hanno costruito un rapporto molto forte di partenariato a livello profondo, la cui interruzione sta causando noti contraccolpi in ambito economico e sociale, in Germania e fuori da essa. Schröder, ad esempio, sedette nei CdA di molte società, anche GazProm e fu consigliere di molte altre. La Russia aveva ed ha ancora oggi tutto il vantaggio nel dialogare e costruire rapporti con l’Europa, come è successo in modo sostanziale dal 1989 al 2022. Bisogna poi aggiungere che l’aggressione ad un qualsiasi stato membro NATO farebbe scattare il noto articolo V; Putin potrà essere pazzo, ma non è scemo. Aggredire l’Europa vorrebbe dire che, se non in un conflitto nucleare, la Russia sarebbe spacciata; se il conflitto fosse nucleare saremmo spacciati tutti. Non credo siano autolesionisti fino a questo punto. Per questo non credo nella narrazione dell’Europa minacciata e, tanto meno, nella narrazione dell’Ucraina ad argine difensivo. Non ne avevamo bisogno prima, non ne abbiamo bisogno oggi. Non credo poi che guerre un po’ più distanti siano meno pericolose; ad esempio possono essere culle naturali per molte forme di terrorismo, il quale i dati dicono essere molto più probabile colpisca le nostre nazioni piuttosto che non vengano colpite da azioni belliche dirette.
La difesa d oltranza di un tipo come Trump perché tanto sono tutti uguali, anzi lui avrebbe persino il pregio di non essere ipocrita, si chiama qualunquismo e non porta a niente ma solo a farsi prendere per il naso da un pluripregiudicato un individuo estremamente pericoloso e che non ha niente a che vedere con nessuno dei precedenti presidenti americani nella storia, tranne forse uno o due (ma al confronto di questo qui erano santi dipinti).
Chi non vuole vedere questa realtà o è disinformato (molto probabile) oppure in malafede e spinto da un anti americanismo che c’è, esiste e non è stato inventato oggi.
Capitol Hill è stata orchestrata da Trump e messa in atto da decerebrati aizzati da lui che era ancora presidente in charge e avrebbe dovuto difendere le istituzioni. Lei appare poco informato.
Si, ma la favolosa società americana che si contrapponeva a Putin è la stessa che ha prodotto Trump, non si tratta di dire che è tutto uguale, si tratta di capire che non si sono visti i limiti di quel modello sociale, o per lo meno qualcuno ci ha provato, ma non si è riusciti ad evitare la frammentazioni che le società tardocapitalistiche si portano dietro. Non esiste un’America buona e Trump è un’eccezione, è anche lui frutto dell’America e dell’Occidente. (Per me tra parentesi è occidentale ed europea anche la Russia.)
@Mihajlo Perché diventa aggresivo, signor Mihajlo? Non si tratta di qualunquismo, ma di realismo. Distrarre le masse? Certo, viene fatto ogni giorno. Le masse vengono distratte da chi muore in Myanmar, in Niger, in Sudan, in Somalia, nei campi di concentramento in Libia, etc… Ne parlano i giornali? Ne parlano le televisioni. E’ abbastanza o sono necessari altri esempi? Dobbiamo parlare solo di Ucraina, secondo lei? L’Ucraina è una delle tante situazioni in cui si verificano violenze, guerra e morte. Merita l’attenzione di tutti e la volontà che questo finisca, ma l’attenzione la meritano anche gli altri. Inoltre l’Occidente è responsabile della maggior parte delle guerre, e quindi delle morti, causate dopo la seconda guerra mondiale. E’ bene non dimenticarsi questo dettaglio, perché non solo non possiamo moralizzare altri, ma dovremmo vergognarci della sofferenza che abbiamo causato.
“Fanno il deserto e lo chiamano pace” è una frase riportata da Tacito e si riferisce alle distruzioni operate dalle Legioni Romane. È una frase che bene si attaglia anche al comportamento delle truppe russe in Ucraina. Una “pace” decisa da Trump e Putin per perseguire i rispettivi interessi sulla pelle degli ucraini
“quando un mentitore professionista che da venticinque anni manipola la comunità internazionale”… sta tutta qui la questione e il problema: sono secoli che di chi governa quel paese non ci si può fidare perchè costituzionalmente erano mentitori professionali, mentivano al proprio popolo e mentivano a tutti gli altri; se il satana è il padre della menzogna in russia ha trovato la sua casa
Invece tutti gli altri sono delle perle? Le dicono niente le fantomatiche armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq, che hanno giustificato oltre mezzo milione di morti da parte di George W. Bush? Quello rientra negli errori giustificabili? Veda, io non credo ci siano migliori o peggiori. Sono tutti uguali; immorali, senza alcun ritegno, svalorizzanti la vita umana.
ecco un esempio di qualunquismo, quando non sai come argomentare tu spara nella storia e qualche vittima verrà in tuo aiuto, magari non centra niente ma non è quello importante, ma distrarre la massa dal vedere obietivamente la verità
Premesso che la guerra deve finire per evitare un ulteriore, inutile spargimento di sangue, si calcolano oltre 1 milione di morti sui due frinti, non credo che la Russia si trovi oggi in una posizione di forza, anzi.
Il fatto stesso che Vladimir Putin abbia accettato di incontrare Donald Trump può essere letto, almeno in parte, come un segnale di debolezza. Un incontro che, a mio avviso, serve soprattutto a rinsaldare l’immagine di un leader sempre più in difficoltà all’interno del suo Paese, mentre Trump appare sul fronte internazionale molto più rafforzato.
Le difficoltà che Putin deve fronteggiare sono molteplici e si intrecciano tra loro. Basti pensare alla gestione del cyberspazio: negli ultimi mesi la Russia ha introdotto interruzioni periodiche e a rotazione delle connessioni digitali, ufficialmente per impedire l’uso di Internet ai droni ucraini durante gli attacchi. Dal maggio 2025, l’85% delle regioni del Paese ha subito almeno un blackout totale o parziale di rete mobile (e in alcune aree anche del Wi-Fi), a volte per molte ore, spesso senza preavviso. Una misura che blocca servizi essenziali come i pagamenti digitali, i bancomat, la sanità elettronica, i trasporti e il telelavoro. Se la giustificazione ufficiale rimanda a motivi di sicurezza, molti osservatori evidenziano anche un’altra verità: questi blackout si inseriscono in una strategia di rafforzato controllo statale sulla popolazione e sull’informazione.
Ma l’instabilità non riguarda soltanto il fronte tecnologico.
La situazione economica è difficile: l’inflazione, tra il 7 e il 13%, erode il potere d’acquisto, colpendo soprattutto i beni alimentari essenziali; la crescita del PIL, dopo il +4% del 2024, è crollata al 1-2% nel 2025; i tassi di interesse restano sopra il 21%, soffocando consumi e investimenti. A questo si somma la crisi delle esportazioni energetiche: petrolio e gas rendono molto meno per effetto del calo dei prezzi e delle sanzioni occidentali, con un crollo delle entrate fiscali e un conseguente deficit di bilancio. Tutto ciò mentre oltre il 7% del PIL viene bruciato per spese militari legate al conflitto ucraino.
Sul versante finanziario, le riserve del Cremlino si stanno assottigliando e si parla già di possibili tagli di bilancio e razionamenti. Anche il sistema bancario è fragile, con una fiducia interna ridotta e con il rischio di instabilità crescente.
Infine, sul piano sociale, il malcontento cresce. Le disuguaglianze si accentuano, soprattutto a danno delle regioni più povere e delle minoranze etniche, che pagano il prezzo più alto in termini di mobilitazione e perdite al fronte. I diritti civili restano compressi: oppositori politici, comunità LGBT e migranti subiscono persecuzioni, incarcerazioni e discriminazioni. L’insoddisfazione si diffonde e, se talvolta si traduce in proteste, queste vengono represse con forza, alimentando ulteriormente la sfiducia nella leadership.
In sintesi, Putin si muove oggi in uno scenario interno sempre più precario, caratterizzato da crisi economica, fragilità finanziaria, tensioni sociali e crescente controllo autoritario. Da qui l’impressione che l’apertura verso Trump non sia frutto di forza diplomatica, ma piuttosto il tentativo di consolidare la propria immagine sul piano internazionale, proprio mentre il terreno interno diventa sempre più instabile
E non trovo che non ci sia accordo tra i due. La loro relazione, perché di questo si tratta, ai limiti della pochade, continua e gli effetti si vedranno a breve quando Zelensky sarà costretto davanti ad un Norimberga speciale a sostenere l’insostenibile e cioè che non è disposto a cedere niente all’aggressore. E fa bene, significherebbe tradire il suo mandato e non lo farà, non lo ha fatto sinora e continuerà a difendere e sostenere la libertà e la sovranità del suo paese e del suo popolo.
Ora però sarà sempre più difficile: sa di avere due serpi velenose unite contro cui combattere e di averne molte altre attorno che fingono di sostenere la sua causa ma vorrebbero che cedesse in nome della “pace nel mondo”.
Trump peggio, molto peggio di quanto ci si poteva aspettare da lui (che è sempre il peggio), ha persino dimenticato i documenti “segreti”, lasciati sul tavolo come carta straccia, dimostrando sciatteria e totale disinteresse per qualsiasi causa che non sia la propria, personale, evidente anche a un neonato, la causa di un cialtrone che guida una Ferrari senza patente perché sequestrata per guida pericolosa e che sta riducendo l’America ad una dittatura da operetta tra il tragico e il ridicolo.
Norimberga? Non riesco a trovare similitudini, per il vero. Ad ogni modo Zelensky è stato eletto grazie all’aiuto degli USA, gli stessi che ora lo stanno tradendo biecamente. Riguardo la considerazione del suo popolo, sarà la storia a tributargliela; non è così totale come la si vorrebbe fare credere. l’Ucraina è internamente lacerata. I centri di reclutamento sono attaccati quotidianamente dai civili esausti. Le proteste di piazza continue, come quelle svolte recentemente per il tentativo di golpe effettuato dal governo nel sottrarre l’indipendenza alle agenzie anticorruzione; poi sono dovuti tornare indietro perché ostracizzati dell’establishment UE. Fatti come quest’ultimo rimarcano la netta cesura tra quanto è ora l’Ucraina ed una democrazia reale. Non si vota, i partiti di opposizione sono esclusi, etc… in questo clima non ci può essere solidità nazionale.
Certamente l’incontro è stato un siparietto, ma utilità a mio vedere ce l’ha avuta; credo abbia scongiurato l’ombra della terza guerra mondiale, con la quale conviviamo da qualche anno. E’ un punto di vista egoistico, me ne rendo conto, ma a me questo rasserena. Riguardo gli ucraini, provo per loro sofferenza e pena; sono in una situazione disperata. Si sono fidati degli USA. Vorrei ricordare cos’è successo recentemente ad altri, ad esempio ad i curdi, usati per contrastare l’ISIS, poi abbandonati al loro destino. Stessa sorte è occorsa a chi ha comabttuto i Taliban in Afghanistan e potremmo andare avanti. Le potenze fanno i loro interessi geopolitici, se ne fregano di tutto il resto. Incredibile ci sia ancora chi proponga motivazioni morali alle guerre.
Riguardo i citati accordi di Minsk, dopo il fallimento dei primi, i secondi (2015) recitavano:
– cessate il fuoco completo.
– Ritiro di tutte le armi pesanti da entrambi i lati della linea del fronte.
– Scambio di tutti i prigionieri.
– Autogoverno speciale per le aree controllate dai separatisti, con l’obbligo per l’Ucraina di modificare la propria Costituzione.
– Ripristino del controllo del confine per il governo ucraino, ma solo dopo che le elezioni locali nelle aree separatiste si fossero tenute secondo la legge ucraina.
E’ evidente che tutto questo non è accaduto. Dal 2014 l’Ucraina è divenuta una potenza militare grazie alla continua iniezione di armi e formatori da parte dell’Occidente. Le zone contese non sono state quindi demilitarizzate, ma ipermilitarizzate. La costituzione non è mai stata modificata in ordine a consentire uno statuto speciale, semmai le leggi si sono irrigidite fino ad impedire l’esercizio della lingua e tanto altro. Come è possibile, in questo scenario, attribuire il fallimento degli accordi esclusivamente alla Russia. Mi spiace, ma le questioni sono più complicate.
Non sarei così sicura si quello che pensa Trump, perché è contraddittorio anche nei pensieri come nelle parole. C’è da chiedersi come sia riuscito a farsi rivotare, Il nulla non è esattamente quello che è successo ad Anchorage, è successo tutto quello che quei due avevano programmato: un’intesa totale e la presa per i fondelli del mondo. E non sono neppure sicura che Trump sia manipolato da Putin: i due si amano profondamente e la reciprocità di amorosi sensi si è vista e si è potuta toccare con mano-E’ stato un gioco di mani e di sguardi come nella migliore delle telenovelas, hanno confermato ciò che già sapevamo. E’ sempre più dura per Zelensky, ora pare andrà a Washington ma a fare che? a prendersi il resto?
E io sarei propensa a credere che Putin non avrebbe invaso se Trump avesse vinto nel 2020, avrebbe rotto le scatole agli ucraini in altri modi ma non così platealmente e avrebbe accerchiato l’Ucraina coi suoi metodi : lanciando sul terreno “omini verdi” a rendere la vita impossibile a Zelensky. E Trump lo avrebbe sostenuto, sarebbe stato dalla sua parte esattamente come ora e forse di più.
Nel 2020 era presidente Trump e lo era anche nel 2018 quando Putin ha invaso la Crimea…
Putin fa i suoi interessi! Li fa bene, anzi benissimo, perché gli é stato consentito di tutto.
Ricordate con quanta benevolenza voi giornalisti assecondavate le pagliacciate di Berlusconi, ridendo alle sue battutacce?
Ricordate il lettone di Putin? Ricordate B che mimava di mitragliare i Giornalisti che facevano domande scomode all’amico Vladimir?
Oggi tutti soldatini obbedienti che esaltano a reti unificate Meloni&c, come ieri si affannavano a giustificare le picconate che da B in poi sono state date alla nostra irriconoscibile democrazia, ad iniziare dalle mosse di mattarella che consentendo di dar vita ai governi di monti e draghi, a lanciato le ultime bombe, come a suo tempo le sgancio sulla ex jugoslavia
Concordo, è stato uno Show televisivo dove l’ unico che ha guadagnato è Putin, ma premettiamo che questo spettacolo circense ha un senso.
A sti due dell’ Ucraina frega poco e nulla, poco a Putin, nulla a Trump.
Entrambe vogliono invece che la Russia non finisca nell’ orbita cinese come stava accadendo ed è probabilmente qua che si sono messi d’ accordo in un modo a cui non ci è dato sapere; possiamo ragionarci, ma solo col tempo potremo stabilire con certezza cosa si sono detti.
L’ Ucraina in questo momento pare solo uno specchio per le allodole, uno specchio insanguinato dalle vite di soldati russi, nord-coreani e ucraini, civili, soldati, donne e bambini, uomini e anziani. Ci si aspettava un cessate il fuoco, ma era evidente che fosse impossibile mancando gli interessati diretti. Speriamo nella pace vera.