
Era il segnale di una rinnovata fiducia in sé stessi: l’Europa cristiana deve respirare «a due polmoni», secondo le celebri parole del papa polacco, Giovanni Paolo II. Entrambi i polmoni: quello romano-latino e quello slavo-bizantino. Un gesto significativo nella storia dello spirito, che ha riformulato la tesi recepita dei tre pilastri dell’Europa: l’antichità, il cristianesimo e la cultura germanica.
La caduta del comunismo nel 1989-1990, un trionfo nella visione di Giovanni Paolo II, segnò anche l’«ora zero» per le Chiese locali dell’Europa centrale e orientale. In molti luoghi, iniziò una ricostruzione sacrificale: spirituale, personale e materiale.
Cardinali dopo cardinali
E Giovanni Paolo II (1978-2005) alimentò quest’ondata: nominò Cirillo e Metodio, apostoli slavi del IX secolo, co-patroni d’Europa. Avevano reso il messaggio cristiano comprensibile alle orecchie slave, diffondendo il cristianesimo con la loro «scuola di Ohrid» e l’alfabeto cirillico attraverso la Romania fino al territorio della Rus’ di Kiev e, da Mosca, fino alla profonda Russia.
Il fatto che avessero introdotto lo slavo come lingua liturgica fu, non da ultimo, la base per i successivi legami con Roma di nazioni come la Boemia, la Moravia e la Slovacchia.
In molti paesi post-comunisti, Karol Wojtyła, il papa polacco, restaurò le strutture ecclesiastiche, istituì diocesi e onorò molti di coloro che erano rimasti fedeli alla Chiesa durante la persecuzione. Proclamò un santo dopo l’altro e nominò un cardinale dopo l’altro provenienti da paesi mai rappresentati prima nel senato del pontefice. Nel collegio cardinalizio, l’Europa tornava a respirare «con due polmoni».
Ma 30 anni dopo, il polmone destro emette un sibilo respiratorio – e il sinistro ancora di più. La morte dell’unico cardinale rumeno, l’arcivescovo maggiore di Transilvania, Lucian Muresan (94 anni), rende evidente la cosa: l’era di Giovanni Paolo II sta svanendo con la scomparsa delle sue figure più influenti. L’Europa centrale e orientale sta di nuovo collocandosi in secondo piano.
Passiamo in rassegna i paesi: Romania, Ucraina, Slovacchia, Bielorussia non hanno più cardinali. In Lettonia, Slovenia, Albania, Repubblica Ceca, Bosnia-Erzegovina e persino nel tradizionale raccordo Est-Ovest dell’Austria, l’unico cardinale ha già superato il limite di età di 80 anni per l’elezione papale.
Anche l’unico cardinale lettone ha quasi 95 anni, e quello albanese, prete già ai lavori forzati e nominato da papa Francesco, ha quasi 97 anni. Due dei tre lituani sono più vicini ai 90 che agli 80. Restano 17 cardinali, tra cui sette elettori papali: dalla Polonia (3), dall’Ungheria, dalla Croazia, dalla Serbia e dalla Lituania.
Lo smarrimento del “blocco orientale”
A luglio, Stanisław Rylko di Cracovia si è ritirato dalle file degli elettori papali, e Vinko Puljić di Bosnia è uscito dal conclave all’inizio di settembre. Entrambi erano confidenti di Giovanni Paolo II e avevano partecipato rispettivamente a due e a tre conclavi. Nel pieno della guerra in Bosnia, Puljić, allora 49enne, fu ammesso al collegio cardinalizio alla fine del 1994, primo vescovo bosniaco della storia e, all’epoca, il più giovane cardinale della Chiesa universale.
Il fatto che la giovane e antica Chiesa dell’Europa centrale e orientale continui ad aver bisogno di cure e di solidarietà era e continua ad essere ben presente anche ai successori del papa polacco: Benedetto (2005-2013), Francesco (2013-2025) e ora Leone XIV. L’Ucraina è in guerra, sotto attacco da parte della Russia e del suo stato galoppino, la Bielorussia. Molti paesi della regione sono alle prese con nazionalismo, populismo, materialismo sfrenato e influenza russa.
L’ex «blocco orientale» non è più saldamente orientato verso l’Europa e l’Occidente, ma è diviso tra l’UE e la Russia di Vladimir Putin con il suo atteggiamento guerrafondaio, tra la democrazia e il populismo di destra alla Viktor Orban, Robert Fico o Karol Nawrocki.
Persino la rinascita della Chiesa dopo decenni di oppressione comunista sembra arenarsi. L’entusiasmo iniziale vacilla di fronte a enormi sfide. Il cardinale di Budapest, Peter Erdö, parla senza mezzi termini della società della sua nativa Ungheria: il comunismo «ha estinto la decenza civica».
Scrivere sull’acqua
Similmente, agli apostoli slavi Cirillo e Metodio – che si lamentavano dell’impossibilità di «scrivere sull’acqua» e dovettero prima sviluppare una propria scrittura slava – i missionari di oggi devono tentare di «scrivere sull’acqua» e sviluppare un proprio linguaggio. Detto in altri termini; raggiungere persone prive di fondamenti religiosi. Un problema serio che, tra l’altro, minaccia da tempo di paralizzare anche il polmone sinistro.
Molti, compresi quanti hanno subito danni umani sotto il socialismo, non sono più disposti a rinunciare alla loro ritrovata libertà attraverso una percepita sottomissione a un sistema di valori cristiani.
Alcune fioriture, come la spettacolare espansione della Chiesa di appartenenza romana («uniate») nella Slovacchia orientale, potrebbero rivelarsi un fiore secco a medio termine.
Giovanni Paolo II, il visionario di Wadowice, non può più dare impulso a questo slancio.
- Pubblicato sul sito Katholisch.de, 3 ottobre 2025






Ogni Papa lavora e s’impegna per ridire il Vangelo nella società a lui contemporanea, si crea un giro di sostegni e di amicizie, un filone di idealita’ che i fedeli possono recepire e portare avanti, far attecchire o lasciar cadere. Non darei la colpa ai cardinali che, anche loro esseri umani, muoiono.
Purtroppo la Chiesa russa, un po’ per paura e assoggettamento al governo locale e un po’ per spirito nazionalista, parla una lingua che confligge col Vangelo stesso. In questo scenario il dialogo ecumenico sembra diventato più difficile, sebbene in realtà sia oggi più necessario che mai: perché deve risvegliare anche nelle autorità di quella Chiesa i veri sentimenti cristiani. Non possiamo infatti abbandonare questi nostri fratelli e sorelle in questo loro momento di fatica e di sbandamento.
Comunque io ieri sono andato ad accogliere Bartolomeo I che è venuto a Milano per i 100 anni della diocesi ortodossa di Milano. Nella chiesa di Sant’Eustorgio che contiene le reliquie dei magi che furono donate da Costante imperatore a Costantinopoli al vescovo di Milano Eustorgio come simbolico legame fra occidente ed oriente, abbiamo assistito cattolico e ortodossi ad un bel concerto ecumenico con musiche orientali e occidentali. Dobbiamo ricominciare a scambiarci doni e a rispettarci.
“Sottomissione a un sistema di valori cristiani”? Ma chi scrive si rende conto del grave torto che fa alla vita di fede? La libertà autentica è quella coerente alla morale, non quella di chi sbandiera aborto, eutanasia, utero in affitto e droga come diritti…
Non faccia finta di dimenticarsi che la chiesa ha imposto per secoli con la forza la sua volontà. E ha smesso poco tempo fa di imporsi non perché volesse ma perché è stata costretta dal cambiamento sociale.
Ok, ma di fatto cosa chiede questo articolo? GPII non c’è più, non ha più alcuna presa, i russi sono notoriamente a maggioranza ortodossa che dovremmo fare in pratica oggi?
Credo debbano spurgare la rabbia che hanno dentro: tutti sti governucoli di estrema destra che valgono come il due coppe quando briscola è bastoni ma che insieme potrebbero destabilizzare l’Europa. Devono come sempre perdere ciò che hanno per ritrovarlo. Sono paesi immaturi dal punto di vista democratico. Li abbiamo frettolosamente inseriti in Europa per sottrarli al potere russo ma ora sono un problema per l’Europa e cercano di tagliare la mano che li ha nutriti. Devono ritrovare se stessi e la loro storia. Il benessere e il consumismo non possono coprire il malessere di questa gente che ha perso le radici dopo il dramma del dittature comuniste. Un po’ come in Cina. Esiste solo il denaro. Per loro il cristianesimo è l’ultimo dei problemi anche se ne avrebbero tanto bisogno.
Ma il benessere materiale non è quanto di più moderno e occidentale esista? Ho visto in diretta il crollo del muro. Forse la più grande disillusione è stata proprio vedere i paesi altri, che allora sembravano indicarci strade nuove, diventare a poco a poco esattamente come noi. GPII aveva intuito che sarebbe successo ma non mi pare sia stato particolarmente ascoltato.