
Spett. Redazione,
l’articolo pubblicato su Settimana News lo scorso 24 agosto 2025 a firma del dott. A.E. Maraolo dal titolo «La scienza, la politica e la paura per i vaccini», riporta le seguenti affermazioni a proposito del dott. Bellavite e del sottoscritto: «verosimilmente “spinti” nel NITAG da vicinanza politica ad ambienti nella maggioranza [respingo l’insinuazione] … Nessuno dei due ha un curriculum con pubblicazioni scientifiche solide sul tema vaccinale … come mettere mafiosi negli enti anti-mafia o terroristi nelle squadre anti-terrorismo … curriculum che nemmeno ricomprende i temi legati all’immunizzazione … il problema la competenza».
Nel merito delle diffamazioni riservatemi, come membro della Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), intendo chiarire gravi equivoci.
Nella CMSi siamo uomini di scienza con lunga e rispettabile carriera professionale, nel caso del dott. Bellavite anche accademica, con 176 pubblicazioni indicizzate su PubMed e parecchi articoli sui vaccini. Nel mondo dei critici sulla narrativa vaccinale corrente vi sono purtroppo, certo, anche posizioni non scientifiche, che però abbondano anche tra i fautori delle «vaccinazioni a prescindere». Ma altri scienziati critici, tra cui ci collochiamo come CMSi:
- dichiarano esplicito riferimento al metodo scientifico: riferirsi all’Evidence (cioè alle prove scientifiche), è la regola interna n. 1 per appartenere alla CMSi (chi non lo pensasse può metterci subito alla prova);
- chiediamo da anni confronti scientifici basati su prove, impegnandoci a presentare non opinioni, ma dati, fatti e prove con documentazione solida e aggiornata;
- assicuriamo che, se in tali confronti scientifici ci fossero presentate prove più valide e forti di quelle che conosciamo, lo ammetteremmo in modo pubblico e formale;
- rifiutiamo l’ingiuria «anti-vaccinisti». Se proprio ci si vuole etichettare, accetteremmo «EB (evidence based) vax», cioè «fautori di vaccinazioni basate su prove scientifiche».
Se Settimana News scrive quanto sopra senza conoscere, può dimostrare la buona fede pubblicando la rettifica e accettando un confronto scientifico, a condizioni eque che potremo concordare. Purtroppo, a prescindere da confronti cui non ci sottrarremmo certo, dovrò procedere attivando una mediazione con possibile seguito in sede civile per le gravissime espressioni diffamatorie attribuite sia a me sia al dissenso scientifico e alle posizioni critiche costruttive che la CMSi rappresenta, insieme ad altri medici, ricercatori e scienziati.
In fede,
dott. Eugenio Serravalle, pediatra, membro della CMSi






Il dott. Eugenio Serravalle, giustamente, non accetta di essere diffamato impunemente. Bene ha fatto Settimana News a pubblicare la sua lettera di chiarimento.
La malafede del dottor Serravalle è tutta nella frase: “chiediamo da anni confronti scientifici basati su prove, impegnandoci a presentare non opinioni, ma dati, fatti e prove con documentazione solida e aggiornata”. A chi chiederebbe il dottor Serravalle questi confronti e dibattiti? E soprattutto, in quale contesto? La pubblica piazza? La redazione di Settimananews? Non posso credere che il dottor Serravalle, da medico, non sappia che esiste una prassi consolidata nell’ambiente scientifico: quella di confrontarsi con la comunità scientifica, ossia gli addetti i lavori. Domanda: ha provato il dottor Serravalle a pubblicare i “dati, i fatti e le prove” di cui parla? Se sì, come è stato l’impatto della comunità scientifica ai sui presunti “dati, fatti e prove” (step fondamentale per giudicare la qualità di una pubblicazione)? Anticipo: se la risposta dovesse essere affermativa e mi venisse detto che il rifiuto della comunità scientifica è legato a connivenze con Big Pharma e disonestà da parte di chi gestisce le pubblicazioni, saprei come classificare il dottor Serravalle.