Mattarella e Leone XIV sul riarmo

di:

dianich1

In occasione della cerimonia per lo scambio di auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile, il 19 dicembre, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella diceva che, pur nel differenziarsi dei giudizi, è necessario convergere nello sforzo di definire compiutamente «una strategia di sicurezza nazionale, in un tempo in cui siamo costretti a difenderci da nuovi rischi che, senza infondati allarmismi, sono concreti e attuali».

Si riferiva alle resistenze dell’opinione pubblica di fronte all’aumento della spesa pubblica a causa dei programmi di riarmo in atto: «La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la sicurezza collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare… E tuttavia, poche volte come ora, è necessario. Anche per dare il nostro decisivo contributo alla realizzazione della difesa comune europea, strumento di deterrenza contro le guerre e, insieme, salvaguardia dello spazio condiviso di libertà e di benessere».

Con la data del 1° gennaio 2026 è stato pubblicato il Messaggio del papa Leone XIV per la Giornata mondiale della pace, nel quale si deplora l’aumento della spesa pubblica destinato al riarmo: «Nel corso del 2024 le spese militari a livello mondiale sono aumentate del 9,4% rispetto all’anno precedente, confermando la tendenza ininterrotta da dieci anni e raggiungendo la cifra di 2.718 miliardi di dollari, ovvero il 2,5% del PIL mondiale».

Più deplorevole ancora è ritenuto il fatto che «oggi alle nuove sfide pare si voglia rispondere, oltre che con l’enorme sforzo economico per il riarmo, con un riallineamento delle politiche educative: invece di una cultura della memoria, che custodisca le consapevolezze maturate nel Novecento e non ne dimentichi i milioni di vittime, si promuovono campagne di comunicazione e programmi educativi, in scuole e università, così come nei media, che diffondono la percezione di minacce e trasmettono una nozione meramente armata di difesa e di sicurezza».

La divergenza delle filosofie sottostanti alle due prese di posizione è evidente. Il discorso del Presidente esprime una visione del mondo nella quale la guerra c’è e la pace va cercata. Il discorso del papa esprime una visione del mondo nella quale la pace c’è e va difesa dal pericolo della guerra.

Il primo modo di vedere resta interno ad una visione del mondo rivolta al passato, nel quale la guerra ha sempre insanguinato lo scorrere dei secoli.

Il secondo è rivolto al futuro ed è sorretto dalla certezza che la pace c’è, e ha la forza di eliminare la guerra, «una pace disarmata e una pace disarmante», come aveva augurato al mondo papa Leone all’inizio del suo pontificato. Il primo è un discorso “laico”, la cui argomentazione è affidata alla ragione. Il secondo è un discorso cristiano, nel quale al pessimismo della ragione si intreccia la speranza della fede.

La missione dei cristiani oggi è rovesciare nell’opinione pubblica l’idea che l’ineluttabilità della guerra sia la sola visione realistica della sorte del mondo e il sogno della pace perpetua sia irrealizzabile utopia.

Per papa Leone la pace c’è, c’è la luce, come è vero che «il contrario, cioè dimenticare la luce, è purtroppo possibile: si perde allora di realismo, cedendo a una rappresentazione del mondo parziale e distorta, nel segno delle tenebre e della paura».

È realismo riconoscere che la pace c’è, e conseguirne il dovere di difenderla dai signori della guerra, sbugiardando le loro sedicenti ragioni e svelando gli sporchi interessi di chi dalla guerra ci guadagna. Ad ogni colpo che viene sparato, da una parte, cadono i morti e dall’altra, i dollari nelle tasche di chi ha venduto l’arma e il proiettile.

Senza voler entrare nel problema della sostenibilità del pacifismo assoluto, resta vero che oggi il problema della guerra si è radicalizzato e la stessa giustificazione della guerra di difesa va messa in discussione. Anche l’ideale dell’indipendenza e della libertà della nazione non può essere sostenuto ad oltranza: l’Ucraina potrebbe veder morire in guerra tutta la sua popolazione mentre i Russi avrebbero ancora tanti coscritti, quanti ne vogliono, da mandare al fronte.

La guerra è una realtà diabolica, rigenera se stessa all’infinito, tanto da far credere che faccia parte della natura delle cose. Le va contrapposto il realismo della pace: «La pace esiste, vuole abitarci, ha il mite potere di illuminare e allargare l’intelligenza, resiste alla violenza e la vince. La pace ha il respiro dell’eterno: mentre al male si grida “basta”, alla pace si sussurra “per sempre”» (Leone XIV, Messaggio per la 59ª Giornata mondiale della pace, 2026).

Print Friendly, PDF & Email

6 Commenti

  1. Alberto Ganzerli 25 dicembre 2025
  2. Giovanni Lupino 24 dicembre 2025
  3. Giuseppe Risi 24 dicembre 2025
  4. Giuseppe Risi 24 dicembre 2025
    • Marco M. 24 dicembre 2025
  5. Fabrizio Mastrofini 24 dicembre 2025

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto