Un commentario maggiore a 1-2Samuele

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Claudio Balzaretti, studioso novarese, laureato in Lettere classiche e dottore in Scienze bibliche, si è dedicato di preferenza a studi di filologia semitica, analisi dei libri storici dell’AT e attenzione alla versione siriaca. In questo monumentale commento a 1-2Samuele egli affronta un blocco letterario biblico complesso, oggetto di infinite analisi e ipotesi degli studiosi riguardanti la sua formazione letteraria e il confronto tra il testo ebraico e le sue versioni greche, latine e siriache.

L’opera è strutturata secondo lo schema seguito nella prestigiosa collana: Parte prima. Sezione introduttiva (pp. 13-40); Parte seconda. Traduzione e commento (pp. 41-570); Parte terza. Il messaggio teologico (pp. 571-734). Questa parte comprende: Temi teologici cruciali di 1-2Samuele; 1-2Samuele nel canone biblico; 1-2Samuele nella storia dell’interpretazione; Varianti testuali greche, siriache e latine rispetto al testo masoretico; Lessico biblico-teologico di 1-2Samuele.

Il volume si conclude con la bibliografia (pp. 735-778: bibliografia ragionata e bibliografia generale) e gli indici (pp. 779-808: autori, lessicale, citazioni bibliche ed extrabibliche, filologico, generale).

Questioni introduttive

La Parte prima (pp. 13-40) coincide con la Sezione introduttiva. Un testo denso di dati che riguardano vari temi importanti per approcciarsi al testo in modo corretto e informato.

  1. La storia narrata. I personaggi principali sono il profeta Samuele, il primo re di Israele Saul e il re Davide, la cui storia è illustrata fino al censimento. Le storie personali, familiari e politiche scavano a fondo nella descrizione della condizione umana in cui ogni lettore può rispecchiarsi con facilità. Sono storie di hybris, di volontà di potenza e di violenza.
  1. Titolo e posto nella Bibbia. Nel canone ebraico 1-2Sam sono considerati un volume solo, mentre nella traduzione greca dei LXX essi sono due libri che fanno corpo unico, chiamato i quattro libri dei Regni, con i due libri che seguono (denominati 1-2Re nelle Bibbie moderne). La posizione di 1-2Sam nella lista dei libri biblici varia secondo le varie tradizioni.
  1. Il libro e la storia. Balzaretti ricorda tre contesti: quello della produzione, quello del contenuto e quello della sua fruizione. 1-2Sam recupera antiche tradizioni orali e testi di leviti operanti al Nord e poi scesi a Gerusalemme dopo il 721 a.C. Esso ha un forte accento deuteronomistico e molti pensano che l’opera finale sia da attribuire a scribi di corte di Gerusalemme che lavoravano su documenti scritti. Sintetizza lo studioso: «In conclusione, si può […], con una soluzione di compromesso, considerare i deuteronomisti come un partito, un’élite in cui sono mescolati sacerdoti, profeti, scribi, ufficiali di corte, alta borghesia, uniti in un’alleanza politica con l’ideologia della sovranità di YHWH su Giuda» (p. 19).

Il contenuto, cioè l’epoca storica descritta, corrisponde alla storia della Palestina nell’epoca del Ferro I (1180-900 a.C.). Al di fuori della Bibbia non sono molte le informazioni su questo periodo. Nella fruizione occorre che il lettore non cerchi altre cose rispetto a quello che il testo presenta, facendo un patto narrativo con esso in modo da entrare nel mondo che il libro offre.

  1. La nascita della monarchia è il dato più eclatante di questo periodo e la regalità in Israele si differenzia da quelle presenti nel Vicino Oriente Antico a partire dal II millennio. Alla figura del re-dio al di sopra del popolo (Egitto), succede una visione del re-pastore protettore e dispensatore di giustizia. Segue la visione di un reeroe, circondato da nobiltà guerriera legata alla corte e che gode molti privilegi (Ugarit). Il nuovo modello è quello del re-giudice, a capo del popolo in armi e simbolo dell’unità nazionale, testimoniato nel libro dei Giudici.

La nascita della regalità in Israele si situa nell’ambito più vasto che vede la nascita della burocrazia e il passaggio al nuovo modello di re-amministratore. Nella carta costituzionale che limita i poteri del re (Dt 17,14-20) non si accenna alla funzione di giudice (che però diventerà importante con Davide) e nemmeno a quella cultuale. Si rifiuta quindi il modello delle civiltà circostanti. A essere eletto re è tutto il popolo (Sal 89,28) (democratizzazione; Dt 28,1).

Secondo Balzaretti, la richiesta del popolo di avere un re ha una portata teologica fondamentale. Non è un atto capriccioso o di testardaggine, come sembra a prima vista, ma un atto rivoluzionario di rifiuto delle ideologie politiche diffuse nell’ambiente (origine celeste o divina della regalità). «Prima ancora di essere una critica alla monarchia giudaica, la narrazione si presenta come una critica radicale al potere, ricondotto sulla terra e sul piano delle relazioni umane» (p. 24).

Nel testo biblico sembra apparire un’opposizione tra carisma e istituzione (cf. 1Sam 8–12), che per alcuni sembra rispecchiare due visioni politiche e religiose proprie di due società diverse: il Nord (o Israele o Casa di Giacobbe) e il Sud (Giuda). Il momento unitario delle dodici tribù sembra solo un’unione personale tra i due regni sotto Davide e Salomone, con la scelta di Gerusalemme come capitale. Gli storici hanno idealizzato questo momento parlando con enfasi di «impero» davidico.

I giudizi contrastanti sulla regalità sono prodotto di élites legate al potere, ma con la nascita della monarchia il 98% della popolazione – che non lasciato traccia dell’interpretazione dei fatti – diventerà un insieme di contadini privi di potere politico ed economico, gravati di tasse destinate al mantenimento della burocrazia e dell’organizzazione militare. Tranne la stele di Dan, per il periodo della monarchia non ci sono fonti extrabibliche.

  1. Aspetti letterari. Sono molte le ipotesi sulla progressiva formazione del libro di Samuele. Più interventi in epoche diverse hanno contribuito ad aggiungere materiali e glosse, creando il testo finale che si può pensare risalga al secolo III a.C., quando iniziano le testimonianze dei primi frammenti di Quadrane e delle versioni antiche.

Per capire ciò che il libro ha detto e vuole dire al lettore, va tenuto presente che «Il mondo in cui vanno collocati gli eventi non è il mondo reale della storia, ma il mondo che il libro chiede al lettore di accettare per comprenderlo» (p. 27). È il cosiddetto patto narrativo o patto di lettura.

Balzaretti sottolinea il fatto che il lettore «accetta che gli eventi narrati e i luoghi descritti siano possibili. L’assenza dell’histoire événementielle non diminuisce il valore religioso del libro di Samuele, anzi lo aumenta, dal momento che, parafrasando ciò che Aristotele dice della tragedia, esso narra secondo verosimiglianza e necessità, esprime l’universale, mentre la storia esprime il particolare» (p. 28).

Il protagonista è Davide e i confini del libro non abbracciano 1Re1–2, con la fine della biografia di Davide, ma si fermano al censimento, atto di hybris del potere criticato dal libro stesso.

È una storia lineare, seppur con andamento discontinuo. Ci sono scene di vita familiare ricche di dettagli, riassunti di imprese militari, elenchi di eroi e di località, numerosi doppioni (addirittura tre versioni dell’investitura di Saul a re). La struttura chiastica dell’appendice (2Sam 21–24) può essere un’inclusione con l’inizio del libro.

Sulla base dei tre protagonisti, molti autori sostengono una suddivisione tripartita: Samuele (1Sam 1–12), Saul (1Sam 13–31), Davide (2Samuele). Varie sono le strutture a chiasmo, concentriche o ad anello.

Nella suddivisione del testo Balzaretti si attiene a un criterio empirico che si basa sul contenuto: personaggi, luoghi, argomento.

La struttura letteraria individuata può essere descritta per sommi capi in questi termini:

A) La fine dell’epoca dei giudici (1Sam 1,1–7,17: Il figlio di Anna; Rivelazione del Signore e fine della famiglia di Eli; L’arca e i filistei);

B) Un re alla prova (1Sam 8,1–15,35: Il popolo vuole un re e Saul lo diventa; Saul inizia a regnare e Samuele si congeda; Successi di Gionata e inadeguatezza di Saul);

C) Il rapporto tra i due consacrati (1Sam 16,1–30,31: Davide alla corte di Saul: il vincitore di Golia; Amicizia tra erede e successore; Davide in fuga; Davide si trattiene dal vendicarsi; Davide in esilio fra i filistei);

D) La morte del primo consacrato (1Sam 31,1–2Sam 1,27: Morte di Saul e sue conseguenze);

E) Un regno instabile (2Sam 2,1–20,26: Alla ricerca di un nuovo re; Davide re; La politica; La corte; La famiglia reale; La crisi del potere; Il potere si ricompone);

F) Un regno degno? (2Sam 21,1–24,25: Un re enigmatico; Un re che si pente).

  1. Testo e versioni. «Lo stato di conservazione del testo ebraico è fra i peggiori della Bibbia», nota Balzaretti (p. 33). Ci sono 250 casi di contestazione e si propongono 70 correzioni al testo masoretico. La critica testuale confronta il TM con le versioni antiche e il testo parallelo di 1Cronache che, nelle parti comuni, presenta molte varianti.

La traduzione greca dei LXX ha inserito il libro di Samuele nei quattro libri dei Regni e lo ha fatto precedere dal libretto di Rut.

Il testimone migliore del testo greco, il Codice Vaticano, risale al IV sec. d.C. mentre i più antichi codici medievali del TM completo di accenti e di segni vocalici risalgono alla fine del sec. IX d.C.

La scoperta dei rotoli di Qumran mostra l’esistenza di molte varianti e fa intravedere l’esistenza di una pluralità di forme testuali rispetto al testo ebraico da cui derivano i codici medievali. Questo fatto non intacca il significato del testo. Molte varianti sono offerte anche dalla versione siriaca, nota come Peshiṭta. La versione latina della Vulgata di Girolamo si basa sul testo proto masoretico non ancora vocalizzato ed è letterale. Egli cerca infatti la hebraica veritas e nel Prologus galeatus afferma di non essere consapevole «che abbia cambiato qualcosa dell’originale ebraico (hebraica veritate)».

  1. Traduzione. Con la Riforma protestante il cristiano ha a disposizione tre testi: ebraico, greco, latino, mentre le Chiese orientali usano la versione siriaca.

Balzaretti si attiene al testo ebraico, illustrando però le varianti testuali greche, siriache e latine rispetto al TM, elencandole poi in un capitolo apposito alla fine del libro (pp. 677-714). Esse non cambiano il significato di un versetto.

Traduzione e commento

La Parte seconda del volume (pp. 41-570) riporta la Traduzione e il commento a 1-2Sam suddiviso secondo i blocchi letterari riportati qui sopra. Ogni unità è tradotta personalmente. Segue un’introduzione letteraria che descrive l’organizzazione del testo e i suoi elementi significativi. Viene quindi riportato il commento vero e proprio, composto per piccoli blocchi di versetti alla volta. Sono lasciate alle note le discussioni riguardanti la storia della formazione del testo, la storia di Israele e le varie strutture narrative.

Circa il proprio commento, Balzaretti afferma: «Il commento vero e proprio segue un approccio intratestuale e intertestuale, mentre le note affrontano gli aspetti storici e linguistici; in questo modo sono offerte più prospettive di interpretazione, così da favorire un “pensiero lento”, riflessivo. Lo scopo del commento è anche quello di portare alla luce il messaggio teologico complessivo del libro, che emerge progressivamente nelle conclusioni teologiche di ogni unità letteraria» (p. 7).

Temi teologici

Nella sezione iniziale della Parte terza del volume intitolata Il messaggio teologico (pp. 571-734), Balzaretti si sofferma a illustrare alcuni Temi teologici cruciali di 1-2Samuele (pp. 573-588).

Li individua nei seguenti: 1) Immagini di Dio; 2) Il problema della teodicea; 3) Teologia politica; 4) Aspetti antropologici.

Immagini di Dio. Dio è presente dall’inizio alla fine del libro, ma raramente in primo piano. Per illustrare la sua azione e quella degli uomini si è parlato di concursus divinum o di principio della doppia causalità. Si è sempre discusso sul rapporto tra libertà e necessità, tra provvidenza e caso. Nel testo non c’è un’immagine di Dio coerente con quella del Deuteronomio, su cui si costruiscono le teologie dell’AT. Il libro di Samuele sembra deliberatamente porsi in antitesi a essa. «Dal punto di vista narrativo Dio è presentato come un personaggio che interviene nel portare avanti la storia anche in modo inaspettato», afferma Balzaretti (p. 575). Egli riporta vari esempi di azioni problematiche di Dio nei confronti dei vari personaggi e della storia nel suo insieme.

Il libro di Samuele sembra un «esperimento teologico: se tutto ciò che capita è interpretato come voluto da Dio, che tipo di Dio avremmo alla fine?» (ivi). L’immagine di Dio urta quella della misericordia e dell’amore in cui si è rivelato nel NT e con l’idea filosofica della perfezione del Sommo Bene. Quando il libro di Samuele entra nel canone, esso però va letto alla luce di tutta la Bibbia e in modo particolare alla luce del NT.

Un altro tema interessante è quello di Saul, prima scelto e poi rifiutato. Secondo Barth, il re, l’eletto, del libro di Samuele è in tutti i suoi aspetti un testimone di Gesù Cristo: «Dio ha inaugurato il suo regno con Saul, ma per il peccato del popolo lo ha consegnato alla morte; così il Cristo rappresenta tutto il peccato del popolo ed è respinto, vittima offerta per espiare l’empietà del mondo. Se i re di Israele che sono stati riprovati sono il prototipo di Gesù Cristo, allora questi re portano anche le caratteristiche dell’elezione. Dio ha giustificato e salvato i peccatori e, per farlo, ha dovuto assumere la loro natura, diventando simile a loro» (cit. a p. 578).

La teodicea. Il problema della teodicea è relativo alla violenza divina, non rilevata dai padri della Chiesa, che la interpretavano in modo allegorico. Vari sono stati i tentativi di spiegazione: contestualizzazione storica, confronto con altre immagini di Dio, positive, presenti in Israele; interpretazione in senso metaforico o allegorico: le immagini violente intendono ispirare devozione e fedeltà a Dio. Per altri, Dio è violento per correggere la violenza umana.

Balzaretti invita a «distinguere tra la descrizione e la valutazione: la violenza di Dio è il nocciolo della testimonianza di Israele su Dio, ma riconoscere questa violenza non implica approvarla. Si deve protestare contro questo Dio arbitrario e violento come hanno fatto Giobbe e i salmisti» (p. 581). Al cristiano è offerto un approccio cristocentrico: «la natura di Dio che si è rivelata in Gesù consente di discernere quali rappresentazioni di Dio dell’AT corrispondano a una più matura visione di Dio. La lettura dell’AT è cambiata dopo l’evento pasquale» (ivi). Alcuni testi sulla regalità davidica considerati di natura iperbolica – quali quelli sulla regalità eterna – devono ora essere presi alla lettera, «vale a dire il vero significato del testo è Cristo che regna per sempre» (ivi).

Teologia politica. Secondo Balzaretti 1-2Samuele rappresenta una vera e propria «anatomia del dominio». Circa la teologia politica, il libro di Samuele «descrive la pedagogia divina che conduce il popolo a diventare consapevole che nessuna autorità terrena può mettersi al posto di Dio: anche colui che ha tutte le caratteristiche per essere l’eletto non è in grado di giovare al popolo e lo porta alla morte. Il popolo intraprende autonomamente la strada delle scelte politiche e Dio si mette da parte, lasciando che il potere si manifesti per quello che è» (p. 581). La richiesta del popolo per avere un re suona ironica: Israele vuole diventare come i popoli vicini per distinguersi dai popoli vicini…

Balzaretti individua tre motivi perché confrontarsi con il libro di Samuele su questo tema.

Il primo è che il fondamento dei regimi monarchici occidentali ha sfruttato l’origine divina della monarchia e l’unzione del re Davide, richiamata fino al 1852 per l’incoronazione di Carlo X a Reims. I reali inglesi vantano addirittura una linea di discendenza diretta da Davide.

Il secondo motivo è teologico. «Il libro di Samuele descrive la nascita di una nuova istituzione che modifica la natura del popolo di Dio dell’AT. Allora si trattava di modificare la relazione tra il potere divino e quello umano. Anche oggi la natura del popolo di Dio deve fare i conti con i mutamenti in atto» (p. 583).

Il terzo motivo è politico. Come l’esodo è stato riletto dalla teologia della liberazione e la giustizia sociale è stata fondata sulle polemiche dei profeti, così «il libro di Samuele solleva, senza mezzi termini, il problema del giusto esercizio del potere e dei costi del suo mantenimento. Esso presenta temi esplicitamente politici: la legittimità, la successione, l’egemonia. Non è però un manifesto politico, bensì un libro sulla politica, dove la distanza dell’autore dalle fazioni politiche ha consentito una riflessione politica intessuta in modo naturale nella narrazione. Il libro di Samuele è come uno sguardo sui costi del potere in sé, un’anatomia del dominio» (pp. 583-584).

Un quarto motivo è ideologico. «Fra le caratteristiche della regalità elencate da Samuele non emerge l’eredità della carica, anzi il rifiuto del principio dinastico sembra uno dei temi di fondo di tutto il libro» (p. 584), mentre «(t)utta la storia dell’Occidente è basata sui questo principio» (p. 585). L’eredità porta con sé una morte, perché è un atto di potere dei morti sui vivi, afferma Balzaretti. Le leggi fondamentali degli Stati moderni sono state fatte da persone ormai morte.

Il libro di Samuele sulla nascita della monarchia esprime vari giudizi e suggerisce alcune domande. Il problema «riguarda la natura del potere: se ci deve essere (an sit), e che cosa deve essere (quid sit). 1Sam 8 non risponde a queste due domande, ma ad altre due: quale è il suo scopo (cur sit) e come si qualifica (qualis sit). […] Il seguito del libro di Samuele mostra che il potere è solo utile per vincere contro i nemici all’esterno, mentre è totalmente incapace di mantenere la giustizia all’interno» (p. 585).

Una seconda caratteristica del potere è il rovesciamento tra mezzi e fini. «Da un parte, il potere è il mezzo necessario alla vita collettiva, però chi desidera conseguirlo lo fa per scopo personale e spesso finisce per usarlo solo per continuare a mantenerlo e soprattutto a trasmetterlo. Dall’altra parte, gli obblighi di fedeltà sono usati da chi governa per ottenere sottomissione». Si crea nei sottomessi il sospetto che ogni dichiarazione dei governanti nasconda altre motivazioni. Di qui nasce l’insicurezza e la violenza.

Altre caratteristiche della politica sono la struttura gerarchica del potere e il fatto che quest’ultimo abbia un «carattere contagioso. Chiunque si avvicina ai circoli del potere si sente, per una magìa da contatto, rappresentante del potere; si ritiene superiore agli altri e mantiene la propria distanza dagli inferiori. Le vicende di 2Sam 2-4 sembrano anticipare quella che oggi si definirebbe la teoria delle élites: gruppi ristretti di persone che fanno i propri interessi senza tener conto della base che essi rappresentano o di cui sono responsabili». «Ultima (nel senso di infima) caratteristica della politica è la guerra» (p. 586).

Aspetti antropologici. Fra quelle presenti nel libro di Samuele emerge il fatto che in molte sue pagine tutto sembra sotto il controllo dell’uomo. E allora si enfatizzano le poche espressioni che potrebbero alludere a una presenza di Dio dietro le quinte. Il Signore è sempre colui che salva.

«Questa ossessione per la teologia – nota Balzaretti – finisce per essere un’esperienza alienante per il lettore, facendogli volgere lo sguardo altrove, verso un alius. E il Totalmente Altro potrebbe diventare un alibi, che toglie ogni responsabilità all’uomo.

Invece, il lettore è chiamato a prendere posizione davanti a un’ampia gamma di sentimenti, di comportamenti e di caratteri umani» (p. 587). L’autore biblico infatti presenta spesso, da una parte, «situazioni incerte senza formulare un giudizio e lasciando aperte più interpretazioni, dall’altra parte, offre il modello di ogni lettura nella parabola di Natan e nella vicenda della donna di Teqoa» (ivi).

Il testo presenta situazioni reali, conflittuali, esperienze quotidiane per il lettore: «(l)a violenza e la vendetta, i difficili equilibri all’interno di una coppia, soprattutto tensioni e rotture tra genitori e figli. Il libro di Samuele non offre una soluzione o una consolazione: così è la vita. Il lettore è rigettato nel suo quotidiano a cercare le sue risposte e ad assumere le sue responsabilità» (p. 587).

Il libro di Samuele mostra anche l’incapacità delle istituzioni umane di rappresentare sulla terra il potere di Dio, confermando in tal modo l’impressione comune che «nelle organizzazioni si incontrano ai livelli più alti le persone più incompetenti. Prima i due giudici (Eli, Samuele), e poi due re (Saul, Davide) mostrano alla fine la loro incapacità; i primi due nella non formazione dei propri figli indegni eredi, gli altri due nella gestione del potere. Oltre che incapaci, i protagonisti sono pieni di hybris a cominciare da Samuele che fa di tutto per mantenere il suo controllo sul re» (ivi).

Il libro di Samuele fa notare che nella storia umana i comportamenti si ripetono, addirittura allo stesso modo. I cosiddetti doppioni (ad es. l’incontro notturno tra Davide e Saul, la ribellione di Assalonne e di Sheba, la fuga e il ritorno di Davide a Gerusalemme) «descrivono esattamente la vita quotidiana, fatta di script, di copioni, di modelli di comportamento standardizzati. […] Davanti alla vita così com’è il libro di Samuele non assume un atteggiamento rassegnato, presenta, invece, continue occasioni di cambiamento» (pp. 587-588). Quando Davide pensava di potersi godere il potere raggiunto, «il censimento crea una nuova situazione. All’uomo è comunque offerto un modello per affrontare i cambiamenti. All’inizio deve chiedere l’aiuto divino e ringraziare, come fa Anna e, alla fine, deve lodare Dio e riconoscere la sua presenza, come fa Davide nel salmo e nella costruzione dell’altare. In mezzo, tra la preghiera, il ringraziamento e il culto, c’è lo spazio dove assumere responsabilmente i primi impegni, come fanno tutti i personaggi del libro di Samuele» (p. 588).

Un commentario maggiore che fa onore all’esegesi italiana. Ringraziamo l’autore per la sua acribia filologica ed esegetica, lo sforzo di attualizzazione del testo e l’appello affinché il lettore sia protagonista attivo nel processo ermeneutico di interlocuzione serrata con il testo, con le sue presentazioni degli eventi e delle persone, immagini di Dio comprese.

  • 1-2Samuele. Nuova versione, introduzione e commento di CLAUDIO BALZARETTI (I libri biblici – Primo Testamento 8), Paoline, Milano 2020, pp. 808, € 80,00, ISBN 978-88-315-5304-9.
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