Congo: Komanda, una terra in lutto

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rainer1

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Beni, giovedì 31 luglio 2025

Erano venuti per celebrare la luce. Ahimè! È stata l’ombra a inghiottirli. Nella sala Caritas di Komanda, gli inni, i ritmi, le melodie, i canti, i canti di speranza sono stati zittiti dal fragore delle lame e dalle urla.

La croce si è eretta quella sera, non in segno di vittoria, ma di silenzioso martirio. Tra incenso e cenere, la veglia eucaristica si è trasformata in un incubo: una quarantina di anime falciate nello slancio della fede. Komanda, ferita, ora mormora le sue preghiere tra le rovine. Le stesse stelle sembrano piangere in silenzio.

Una tragedia, una shoah contro la Chiesa, un dramma sconvolgente ha colpito Komanda, nell’Ituri, nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2025. I ribelli delle Forze Democratiche Alleate (ADF) hanno attaccato una veglia religiosa organizzata dal Movimento della Crociata Eucaristica, causando almeno quarantatre morti, di cui una trentina appartenenti al MAC (Movimento di Azione Cattolica), come affermano a gran voce i media e le autorità religiose locali.

Cosa è successo?

Ricordiamo che l’attacco è avvenuto nella sala Caritas della parrocchia Beata Anuarite, dove i fedeli stavano celebrando i venticinque anni del movimento. Gli assalitori hanno sorpreso i cristiani mentre pregavano, uccidendone diversi con armi da taglio.

Case e negozi sono stati ridotti in cenere e altre persone sono disperse. Secondo le informazioni, nonostante la presenza militare nella zona, non è stato rilevato alcun segnale premonitore (non giudichiamo l’esercito congolese, ma ha comunque fallito la sua missione).

Impatto umano e spirituale

Si dice che tra le vittime ci fossero dei catecumeni che avrebbero dovuto ricevere il sacramento della cresima il giorno successivo. Lo shock deve essere immenso nella comunità locale, che non può fare a meno di parlare di profanazione e sacrilegio.

I sopravvissuti – che sicuramente ci sono – non possono che descrivere una scena di caos assoluto, con corpi ritrovati tra le macerie. Un simile dramma non può che gettare un velo di lutto sull’intera Chiesa e sul mondo intero.

A titolo illustrativo, lo stesso Papa Leone XIV ha espresso il suo dolore lunedì 28 luglio 2025. Il vescovo di Roma, unendosi al lutto delle famiglie e della comunità cristiana gravemente colpita, ha manifestato loro la sua vicinanza e ha assicurato la sua preghiera. Ha implorato Dio affinché il sangue di questi martiri sia seme di pace, riconciliazione, fratellanza e amore per tutto il popolo congolese.

Nel suo messaggio di cordoglio, la CENCO ha ribadito lo stesso punto di vista di Sua Santità. Ha inoltre espresso indignazione per l’inerzia delle autorità nazionali e internazionali (FARDC, UPDF, MONUSCO, ecc.). Ha invitato il governo ad agire e ha chiesto giustizia. Infine, ha chiesto ai fedeli cristiani di non cedere al panico, ma di pregare senza sosta.

Contesto di sicurezza

Va precisato che questo attacco è avvenuto dopo un periodo di calma, attribuito alle operazioni congiunte FARDC-UPDF contro l’ADF.

I ribelli respinti verso Mambasa sembrano aver cambiato strategia per colpire nuovamente Komanda. Riteniamo che questa tragedia rilanci gli appelli per una strategia di sicurezza più coerente per proteggere i civili nella parte orientale della RDC.

La comunità internazionale (in particolare le Nazioni Unite) ha persino condannato questo attacco.

Reazioni ufficiali e appello all’azione

È stato precisato che la MONUSCO ha definito l’attacco un atto di barbarie inqualificabile, contrario al diritto internazionale umanitario. In tale occasione, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie in lutto e ha ribadito il suo impegno a proteggere i civili al fianco delle autorità. Inoltre, sono state dispiegate pattuglie intorno a Komanda per prevenire ulteriori violenze.

La MONUSCO, si precisa, ha anche sostenuto la sepoltura e le cure mediche di emergenza per i feriti.

L’ONU ha esortato i gruppi armati stranieri a deporre le armi senza condizioni e a tornare nei loro paesi d’origine. Da parte loro, le FARDC hanno lanciato un appello alla solidarietà nazionale e internazionale e a una maggiore vigilanza da parte della popolazione.

Suggerimenti per la sicurezza del territorio

Per rafforzare la sicurezza a Komanda e nella parte orientale della RDC di fronte agli attacchi dell’ADF, potrebbero essere prese in considerazione diverse misure, tra cui:

  • rafforzamento militare e logistico: si tratta di aumentare gli effettivi delle FARDC nelle zone sensibili come Komanda, Beni, Lubero, Rutsuru, Goma, Bukavu, ecc. ; migliorare la mobilità delle truppe con veicoli adatti al terreno accidentato;
  • sorveglianza e intelligence: è necessario installare sistemi di sorveglianza (droni, telecamere termiche) per individuare qualsiasi movimento sospetto; formare unità di intelligence localizzate in grado di anticipare gli attacchi; rafforzare la cooperazione tra FARDC e UPDF per dare la caccia ai gruppi armati nelle zone di frontiera;
  • sensibilizzazione e mobilitazione cristiana: è opportuno organizzare campagne di vigilanza comunitaria, con numeri di emergenza; formare i leader locali alla gestione delle crisi e alla protezione civile; incoraggiare le denunce anonime per prevenire le infiltrazioni;
  • il sostegno umanitario e psicologico: è opportuno istituire centri di accoglienza per gli sfollati e i sopravvissuti; offrire assistenza psicologica alle famiglie in lutto; rafforzare l’assistenza medica di emergenza nelle zone a rischio.
Tra consolazione, critica e speranza

«Hanno ucciso il corpo, ma non lo spirito». Hanno zittito il canto, ma non la speranza». Noi, coro di sopravvissuti, possiamo fare nostre queste parole. A Komanda, terra in lutto, le colline hanno visto falò, ma mai una notte così buia. Certo! Il cielo era senza stelle quella sera, come se anche gli astri si rifiutassero di guardare. Le capanne cadute a terra raccontano una storia che nessuno ha scritto, ma che tutti sentono.

Ogni pietra, ogni albero, sembra conservare nella memoria i nomi che i vivi sussurrano con tremore: i nomi dei nostri martiri (è così che bisogna chiamarli). Abbiamo il dovere di lanciare un appello al mondo, guardando agli Stati e alla Chiesa: un appello alla giustizia e alla pace. Tuttavia, in questo strazio, sorge una domanda: fino a quando?

Certo, la comunità internazionale guarda, compatisce, a volte agisce. Ma Komanda aspetta più delle parole; Komanda aspetta che il mondo ascolti il suo grido, non quello della vendetta, ma quello di una pace costruita sulla giustizia e sul rifiuto dell’oblio.

In sintesi, ribadiamo le condoglianze già espresse dalla maggior parte di voi. Affermiamo che nel cuore di Komanda tutto è lutto e preghiera allo stesso tempo. In questa notte in cui l’incenso (il sacro) si è mescolato alla cenere, qualcosa rimane ed è l’eco di una fede che non appassisce anche quando tutto vacilla.

Anche padre Yanick Nzanzu Maliro scj è tornato su queste parole nel suo articolo che tratta della stessa causa, dicendo: «Di fronte a questa barbarie, la fede non deve vacillare. La Chiesa invita alla preghiera, al raccoglimento, ma anche all’azione per la pace, la giustizia e la verità. […] Che il loro sangue versato diventi seme di fede e di pace. Consola le loro famiglie e rendici più uniti di fronte all’orrore. Risveglia le coscienze addormentate e rendici costruttori di pace. Così sia! »

Aggiungiamo anche noi che i crociati non sono scomparsi: vivono nei canti reinventati, nei ceri riaccesi, nelle mani che si tendono nonostante la paura. Siamo convinti che se la barbarie voleva spegnere la luce, è riuscita solo a far brillare di più le anime che ha cercato di spezzare. Concludiamo con questa preghiera per i defunti: «Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pacem. Amen.» («Dona loro, Signore, il riposo eterno, e che la luce senza fine risplenda su di loro. Riposino in pace. Amen.»).

Pace eterna ai martiri di Komanda! Che la luce infinita risplenda su coloro che questa guerra in Congo ci strappa inaspettatamente!


Le triste regard croisé sur le drame de Komanda

Beni, Jeudi 31 juillet 2025

Ils venaient célébrer la lumière. Hélas ! C’est l’ombre qui les a engloutis. Dans la salle Caritas de Komanda, les hymnes, les rythmes, les mélodies, les cantiques, les chants d’espoir se sont tus sous le fracas des lames et des cris. La Croix s’est dressée ce soir-là, non pas en victoire, mais en martyre silencieux. L’on a constaté qu’entre encens et cendres, la veillée eucharistique a viré au cauchemar : une quarantaine d’âmes fauchées dans l’élan de la foi. Komanda, meurtri, murmure désormais ses prières dans les ruines. Les étoiles elles-mêmes semblent pleurer en silence.

En effet, une tragédie, une shoah contre l’Église, un drame on ne peut plus bouleversant à frappé Komanda, en Ituri dans la nuit du 26 au 27 juillet 2025. Des rebelles des Forces Démocratiques Alliées (ADF) ont attaqué une veillée religieuse organisée par le Mouvement de la Croisade Eucharistique, faisant au moins quarante-trois morts, dont une trentaine du côté de ce MAC (Mouvement d’Action Catholique) comme le disent tout haut les médias et les autorités religieuses locales.

Que s’est-il passé ?

Rappelons-le, l’attaque a eu lieu dans la salle Caritas de la Paroisse Bienheureuse Anuarite où les fidèles célébraient les vingt-cinq ans du mouvement. Les assaillants ont surpris les chrétiens en pleine prière, tuant plusieurs à l’arme blanche. Les maisons et les commerces ont été réduits en cendres et d’autres personnes portées disparues. Selon les informations, malgré la présence militaire dans la zone, aucun signe avant-coureur n’a été détecté ( nous ne jugeons pas l’armée congolaise, mais elle a quand-même failli à sa mission).

Impact humain et spirituel

L’on raconte que parmi les victimes figuraient des catéchumènes qui devaient recevoir le sacrément de confirmation le lendemain. Le choc ne doit qu’être immense dans la communauté locale qui ne peut pas s’empêcher de parler se profanation et de sacrilège. Des survivants –c’est sûr qu’il y en a – ne doivent que décrire une scène de chaos absolu, avec des corps retrouvés dans des décombres. Pareil drame ne doit qu’endeuiller l’Église tout entière et le monde entier. À titre illustratif, le Pape Léon XIV lui-même a exprimé sa douleur ce lundi 28 juillet 2025. L’évêque de Rome, s’associant au deuil des familles et de la communauté chrétienne gravement touchées, leur a manifesté sa proximité et les a rassuré de sa prière. Il a imploré Dieu afin que le sang de ces martyrs soit une semence de paix, de réconciliation, de fraternité et d’amour pour tout le peuple congolais. Dans son message de condoléances, la CENCO elle-même a abondé dans le même angle que sa sainteté le pape. Elle s’est indigné également de l’inaction des autorités tant nationales qu’internationales (FARDC, UPDF, MONUSCO, …). Elle a appelé à l’action du gouvernement, à la justice. Elle a enfin demander aux fidèles chrétiens de ne pas céder à la panique mais de prier sans trêve.

Contexte sécuritaire

Il sied de le préciser : cette attaque est survenue après une période d’accalmie, attribuée aux opérations conjointes FARDC –UPDF contre les ADF. Les rebelles repoussés vers Mambasa semblent avoir changé de stratégie pour frapper à nouveau Komanda. Nous pensons que cette tragédie relance les appels à une stratégie de sécurité plus cohérente pour protéger les civils dans l’Est de la RDC. La communauté internationale (en particulier les Nations Unies), a même condamné cette attaque.

Réactions officielles et appel à l’action

L’on a précisé que la MONUSCO a qualifié l’attaque d’acte de barbarie inqualifiable, contraire au droit international humanitaire. À l’occasion, elle a exprimé ses condoléances aux familles endeuillées et réaffirmé son engagement à protéger les civils aux côtés des autorités. Par ailleurs, des patrouilles ont été déployées autour de Komanda pour prévenir d’autres violences. La MONUSCO, précise-t-on, a également soutenu l’inhumation et les soins médicaux d’urgence pour les blessés.

L’ONU a exhorté les groupes armés étrangers à déposer les armes sans condition et à retourner dans leurs pays d’origine. De leur côté, les FARDC ont appelé à une solidarité nationale et internationale, et à une vigilance accrue de la population.

Suggestions pour la sécurité

Pour renforcer la sécurité à Komanda et dans l’Est de la RDC face aux attaques des ADF, plusieurs mesures pourraient être envisagées entre autres :

  • le renforcement militaire et logistique : il est question d’augmenter les effectifs des FARDC dans les zones sensibles comme Komanda, Beni, Lubero, Rutsuru, Goma, Bukavu, etc. ; améliorer la mobilité des troupes avec véhicules adaptés au terrain accidenté ;
  • la surveillance et le renseignement : il faut installer des systèmes de surveillance (drones, caméras thermiques) pour dénicher tout mouvement suspect ; former des unités de renseignement localisées capables d’anticiper les attaques ; renforcer la coopération FARDC–UPDF pour traquer les groupes armés dans les zones frontalières ;
  • la sensibilisation et la mobilisation chrétienne : il convient d’organiser des campagnes de vigilance communautaire, avec des numéros d’alerte rapide ; former les leaders locaux à la gestion de crise et à la protection civile ; encourager les dénonciations anonymes pour prévenir les infiltrations ;
  • le soutien humanitaire et psychologique : il sied de mettre en place des centres d’accueil pour les déplacés et les survivants ; offrir un accompagnement psychologique aux familles endeuillées ; renforcer les soins médicaux d’urgence dans les zones à risque.
Entre consolation, critique et espérance

« Ils ont tué le corps, mais pas l’esprit ». Ils ont coupé le chant, mais pas l’espérance ». Nous, ce chœur de survivants, pouvons faire nôtres ces mots. À Komanda, terre endeuillée, les collines ont vu des brasiers, mais jamais aussi une nuit dense. Bien sûr ! Les cieux étaient sans étoiles ce soir-là comme si même les astres refusaient de regarder. Les cases retombées sur le sol racontent une histoire que personne n’a écrite, mais que tout le monde ressent. Chaque pierre, chaque arbre, semble garder en mémoire les noms que les vivants murmurent avec tremblement : les noms de nos martyrs (c’est comme ça qu’il faut les nommer). Nous sommes dans l’obligation de lancer un appel au monde dans un regard croisé sur les États et l’Église : l’appel à la justice et à la paix. Toutefois, dans ce déchirement, une question s’élève : jusqu’à quand ? Certes, la communauté internationale regarde, compatit, parfois agit. Mais Komanda attend plus que de mots ; Komanda attend que le monde entende son cri, pas celui de vengeance, mais celui d’une paix bâtie sur la justice et le refus de l’oubli.

En compendium, nous réitérons les condoléances déjà exprimées par la plupart. Nous postulons qu’au cœur de Komanda, tout porte le deuil en même temps une prière. Cette nuit où l’encens (le sacré) s’est mêlé aux cendres, quelque chose demeure et c’est l’écho d’une foi qui ne flétrit pas même lorsque tout vacille. Le père Yanick Nzanzu Maliro, SCJ est aussi revenu sur ces propos dans son article traitant de la même cause en disant : « Face à cette barbarie, la foi ne doit pas vaciller. L’Église appelle à la prière, au recueillement, mais aussi à l’action pour la paix, la justice et la vérité. […]Que leur sang versé devienne semence de foi et de paix. Console leurs familles, et rends-nous plus unis face à l’horreur.Éveille les consciences endormies et fais de nous des bâtisseurs de paix. Ainsi soit-il ! »

À nous aussi d’ajouter que les croisés n’ont pas disparu : ils vivent dans les chants réinventés, dans les cierges rallumés, dans les mains qui se tendent en dépit de la peur. Nous sommes convaincu que si la barbarie voulait éteindre la lumière, elle n’a réussi qu’à faire briller plus fort les âmes qu’elle a tentées de briser. Chutons par cette prière pour les défunts  : « Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pacem. Amen. » (« Donne-leur, Seigneur, le repos éternel, et que brille sur eux la lumière sans fin. Qu’ils reposent en paix. Amen »).

Paix éternelle aux martyrs de Komanda ! Que la lumière sans fin brille sur ceux que cette guerre du Congo nous arrache inopinément !

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Un commento

  1. Alberto 9 agosto 2025

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