
A Loreto, presso il centro di spiritualità «Christus vivit», sulla collina di Montorso, nella fascia oraria del tardo pomeriggio e sera di venerdì 19 settembre 2025, dalle 18.45 alle 22.15, si è tenuto il primo convegno per operatori pastorali delle diocesi marchigiane dal titolo: «Iniziazione cristiana, vita di fede, ministerialità, nelle chiese delle Marche», nato all’interno di un percorso di collaborazione tra le varie commissioni di lavoro della Conferenza Episcopale Marchigiana. Erano presenti oltre 150 operatori, provenienti dalle diocesi marchigiane, insieme all’Arcivescovo di Loreto, Mons. Fabio Dal Cin, il Vescovo di Senigallia, Mons. Franco Manenti e il vescovo di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola, Mons. Andrea Andreozzi.
La proposta, come affermato dal vescovo Andreozzi, è di un itinerario di formazione su un argomento di capitale importanza come è quello del come fare o, per meglio dire, generare i cristiani nel nostro tempo. Oltre alla presenza e al contributo degli esperti, il metodo prevede la possibilità di dare vita anche a dei laboratori di dialogo ed approfondimento.
La prima e significativa nota al Convegno è stata data da Don Emanuele Piazzai, referente regionale per la Catechesi, il quale ha introdotto i presenti ad alcune questioni essenziali su cosa si intende per Iniziazione Cristiana e chi debba farsi carico di un compito così fondamentale. Elisa Merlini della pastorale giovanile, ha poi dato le coordinate per i laboratori, incentrarti sulla proposta di cogliere e sottolineare le priorità emerse dalla lettura di una scheda preparata per l’occasione.
Al termine dei lavori, nella breve sintesi che è stata fatta da Suor Cristina Alfano, è risultato evidente che occorre considerare gli elementi caratterizzanti il cambiamento d’epoca. I giovani spesso perdono la fede non per rifiuto, ma perché non ne conoscono più il linguaggio, quasi senza saperne il perché. Non è la fede a scomparire, ma una certa forma di religione: quella del Dio tappabuchi. Anche il rapporto tra Chiesa e società è mutato: la società parlava cristiano fino a qualche tempo fa e riusciva a trasmettere l’esperienza cristiana quasi senza che ce se ne accorgesse, oggi non è più così perché la società parla altre lingue.
Questa situazione può diventare un’occasione per purificare la fede: una nuova missione che non riguarda solo i catechisti o i sacerdoti, ma tutta la comunità. Occorre poi domandarsi se la parrocchia è davvero casa accogliente della Parola, dell’Eucaristia, della fraternità. Trasmettere la fede non significa soltanto insegnare contenuti, ma introdurre a un’esperienza viva. L’itinerario catecumenale previsto dal RICA, «Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti», offre delle indicazioni preziose:
- una catechesi graduale e integrale, collegata all’anno liturgico e alla Parola di Dio;
- la pratica della vita cristiana, imparata attraverso l’esempio della comunità;
- la mistagogia, cioè un modo di vivere la liturgia, soprattutto del battesimo e dell’eucaristia, capace di far entrare nel mistero della fede ricevuta con i sacramenti;
- la testimonianza, che rende ogni battezzato protagonista dell’annuncio;
- la fedeltà all’Eucaristia domenicale, cuore di una fraternità aperta e accogliente per tutti.
Non si tratta quindi solo di «fare catechismo», ma di accogliere una nuova sfida-missione: aiutare le persone a scoprire che il dono dell’essere cristiani è vita in pienezza. È l’insieme della Chiesa, con i suoi carismi, a dover accompagnare chi si avvicina al Vangelo. La fede non si comunica solo con nozioni, ma attraverso la testimonianza concreta di chi già la vive. Da qui la domanda che interpella ogni parrocchia: come rendere credibile il Vangelo a quanti hanno perso la speranza?
A novembre il cammino continuerà, venerdì 21, sempre a Loreto con l’intervento del vescovo di Novara Paolo Giulio Brambilla, teologo e Presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. Per il 27 febbraio 2026 interverrà l’Arcivescovo Mons. Cesare Pagazzi, teologo, già segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e attualmente archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Altri appuntamenti verranno comunicati non appena arriveranno le conferme degli esperti che sono stati invitati.






Non attaccherei la catechesi in maniera così spudorata e impropria, ma le modalità con cui essa viene attuata, cioè limitata ad una presentazione meramente dottrinale delle verità di fede. In realtà essa è l’incontro con la comunità cristiana, mediante l’annuncio della parola e la testimonianza dei catechisti. Certamente bisogna rimotivare i catechisti, che trascinati nel vortice delle lamentele, rischiano di mancare di speranza.
La soluzione c’è già ed è un frutto del conciliò vaticano secondo si chiama neocatecumenato basta solo volerla applicare un saluto Francesco Bernetti Evangelista