
Josef Grünwidl è il nuovo arcivescovo metropolita di Vienna. la nomina è stata pubblicata il 17 ottobre. Già amministratore apostolico della diocesi dalle dimissioni del card. Christoph Schönborn (22 gennaio 2025), Grünwidl ha rivestito i ruoli di segretario del cardinale, parroco, vicario episcopale, presidente del consiglio presbiterale. Nato a Hollabrunn nel 1963 ed ordinato prete nel 1988 per la diocesi di Vienna. Oltre agli studi teologici è organista concertista. Sarà ordinato vescovo il 24 gennaio 2026 nel duomo della capitale austriaca.
Tre linee portanti
Nella sua prima conferenza stampa accanto al cardinale ha ricordato che dei suoi 37 anni da prete 32 li ha spesi nella pastorale diretta e, sollecitato dai giornalisti, ha indicato tre linee portanti del suo servizio ecclesiale.
La prima è la cura pastorale. «Amo incontrare le persone nei loro interrogativi di vita, nelle loro gioie, nelle loro esigenze: dalla nascita di un figlio alla preparazione del battesimo, dal matrimonio al letto di morte». Confessa il suo desiderio di trasmettere a ciascuno la «melodia di Dio» evocata proprio dalla memoria liturgica di sant’Ignazio di Antiochia (17 ottobre) e dalle sue inclinazioni musicali.
La seconda è la forma collegiale del governo. Grünwidl si sente un giocatore di squadra chiamato al dialogo paziente e all’ascolto di ogni voce, in particolare di quelle più flebili e lontane.
La terza è la sua attenzione a costruire ponti. Sia all’interno della Chiesa sia fra le confessioni cristiane e nel contesto della società civile, secondo l’orientamento di privilegiare i poveri in coerenza con il magistero di papa Francesco e papa Leone.
Non ha intenzione di commentare i processi della politica, ma afferma che «dove siano in gioco la dignità umana, la giustizia, la pace, la tutela della vita o la salvaguardia del creato, la Chiesa continuerà a far sentire la sua voce». Ha ricordato che la realtà della diocesi di Vienna è migliore della sua immagine pubblica: vive nelle parrocchie, nelle comunità religiose e spirituali, nella Caritas, nelle istituzioni educative, nei suoi 75.000 volontari, 2.000 dipendenti e 1.400 insegnanti di religione.
Nomina condivisa
Grünwidl ha anche ammesso che il ritardo della nomina è stato anche a causa sua. Non si sentiva adatto al compito e lo ha fatto presente per lettera al nunzio. Ma è stato nei molti incontri come amministratore diocesano che ha cominciato ad avvertire «un forte senso di aspettativa». La gente lo invitava ripetutamente a non rifiutare se l’avessero scelto. Così ha capito che «Dio non ha bisogno che sia perfetto, ma che sia disponibile».
Schönborn che era al suo fianco ha commentato lapidario: «Avete sentito Josef Grünwidl. Ora capite perché ho voluto che fosse lui il mio successore. Non c’è bisogno di altro commento». Ma il cardinale si era già espresso qualche ora prima quando all’agenzia cattolica Kathpress ha detto: «Per me oggi è un giorno davvero toccante e gioioso» ammettendo si essersi «liberato da un peso sul cuore». Recensendo i molti consensi raccolti ha ricordato il grido di consenso dei fedeli ortodossi ai loro pastori «Axios» (è degno!): «mi sembra che questo sia stato proclamato per l’eletto qui a Vienna per molte settimane e mesi ed è bello che papa Leone lo abbia condiviso».
La nomina è stata anticipata dai media mercoledì 15 ottobre provenendo da fonti politiche, perché per il concordato è necessario una via libera dal Governo (nel caso contrario si può cambiare nome, ma in ogni caso l’ultima parola è del papa). La pratica si era chiusa il mercoledì. Giovedì i giornalisti aspettavano il Bollettino della Sala stampa della Santa Sede, che però non conteneva la nomina. È arrivata il giorno successivo.
Il consenso sembra essere davvero trasversale. Fra i vescovi, tutti largamente favorevoli, cito il presidente della Conferenza episcopale, il vescovo di Salisburgo mons. Franz Lackner, il quale ha parlato di lui come di «un vero pastore che lavora con cuore aperto e mente acuta e che conduce alla vicinanza con Dio e alla empatia con la gente». Compatte nel consenso la confederazione dei religiosi e religiose, le voci diocesane dell’Azione cattolica, dei movimenti ecclesiali, delle associazioni di formazione, della Caritas, dei responsabili parrocchiali e delle iniziative educative e critiche come «Wir sind Kirche» (Noi siamo Chiesa), «Pfarrer-Initiative» (Iniziativa dei parroci), «Laien-Initiative» (Iniziativa dei laici). «Priester ohne Amt» (preti senza ufficio, ex-preti).
Positivamente colpiti anche i responsabili delle altre chiese (ortodosse, protestanti, vetero-cattoliche) e delle altre fedi, tutti convinti della particolare e favorevole attività della diocesi in continuità con il predecessore. Sul fronte politico si sono espressi il presidente della Repubblica, Van der Bellen, la ministra della cultura Claudia Plakolm, il cancelliere federale Christian Stocker, il sindaco di Vienne Michael Ludwig, la leader dei verdi Leonore Gewessler.
Un eccellente patrimonio di fiducia che consentirà a Josef Grünwidl di ereditare la grande autorevolezza dei suoi predecessori, da Schönborn a Kőnig.






Succedere a Schönborn è impegnativo.
Settimana news non presenta veramente il profilo del vescovo, perché ha un obiettivo preciso? Vediamo re hanno il coraggio di scriverlo.
L’indirizzo pastorale prospettato mi sembra molto buono e consono ai tempi; un po’ debole l’esperienza pastorale diretta sul campo, che comunque pare supportata da una bella carica ideale. Il passare del tempo e l’acqua che scorrera’ sotto i ponti permetteranno giudizi più precisi e puntuali.
Speriamo non se la suoni e se la canti! 🙂 Un caro augurio al nuovo arcivescovo!