Congo: morte di un’insegnante e distruzione del sistema scolastico

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In un Paese in cui la morte ha eletto domicilio e dove le politiche pubbliche non sono evidentemente sane e motivate a lavorare per il bene comune, raramente la notizia della morte di una povera insegnante è diventata così virale da turbare l’insensibilità dei politici.

I social network hanno fatto la loro parte. E il grido dei poveri ha raggiunto i politici che, come ormai sappiamo, seguono le miserabili lamentele dei cittadini poveri su Facebook, Tik Tok…

Qualche giorno fa, il 20 ottobre, a Kinshasa, la signora Bonnette Elombe Kianfuni ha perso la vita a causa di una malattia su cui gli internauti stanno speculando. Perché queste speculazioni? In effetti, una certa apprensione culturale africana veicola la credenza secondo cui non si muore per niente, che dietro ogni morte si nasconde una persona malvagia, uno stregone: una cultura del capro espiatorio. Niente di più lontano dalla realtà!

Affettuosamente chiamata Madame Elombe, l’insegnante era diventata famosa per il suo uso pedagogico dei social network: su Facebook e TikTok diffondeva video di giovani scolari che animava con le sue improvvisazioni musicali. Attraverso la musica, il canto, la danza e la poesia, trasmetteva ai giovani la gioia di imparare, l’appropriazione gioiosa dell’apprendimento delle basi dell’alfabetizzazione in un contesto globalmente africano e in particolare congolese, dove l’analfabetismo continua a battere record e dove, a causa della disoccupazione quasi generalizzata degli intellettuali, andare a scuola o all’università sembra sinonimo di preparare la tavola della propria povertà.

Il fatto che la signora Elombe sia riuscita a rendere i giovani appassionati della scuola è eroico e riflette lo sforzo e la passione di tutti quei professionisti dell’aula che, in vari angoli della Repubblica, si dedicano anima e corpo all’insegnamento ai giovani e in cambio sono pagati meno che in moneta falsa, incapaci di nutrire adeguatamente le loro famiglie, di curarsi…

Queste insegnanti, questi insegnanti, sono il cemento di questa società, di questa Repubblica che ha deciso di violare la loro dignità a vantaggio di appropriazioni indebite e corruzione generalizzata. Per ignoranza della fondatezza di risanare il sistema educativo? No, certamente! Si tratta piuttosto di un mezzo sicuro per consolidare la dittatura, poiché non è facile instaurare una dittatura su menti sveglie.

Quindi si indebolisce, si abbandona il sistema educativo in balia del mercenarismo o, meglio, del volontariato carismatico, poiché in condizioni normali di retribuzione nessun insegnante si troverebbe in queste scuole dove ormai la gratuità istituita dal regime al potere ha reso quasi gratuite le prestazioni di queste donne e questi uomini che non chiedono milioni di dollari da Kinshasa, ma solo un po’ di dignità salariale per coprire i bisogni primari.

Ci si chiederebbe quindi se la signora Elombe non sia forse morta per mancanza di possibilità di accedere a cure sanitarie di qualità. Una tesi grave ma possibile.

Dalla sua memoria, ricorderemo che il paradigma pedagogico “Imparare facendo” (learning by doing) di John Dewey si tradurrebbe meglio in “Imparare divertendosi” nella Repubblica Democratica del Congo. Ricorderemo anche che la dignità dell’insegnante non è in vendita, non è negoziabile. Ricorderemo infine l’urgenza per il Paese di risanare i servizi pubblici.

Insomma, Madame Elombe è una stella. La sua morte è un grido d’allarme. Un SOS. La sua morte è soprattutto la ridicola rivelazione di un Paese che gioisce dell’indegnità e della morte dei suoi cittadini.

Riposa in pace, Madame Elombe!


MADAME ELOMBE : Quand un décès d’une enseignante dévoile un système éducatif abandonné au volontariat.

Dans un pays où la mort a élu domicile et où les politiques publiques ne sont visiblement pas assainies et motivées à oeuvrer pour l’intérêt général, rarement une nouvelle d’un décès d’une pauvre enseignante a été autant virale au point de déranger l’insensibilité des politiques. Les réseaux sociaux ont joué. Et le cri des pauvres a atteint les politiques qui, on le sait désormais, suivent les gérémiades misérables des pauvres citoyens sur facebook, sur tik tok,…

Il y a quelques jours, le vingt Octobre, à Kinshasa, Madame Bonnette Elombe Kianfuni a rendu l’âme de suite d’une maladie autour de laquelle spéculent les internautes. Pourquoi pareille spéculation ? En effet, une certaine appréhension culturelle africaine véhicule la croyance selon laquelle on ne meurt pas pour rien, que derrière chaque décès se cache une personne malveillante, un sorcier : une culture du bouc émissaire. Loin s’en faut!

Affectueusement appélée Madame Elombe, l’enseignante s’était rendu célèbre pour son usage pédagogique des réseaux sociaux : sur facebook et tik tok, elle diffusait des vidéos des jeunes écoliers qu’elle animait par ses improvisations musicales. A travers la musique, le chant, la danse et la poésie, elle transmettait aux jeunes la joie d’apprendre, l’appropriation joyeuse de s’initier aux rudiments de l’alphabétisation dans un contexte globalement africain et particulièrement congolais où l’analphabétisme continue à battre record et où, de suite du chômage quasi généralisé des intellectuels, aller à l’école voire à l’Université semble synonyme de préparer la table de sa pauvrété.

Que Madame Elombe ait su rendre les jeunes fans de l’école, ceci est héroïque et traduit l’effort voire la passion de tous ces professionnels de la craie qui, à divers coins de la République, se donnent corps et âme pour enseigner les jeunes et qui en contrepartie sont payés moins qu’en monnaie de singe incapables de nourrir convenablement leurs familles, de se soigner,… Ces enseignantes, ces enseignants sont le ciment de cette société, de cette République qui a sacrément décidé de molester leur dignité au profit des détournements et de la corruption généralisée. Par ignorance du bien fondé d’assainir le système éducatif ? Non, certes ! Il s’agit bien d’un moyen sûr pour assoir la dictature puisqu’il n’est pas facile s’assoir une dictature sur des esprits éveillés.

Alors, l’on affaiblit, l’on abandonne le système éducatif à la merci du mercenariat ou mieux du volontariat charismatique puisque dans les conditions normales de rémunération, aucun enseignant ne se retrouverait dans ces écoles où désormais la gratuité instaurée par le régime en place a quasiment rendu gratuites les prestations de ces femmes et hommes qui ne demandent pas des millions de dollars de Kinshasa mais juste un peu de dignité salariale pour couvrir les besoins primaires. L’on se demandenderait ici si Madame Elombe ne serait pas morte faute d’accès aux soins de santé de qualité. Thèse grave mais possible.

De sa mémoire, l’on va retenir que le paradigme pédagogique “Apprendre en faisant” ( learning by doing) de John Dewey se traduirait mieux en “Apprendre en s’amusant” en République Démocratique du Congo. L’on va aussi retenir que la dignité de l’enseignant n’est pas à vendre, qu’elle n’est pas négociable. L’on va enfin retenir l’urgence pour le pays d’assainir les services publics.

Bref, Madame Elombe est une étoile. Sa mort est un cri d’alarme. Un S.O.S. Sa mort est surtout le dévoilement ridicule d’un pays qui se réjouit de l’indignité et de la mort de ses citoyens.

Repose en paix , Madame Elombe !

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