In esilio per protesta

di:

iraq1

Francesco, ciao.

Dall’inizio del mio patriarcato ho dovuto combattere per difendere e proteggere i cristiani dell’Iraq. Ho combattuto contro la “milizia Babilonia” che si dice cristiana, ma che in verità è sciita. È vero che ne fanno parte alcuni cristiani; anche il loro comandante si dice cristiano e si chiama Rayan Alkardani, ma non ha niente a che fare con il cristianesimo. Ha violato i diritti umani e venduto le case dei cristiani a Baghdad e nella Piana di Ninive.

Abbiamo avuto l’Isis e l’esodo dei cristiani di Mosul e dalla Piana di Ninive nel 2014, ed è durato tre anni. Poi è arrivata la liberazione ed è cominciato il restauro delle case.

Le attuali tristi vicende intorno alla Chiesa Caldea e alla mia persona sono causate da questa milizia che ha fatto pressione sul Presidente della Repubblica per intimidire me e i cristiani per poter mettere le mani sulle proprietà della Chiesa e dei cristiani.

Il presidente ha cancellato il decreto di riconoscimento del 2013 per permettere alla milizia di Rayan di confiscare tutto ciò che è cristiano per l’interesse suo e delle milizie. Ha avanzato delle accuse contro di me presso il tribunale, affermando, contro la verità, che ho venduto le chiese antiche e ho trasferito i soldi in Canada. Non ho mai venduto case o chiese, perché sono il nostro patrimonio storico e, per alienarle, dobbiamo avere il permesso della Santa Sede e del governo iracheno.

Ho deciso di andare a Erbil, nel Kurdistan, per protestare contro un decreto che non ha precedenti ed è ingiustificato e inaccettabile.

Grazie a Dio, non sono solo e la nostra Chiesa non è sola.

I vescovi caldei e la comunità cristiana hanno manifestato ad Erbil, a Kirkuk, a Baghdad e nella Piana di Ninive in segno di solidarietà. Ho anche ricevuto lettere di appoggio dall’autorità sciita Al-Sistani e dai consigli dei sunniti, da ministri, da persone diverse e dai patriarchi del Medio Oriente.

Sono fiducioso che vincerà il bene e che il male sarà sconfitto. Tante persone pregano per me e per i cristiani dell’Iraq per un rapido e felice ritorno a Baghdad, nella pace.

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Un commento

  1. Riccardo 18 luglio 2023

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