C’è la mail della mamma, che alle 7.45 del mattino chiede di cambiare squadra al figlio, perché nei “rossi” non ci sono gli amici, che invece sarebbero nei “blu”. C’è la telefonata del papà che alle 8, in modo perentorio, minacciando querela, domanda chi sia il tal ragazzo che avrebbe dato un calcio al figlio durante un gioco.
C’è la mail della mamma, che con veemenza si lamenta di una sbucciatura al ginocchio della figlia di 10 anni, caduta il giorno prima mentre giocava (con foto allegate). C’è il messaggio Whatsapp del papà che si lamenta dei piatti serviti a pranzo, perché non sono apprezzati dalla figlia.
C’è la mail della mamma che esige giochi e attività diverse, perché il proprio figlio non trova interessanti quelli proposti e, dunque, non ritiene di dovervi partecipare. C’è la telefonata del papà che chiede un rimborso spese perché il figlio parte una settimana in vacanza con la famiglia e, quindi, non sarà presente per tutto il tempo preventivato, nonostante all’iscrizione la presenza fosse prevista per tutto il tempo.
E via così, giorno dopo giorno, mail dopo mail, messaggio dopo messaggio… una pioggia di lamentele, rimostranze, minacce che ogni settimana giungono agli organizzatori adulti del Grest: preti, suore, educatori, volontari…
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Sappiamo che viviamo nell’età dei genitori iperprotettivi, che tendono a rimuovere difficoltà e ostacoli dal percorso dei propri figli, finanche a prevenirli, genitori che diventano inarrivabili sindacalisti dei propri piccoli, sempre pronti a dare ragione a loro e torto agli altri, anche se gli altri sono adulti, formati e responsabili.
Sappiamo che viviamo nel tempo delle famiglie esigenti, che pretendono servizi efficientissimi, strutture e attività impeccabili, e soprattutto richiedono che i propri bisogni diventino i bisogni di tutti.
Sappiamo che viviamo nell’epoca dell’aggressività comunicativa, del sospetto elevato a metodo, della violenza (verbale, ma non solo) diffusa.
Eppure, ogni anno di più, quello che (purtroppo) in qualche modo si vede a scuola, si ritrova anche nel momento del Grest, un momento di pausa estiva e di animazione – che vorrebbe anche essere di educazione della persona, cristianamente ispirata e aperta nell’accoglienza per tutti – che le comunità cristiane, spesso in alleanza con altre agenzie educative, portano avanti con passione, dedizione, servizio… e fatica.
È un’azione preziosa, questa del Grest o dell’oratorio estivo, che spesso viene scelta anche per i costi contenuti rispetto ad altre proposte estive; un’azione, basata sulla generosità di molti, che in modo del tutto singolare affida ad adolescenti e giovani compiti di responsabilità e cura.
Ma che, mi pare, ogni anno di più deve gestire con maggior sforzo non tanto i bambini (già di per sé compito gravoso), non solo deve indirizzare gli adolescenti di oggi – così diversi rispetto a quelli di pochi anni fa, ragazzi e ragazze disponibili ma anche fragili, con lo smartphone sempre a portata di mano, magari fotografando o filmando chi e cosa non deve essere filmato e fotografato (ma, lo stesso, accade ai bambini) – ma anche, e soprattutto, i genitori. Mamme e papà (ma anche nonni, zii, cugini) che riversano sul Grest quegli atteggiamenti, quelle richieste, quelle pretese che il Grest non può né riesce (né deve) sempre accontentare.
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Allora, cari genitori, se volete davvero che vostro figlio, vostra figlia viva un’esperienza bella, formativa, divertente, relazionale, fate per favore un passo indietro: nessuno subirà un trauma se starà nella squadra dei rossi e non dei gialli; un ginocchio sbucciato è fisiologico nel gioco; una lite tra ragazzi può essere gestita dagli adulti presenti; gustare un piatto poco gradito potrà comunque essere una piccola esperienza di decentramento e di superamento del proprio egoismo.
Cari genitori, mentre affidate i vostri bambini, i vostri adolescenti alla comunità cristiana, ricordate che tanti sono volontari, che è la dedizione di molti a permettere di far funzionare la macchina del Grest: non dimenticate educazione e pacatezza, e comunicatele!
Sappiamo che spesso il Grest è scelto perché è più economico rispetto ad altri campi estivi: allora, non scordate che altrove la cura dei figli è soddisfatta con costi ben più alti!
Cari genitori, fate un passo indietro, osservate da lontano, aiutate a gestire frustrazioni ed emozioni, non ingigantendole, non facendovi travolgere, non sentendovi sempre parte in causa, ma dando il giusto peso a quello che accade.
Cari genitori, aiutate i vostri figli a maturare piano piano nell’autonomia; non sentitevi sotto un ricatto affettivo continuo, non pretendete da voi e dagli altri un investimento emozionale che danneggia più che nutrire la vita dei vostri figli.
E se avete bisogno di chiarimenti, se desiderate un confronto, se ritenete che vi sia qualcosa di rilevante di cui parlare con il prete, la suora, l’educatore, l’adulto, scrivete e dialogate con fiducia e rispetto, con uno sguardo costruttivo, e non date il timone dei vostri sentimenti alla rabbia.
Non vivete al posto di chi avete generato alla vita, ma fate loro vivere la vita: con le cadute, i contrasti, le frustrazioni che si incontrano in ogni vita. Anche dei vostri figli. Che usciranno meno fragili dal momento di fatica, se avrete accompagnato alla giusta distanza.
- Dal blog Vino Nuovo, 20 giugno 2025
Articolo alquanto contrassegnato da evidente distorsione fondamentalista e clericale della realtà delle cose e delle situazioni: come potranno sentirsi quei genitori che qui si accusano e condannano senza possibilità di difesa? Dov’è la Chiesa sinodale tanto sbandierata di questi tempi?
Per un’azione pastorale maggiormente efficace ci vuole più comprensione delle situazioni e più coinvolgimento degli stessi genitori.
Mi meraviglia che Settimana si presti a questo violento modo di fare.