
Scelte culturali diverse sono più che legittime; sono il sale della terra. Quindi, chiedere di uscire, come di entrare in una qualche organizzazione, cambiare idea è sacrosanto. Perciò i consiglieri di Limes che hanno scelto di uscire hanno fatto una scelta di coscienza del tutto sensata.
Non sono d’accordo con tante opinioni e giudizi politici espressi da Lucio Caracciolo specie sulla questione russa, e Lucio, amico da più di 30 anni, lo sa. Lui, peraltro, non fa mistero di non essere d’accordo con i miei giudizi sulla guerra in Ucraina.
Penso fermamente che Putin abbia perso la guerra sin dall’inizio e che, in questi quattro anni, abbia solo peggiorato la sua situazione. Se Putin avesse vinto sul campo, perché non avrebbe fatto una parata di vittoria a Kyiv, portandosi dietro Zelensky in catene? Se stesse vincendo sul campo, perché ha chiesto all’amministrazione del presidente Donald Trump di avere territori che, in 4 anni di combattimento e con oltre un milione di morti e feriti russi, non ha ancora conquistato?
Probabilmente questi argomenti non sono condivisi da Lucio, e non sta a me spiegare ragioni che, con migliore eloquenza, può spiegare lui.
Ciò detto, confermo di restare tra i consiglieri di Limes, perché so che Lucio è uomo pragmatico e, se si rende conto di avere sbagliato, cambia idea. Del resto, così faccio io: se mi avvedo di uno sbaglio, cambio parere.
E così fate voi, no?






Ecco, ho giusto abbonamento a Limes! Secondo me Putin non ha tecnicamente vinto, e anzi uscirà ridimensionato dal conflitto, ma ha messo in mostra tutti i limiti della Nato. Di fatto l’Ucraina per continuare a resistere ha bisogno dell’aiuto massiccio occidentale e questo aiuto pesa più del previsto. Economicamente, socialmente e politicamente .