Amedeo Ricucci: un ricordo amico

di:

profilo

Anche la morte ha fretta di questi tempi, tempi che bruciano le notizie come si trattasse di fascina per il nostro caminetto. La morte di uno dei più apprezzati giornalisti italiani – Amedeo Ricucci – non poteva sottrarsi alla regola dei social: la corsa è sapere e commentare per primi, non per ultimi.

Dunque, a 63 anni, nel pieno di tante guerre devastanti, l’inviato Amedeo Ricucci se ne è andato non lontano da casa, nella sua Calabria.

Approfitto dell’ospitalità di SettimanaNews per ricordare l’impossibile bisogno di Dio dell’ateo Amedeo Ricucci. Per lui – visto che “Dio non c’è” – dovremmo fare di tutto per darcelo da noi: nelle nostre scelte, nei nostri comportamenti: partendo dall’esigenza di vedere davvero gli altri, non solo noi stessi.

I fatti

Un’informazione-specchio, nella quale guardarsi, finisce col farci trovare infiniti capri espiatori per i nostri guai, desideri e bisogni, con la conferma delle nostre ideologie. Mentre dopo un passato ideologico, consapevole, Amedeo Ricucci era da tanto tempo in guerra con tutte le ideologie. I fatti, non le idee presunte, sono la realtà. Ma i fatti bisogna vederli, smontando le ideologie che ci obbligano a sostituire la realtà con la nostra percezione della realtà.

Non potevamo andare sempre d’accordo, essendo entrambi post-ideologici: entrambi in guerra con le proprie ideologie passate. Ma nei nostri litigi trovavamo sempre la forza di ritrovarci, nel nome del bisogno di essere innanzitutto esseri umani.

Il terreno che ci ha unito in una guerra senza rifugio è stata la Siria. E la memoria di padre Paolo Dall’Oglio. Su di lui non abbiamo mai litigato, anzi, dopo ogni litigio, proprio il nome di Paolo era quello che riusciva sempre a farci ritrovare uniti da un sorriso e da un impegno sul campo.

Se lui aveva sfidato l’identitarismo ecclesiale, quello della sinistra, quello del pacifismo ideologico, quello della destra islamofoba, quello delle rappresentazioni false della rivoluzione siriane e dei suoi martiri, chi eravamo noi per ritenere l’uno o l’altro più grande di tutto questo? Così dal 2013 a oggi siamo rimasti uniti nella difesa di una testimonianza, nella ricerca di una verità che nessuno vuole davvero trovare.

Padre Paolo Dall’Oglio

Che io sappia nessun giornalista cattolico o musulmano ha difeso la testimonianza di padre Paolo più dell’ateo Amedeo Ricucci. Per quel suo impossibile bisogno di Dio, che lo ha portato – durante la sua incredibile e perigliosa carriera – in Afghanistan, in Libia, in Iraq, in Siria, in Libano, e in tanti altri luoghi di conflitto, sempre con quella bussola chiara avanti a sé: l’impossibile bisogno di Dio non può farci ripiegare sul facile istinto di schierarsi aprioristicamente con questo o con quello.

Tante verità dolorose si potrebbero e si dovrebbero ricordare parlando di lui. Non ultima quella sui traffici libici e l’amicizia italica con certi trafficanti d’uomini. Ma non sono io a poter far questo. Io posso e debbo dirgli grazie per aver fatto emergere il nome dell’emiro dell’Isis che ora vive a casa sua, a Raqqa, sotto il controllo dei curdi e della coalizione anti-Isis e che il 29 luglio del 2013 era presente nel quartier generale in cui fece ingresso padre Paolo: Abd al Rahman Faysal Abu Faysal. Nessuna rogatoria, nessun interrogatorio per lui. Sta a casa, dove Amedeo Ricucci non ha potuto recarsi per proibizioni varie, facili da immaginare.

Il documentario realizzato su Abuna (qui) – cioè “nostro padre”, come tutti i siriani chiamavano e chiamano ancora padre Paolo – rimane il grazie più grande che io possa dire all’amico, al giornalista, all’uomo Amedeo Ricucci: anche al suo bisogno impossibile di Dio.

Mi ha reso migliore

Le litigate feroci, gli alterchi al telefono o al bar, oggi li ricordo come la farina di cui era impastata la nostra profonda, vera, sincera amicizia. Se non mi avesse criticato, attaccato, per poi riprendere a camminare con me, oggi sarei molto peggiore di quel che sono.

Non potrò portare avanti la sua scelta professionale perché io penso che quella scelta professionale oggi sia indesiderata. Ma potrò continuare a cercare quel barlume di verità del quale entrambi – avevamo ben capito – tutti vogliono che nulla emerga.

Forse la migliore testimonianza sul punto a cui fosse giunto la offre il suo ultimo reportage: muto, senza alcun commento. Solo immagini, fatti, eventi. Basta commentare, basta dire: è ora di guardare in faccia la realtà.

Non è un caso che Amedeo avesse deciso di dedicarsi alla pesca nella sua Cetraro, in Calabria, appena fosse andato in pensione. Ma prima di allora – ci siamo promessi – saremmo andati insieme a Raqqa. A fare bene cosa, però, non ce lo siamo detti: forse a non darci motivo di dire che abbiamo sbagliato la nostra vita.

Print Friendly, PDF & Email

Un commento

  1. Guglielmo 19 luglio 2022

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto