Cristianofobia, nuovi segnali

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Contro gli atti di vandalismo e le aggressioni anticristiane si stanno levando molte voci nei paesi occidentali. In Francia 86 senatori hanno chiesto una commissione di inchiesta. In Germania la conferenza episcopale cattolica e 47 Chiese locali (protestanti e cattoliche) hanno denunciato l’aggravamento della situazione. In Canada è in discussione un progetto di legge in merito.

Il problema è stato sollevato anche negli USA e negli stati aderenti all’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la collaborazione in Europa) a cui fa riferimento l’OIDAC (Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa).

La cristianofobia non va confusa con la persecuzione, perché si riferisce a fatti e violenze occasionali, perché non è direttamente contro la fede ma giustificata da altre e discutibili ragioni e perché manifesta, seppure in forma negativa e censurabile, la dialettica democratica (cf. qui su SettimanaNews).

La cristianofobia è una malattia della convivenza democratica, mentre la persecuzione è una diretta conseguenza di un potere autocratico e totalitario. Ambedue i fenomeni sono in crescita e ambedue soffrono di una insufficiente e colpevole disattenzione dei media occidentali. Sono spesso oggetto di manipolazione finalizzata al consenso politico delle forze politiche di destra.

Persecuzioni: non pervenute

La persecuzione è in forte crescita negli ultimi decenni. Il 29 settembre mons. Paul Richard Gallagher, della Segreteria di stato vaticana, lo ha ricordato all’assemblea generale dell’ONU: «La libertà di pensiero, di coscienza e di religione è un altro pilastro della pace, eppure la persecuzione delle minoranze religiose, in particolare dei cristiani, persiste a livello globale. I cristiani in tutto il mondo sono oggetto di gravi persecuzioni, tra cui violenze fisiche, incarcerazioni, sfollamenti forzati e martirio. Oltre 360 milioni di cristiani vivono in zone in cui subiscono livelli elevati di persecuzione e di discriminazione, con attacchi a chiese, case e comunità che si sono intensificati negli ultimi anni. I dati mostrano che i cristiani sono il gruppo più perseguitato a livello globale, eppure la comunità internazionale sembra chiudere gli occhi di fronte alla loro situazione» (cf. qui su SettimanaNews).

La cristianofobia negli stati democratici ha molte e discutibili radici. Si va dal vandalismo generico al danneggiamento mirato di manufatti religiosi (edifici, statue, oggetti liturgici), da reazioni legate a indirizzi culturali (cancel culture, laicismo) a fenomeni sociali come la ribellione dei neri americani o la reazione in Canada della scoperta di supposte tumulazioni di bambini nativi, da aggressioni personali a “censure” indirette a persone di convinta appartenenza confessionale, da fenomeni fraintesi (i graffiti oltraggiosi o la creativa street art) fino all’opposizione ottusa a forme contemporanee di arte religiosa.

Francia

Dopo il vandalismo in 27 chiese delle Landes, il danneggiamento di una croce a Nizza e l’assassinio di un credente iracheno a Lione, 86 senatori del centrodestra francese hanno firmato un manifesto che denuncia la scarsa attenzione dell’amministrazione statale verso i fenomeni anticristiani.

Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati 401, in crescita rispetto ai 350 del medesimo periodo nel 2024, dopo un rallentamento registrato nei due anni precedenti. Il ministero degli interni registra i fatti in forma notarile senza un adeguato impegno di contrasto. La legge impedisce di segnalare l’appartenenza religiosa con l’esito che nei media risaltano più evidenti le aggressioni alle istituzioni islamiche ed ebree rispetto a quelle contro i cristiani.

La proposta è di avviare un dispositivo nazionale di segnalazione e di accompagnamento delle vittime e una commissione d’inchiesta per i vandalismi alle chiese e ai cimiteri.

Germania

Nello scorso agosto la Conferenza episcopale ha segnalato la crescita e la violenza degli atti di vandalismo contro le chiese e le istituzioni cristiane e ha invitato la polizia e i responsabili della sicurezza dei cittadini a reagire davanti alla violazione di confini simbolici insuperabili della convivenza civile.

47 chiese locali (protestanti e cattoliche) hanno condiviso un’indagine prodotta dall’agenzia informativa protestante (EPS) e stanno approntando misure di contrasto: tecnologie di sorveglianza, presenza di volontari, misure strutturali di sicurezza ecc.

Alcune diocesi hanno avviato un inventario centralizzato dei beni di ciascuna chiesa parrocchiale. In ogni caso, va annotato che ogni danneggiamento ha un costo immateriale importante: una profonda ferita al sentimento religioso dei fedeli. Alcuni atti vandalici sono rimasti nella memoria collettiva come quello contro le reliquie dei santi cittadini a Bonn nel 2016 o il danneggiamento del “calvario” di Wettenhausen (Augusta) nel 2022.

Canada

Il 19 settembre il Governo ha proposto un disegno di legge per proteggere i cittadini che frequentano i luoghi di culto censurando quanti ne impediscono l’accesso e compiono azione di intimidazione verso i fedeli. Disposizioni richieste da diversi gruppi di varie religioni davanti alla forte crescita di atti di odio e di aggressione.

I crimini di questo tipo sono stati, nel 2024, 920 contro gli ebrei, 229 contro i musulmani, 61 contro i cristiani (nel 2021 furono 155). Ma, per alcuni, bisognerebbe prendere di petto anche i danni alle cose e alle chiese. Altri hanno espresso il timore che la legge possa impedire la libertà di espressione, un rischio che il governo non vuole correre.

OSCE e OIDAC

Dal 2010 l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa fornisce alcuni elementi, ancora imprecisi, circa la cristianofobia nel nostro continente.

Nel rapporto del 2024 si conferma l’ulteriore crescita delle violenze contro i cristiani. I crimini sono quantificati in 2.444 casi, avvenuti in 35 paesi europei. Fra questi, 232 sono attacchi personali. Le nazioni più colpite sono la Francia, il Regno Unito e la Germania.

Fra i crimini registrati, il 62% sono vandalismi, il 10% incendi, l’8% minacce, il 7% violenze fisiche, il 2% omicidi (o tentativi di omicidio) e 11% sotto altre forme. Si censiscono forme preoccupanti di discriminazione sul lavoro, in università, in politica e nei media. Fino alla violazione della libertà di coscienza relativamente al servizio militare, nella pratica medica dell’aborto e alla libertà di conversione (nel caso di passaggio dall’islam alla fede cristiana).

Fa parte di questo clima la “costituzionalizzazione” del “diritto” all’aborto e la scarsa attenzione alle fedi nella legislazione sull’eutanasia.

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Un commento

  1. Fabio Cittadini 6 ottobre 2025

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