La metodologia dell’Assemblea sinodale

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Nel corso della Conferenza stampa di presentazione dell’Instrumentum laboris della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (qui), a p. Giacomo Costa, consultore della Segreteria generale del Sinodo, è toccato il compito di spiegare quale sarà la metodologia del lavoro assembleare del prossimo mese di ottobre 2023. Riprendiamo il suo intervento.

Sinodo dei vescovi (foto ANSA)

Il mio compito è ora presentarvi il metodo di lavoro che seguiremo durante l’Assemblea sinodale di ottobre 2023.

Il quadro di riferimento per lo svolgimento dell’Assemblea resta ovviamente la costituzione apostolica Episcopalis Communio (EC), in particolare gli artt. 13-18. La metodologia proposta si situa quindi in continuità con quella delle più recenti Assemblee, con alcune variazioni. In parte sono dovute a ragioni pratiche, legate all’aumento del numero dei membri. Aumentano i vescovi: una ventina in più rispetto all’ultima Assemblea Generale Ordinaria (2018), data la crescita del numero di vescovi nel mondo. E aumentano i non vescovi, a seguito della estensione partecipativa approvata da papa Francesco nel mese di aprile. Complessivamente sono previsti circa 370 membri, esperti esclusi, mentre nel 2018 i padri sinodali erano 267, più una cinquantina di uditori.

Ma le variazioni sono soprattutto necessarie per tenere conto dei non piccoli cambiamenti del processo sinodale, e in particolare del fatto che arriviamo all’Assemblea sinodale dopo una lunga fase di consultazione e di ascolto, che ha permesso alle sette Assemblee continentali di esprimere una serie di priorità.

In maniera sorprendentemente chiara tra queste è emerso il desiderio di continuare a utilizzare per l’ascolto e il discernimento in comune il metodo della conversazione nello Spirito, che ha segnato profondamente la fase consultiva del cammino sinodale.

Il metodo della conversazione nello Spirito

La conversazione nello Spirito può essere descritta come una preghiera condivisa in vista di un discernimento in comune, a cui i partecipanti si preparano con la riflessione e la meditazione personale. Si faranno reciprocamente dono di una parola meditata e nutrita dalla preghiera, non di una opinione improvvisata sul momento. La conversazione è però monca se non si articolano le diverse voci e non si colgono i frutti dell’incontro, in un dinamismo missionario che punta all’azione. La conversazione nello Spirito risulta tanto più feconda quanto più tutti i partecipanti vi si impegnano con convinzione, condividendo esperienze, carismi e ministeri a servizio del Vangelo. A partire da questi contributi, il discernimento, aiuterà a identificare i passi concreti che lo Spirito Santo invita la Chiesa a compiere per crescere nella comunione, nella missione e nella partecipazione.

L’esperienza della fase della consultazione mostra come la conversazione nello Spirito apra “spazi” in cui affrontare insieme anche tematiche controverse, su cui nella società e nella Chiesa è più frequente lo scontro, di persona o attraverso i social media, che il confronto. In altre parole, la conversazione nello Spirito ci offre una alternativa praticabile alle polarizzazioni.

La dinamica della conversazione nello Spirito articola tre passaggi fondamentali, da declinare nelle diverse situazioni. Il primo è dedicato alla presa di parola da parte di ciascuno, a partire dalla propria esperienza riletta nella preghiera durante il tempo della preparazione. Il secondo passaggio punta a costruire legami: ciascuno prende la parola per esprimere che cosa durante l’ascolto lo ha toccato più profondamente e quando ha sentito lo Spirito Santo far risuonare la propria voce; questo è possibile quanto più ciascuno coltiva la familiarità con il Signore, attraverso la meditazione della Parola e la vita sacramentale, crescendo così nella capacità di riconoscere la Sua voce. Infine nel terzo passaggio, sempre sotto la guida dello Spirito Santo, si identificano i punti chiave emersi durante la conversazione e si raccolgono i frutti del lavoro comune, in vista del passaggio all’azione; in particolare si punta a raggiungere un consenso inclusivo, in cui ciascuno possa sentirsi rappresentato, senza trascurare i punti di vista marginali né trascurare i punti in cui emerge un dissenso, che non va eliminato ma sottoposto a discernimento.

Risulta così chiaro che l’Assemblea sinodale è chiamata a vivere un processo spirituale di ricerca della volontà di Dio e non il dinamismo degli organi parlamentari, in cui il confronto si conclude con un voto che divide maggioranza e minoranza. Offre un’occasione per ascoltare dei fratelli e delle sorelle in Cristo, e, attraverso a loro, lo Spirito, che, come ripete Papa Francesco è l’autentico protagonista. Chi non ne ha mai fatto esperienza, fatica a comprendere questo dinamismo, che è un punto qualificante della metodologia di lavoro.

I diversi passi dell’Assemblea

I lavori dell’Assemblea saranno strutturati in cinque segmenti, seguendo lo sviluppo dell’IL (cfr figg. 1 e 2), con l’introduzione, rispetto al passato, di alcuni momenti di preghiera comune e di alcune celebrazioni liturgiche, in aggiunta alla preghiera con cui si apre e chiude ogni sessione.

Nel primo segmento dei lavori, l’Assemblea affronterà la Sezione A dell’IL, che si intitola “Per una Chiesa sinodale. Un’esperienza integrale” ed esprime la comprensione vissuta della sinodalità maturata lungo la fase della consultazione. Lo scopo sarà mettere ulteriormente a fuoco le caratteristiche fondamentali e il modo di procedere di una Chiesa sinodale.

Il frutto di questo lavoro costituirà l’orizzonte al cui interno affrontare le tre questioni prioritarie emerse dalla fase di consultazione e presentate nella Sezione B dell’IL, che le esprime legandole ai tre termini chiave del Sinodo: comunione, missione e partecipazione.

Come spiega il n. 44 dell’IL, il cambiamento nell’ordine con cui i tre termini compaiono, con la missione nel posto centrale, si radica nella consapevolezza dei legami che li uniscono maturata durante la prima fase. In particolare, comunione e missione si intrecciano e si rispecchiano l’una nell’altra. Siamo spinti a superare una concezione dualista, in cui i rapporti interni alla comunità ecclesiale sono il dominio della comunione, mentre la missione riguarda lo slancio ad extra. Infine, la partecipazione non può essere compresa se non nel rapporto con comunione e missione che la partecipazione può essere compresa, e per questo non può che essere affrontata dopo. Da una parte rappresenta una istanza di concretezza che rende più solide comunione e missione, dall’altra trova nelle prime due un orientamento finalistico che le impediscono di trasformarsi nella frenesia della rivendicazione di diritti individuali.

Ogni questione prioritaria (B1-B2-B3) sarà sviluppata in un segmento specifico dell’Assemblea, grazie al lavoro sulle Schede appena presentate dal card. Hollerich.

Le Schede di lavoro – cinque per ciascuna questione prioritaria – che costituiscono la seconda parte dell’IL. Sono pensate come sussidio pratico per facilitare il lavoro dei gruppi (circuli minores). Ogni scheda offre una domanda per il discernimento, preceduta da una contestualizzazione basata soprattutto sui documenti finali delle Assemblee sinodali e seguita da una serie di spunti per la preghiera, la riflessione personale e il lavoro di gruppo. Questi spunti articolano diverse prospettive e dimensioni della vita della Chiesa, mantenendo il legame con l’esperienza del Popolo di Dio raccolta nella fase dell’ascolto. Quindi le Schede di lavoro non sono trattati su un tema, né capitoli di un libro da leggere in successione. Ciascuna è una sorta di portale d’ingresso per trattare la questione prioritaria a cui è associata e può essere affrontata anche senza dover considerare le altre.

L’obiettivo del lavoro sulla Sezione B è identificare dei passi concreti che lo Spirito Santo ci chiama a compiere per crescere come Chiesa sinodale, ed elaborare proposte a diversi livelli, dal locale all’universale.

L’organizzazione dei lavori a segmenti non elimina la connessione tra le due sezioni. L’esperienza sinodale del Popolo di Dio affrontata nella Sezione A rappresenta l’orizzonte all’interno del quale collochiamo la trattazione delle questioni prioritarie poste nella Sezione B. Occorre mantenere la tensione tra lo sguardo d’insieme e l’identificazione dei passi da compiere. Questi ultimi danno incisività e concretezza alla visione d’insieme, mentre la visione d’insieme ci aiuta a mantenere la coesione e a evitare di disperderci nei dettagli.

I frutti del lavoro assembleare

L’ultimo segmento dei lavori sarà dedicato alla raccolta dei frutti e alla loro formulazione in un testo che li renda comunicabili e, per quanto riguarda le proposte più concrete, anche attuabili nell’arco di tempo che separa le due sessioni (2023 e 2024). Le votazioni permetteranno di cogliere il consenso che questa formulazione riscuote.

Non si tratta di una conclusione. Tra le due sessioni si continuerà a camminare insieme nelle Chiese e tra Chiese, a rileggere questa esperienza del Popolo di Dio e a promuovere gli approfondimenti necessari, in particolare dal punto di vista teologico, canonico e pastorale. L’obiettivo delle due sessioni resta presentare al Santo Padre proposte concrete per crescere come Chiesa sinodale. Per questo scopo, è importante identificare quali blocchi ostacolano il cammino e approfondire le questioni su cui non è ancora maturato un sufficiente consenso. L’anno che separa le due sessioni sarà di fondamentale importanza per sperimentare come affrontarle e offrire ulteriori elementi per il discernimento dell’assemblea di ottobre 2024.

Il luogo

Un’ultima parola riguarda il luogo dove si svolgerà l’Assemblea sinodale. È in Vaticano, certo, ma si tratta dell’Aula Paolo VI. È grande abbastanza per accogliere tutti i partecipanti, mentre nell’Aula nuova del Sinodo ci sarebbero stati a malapena i Membri e non gli Esperti. Ma soprattutto l’Aula Paolo VI può essere sistemata con tavoli a cui possono sedere gruppi di una decina di persone, rendendo più rapido il passaggio tra sessioni in plenaria e lavori di gruppo e soprattutto facilitando la dinamica della conversazione nello Spirito. Così, chi ha presente le immagini delle precedenti Assemblee sinodali, si prepari a rimanere sorpreso quando vedrà quelle di ottobre 2023.

Un sentito grazie

Non posso concludere senza cominciare a esprimere la gratitudine per il lavoro che state facendo e che farete in ottobre: il Sinodo affronterà questioni di grande importanza per il futuro della Chiesa, lo sforzo per costruire una metodologia di lavoro che permetta un lavoro costruttivo e fruttuoso è stato ingente (anche solo per elaborare i documenti a partire da una quantità di materiali senza precedenti). Ma per portare frutto questo sforzo ha bisogno di essere comunicato, di essere fatto circolare. Grazie quindi al Dicastero per la Comunicazione e alla Sala Stampa per il loro appoggio – continueremo ad approfittarne! – oltre che a Thierry Bonaventura e ai suoi collaboratori nella Segreteria del Sinodo e in diverse parti del mondo. E grazie anche a tutti voi per il vostro lavoro.

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