Lintner: riaperture vaticane

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Foto di Michael Martinelli su Unsplash

Il Coordinamento delle Associazioni Teologiche Italiane fa proprio l’intervento dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale, che qui viene rilanciato. In questo modo, intendiamo esprimere solidarietà al prof. Lintner e condividere le preoccupazioni più generali che il comunicato solleva. Auspichiamo che, anche alla luce di questo singolo caso, si possa camminare con intelligenza e amore, ma anche con decisione, verso un modo di essere Chiesa che sappia valorizzare la vocazione e il compito della teologia, proprio là dove la fede si confronta con la realtà delle donne e degli uomini di oggi cercando, come in un «laboratorio culturale» (cf. Francesco, Veritatis gaudium, n. 3), le strade più adeguate per comprendere e attuare la novità del Vangelo. Ci sembra altresì necessario che si apra, nei luoghi appropriati e interessati, una riflessione che alimenti quel processo di rinnovamento anche istituzionale che Papa Francesco ha indicato nella lettera inviata al nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede (1 luglio 2023). A tal fine, offriamo la nostra disponibilità per un confronto costruttivo, in particolare in ordine alla trasparenza dei procedimenti vaticani di valutazione e di giudizio, nel rispetto dei ruoli e dei compiti a cui ciascuno è chiamato (Comunicato CATI sulla vicenda Lintner).
Noi dell’Associazione dei teologi e delle teologhe morali argentini, con un senso sinodale di fraternità, desideriamo esprimere il nostro sostegno al teologo italiano Martin Lintner OSM. Siamo consapevoli del prezioso contributo del professor Lintner come teologo morale, ricercatore inquieto nella ricerca della verità e del bene morale, stimato per la sua profondità teologica in dialogo rispettoso con la Chiesa alla quale egli stesso riconosce la sua fedele appartenenza e il suo rispetto e fedeltà al Magistero. Preso atto del rifiuto del “nihil obstat” per la nomina di Martin Lintner a preside presidenza dello Studio teologico accademico di Bressanone da parte degli organi competenti, riteniamo che sia ancora necessario nella Chiesa approfondire la trasparenza, la carità e il senso di comunione e sinodalità nei processi e nei metodi decisionali. Il Santo Padre Francesco, nella sua recente lettera al nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Victor Manuel Fernandez, espone la necessità di “un pensiero che sappia presentare in modo convincente un Dio che ama, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno”. È la stessa lettera in cui Papa Francesco esorta il nuovo prefetto a concentrare il suo impegno sull’incoraggiamento del pensiero della Chiesa, sul progresso della dottrina, sulla riflessione al servizio dell’evangelizzazione, piuttosto che sulla persecuzione o sul controllo dottrinale. Questa lettera incoraggia il nostro impegno nella promozione di un sapere teologico morale che, fondato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, sia in grado di dialogare con le scienze e le culture per dare ragione della nostra speranza al mondo intero (cf. OT 16). È con questa speranza di solidarietà che vogliamo abbracciare il nostro fratello Martin Lintner e tutti coloro che possono vivere situazioni simili, rimanendo uniti nella preghiera per loro e per una Chiesa dell’incontro, sinodale e missionaria (Comunicato dell’Associazione dei teologi e delle teologhe moralisti argentini).

Come si può evincere da queste due dichiarazioni sul caso Lintner, che uniscono idealmente il continente europeo a quello latinoamericano, la teologia ha reagito in modo propositivo, auspicando un dialogo a favore della Chiesa e, in essa, dell’esercizio del ministero teologico. Auspicio, questo, che trova ora un primo riscontro concreto.

Dopo aver annunciato, il 26 giugno, la necessità della elezione di un nuovo preside da parte del Consiglio dello Studio teologico accademico di Bressanone, a causa del rifiuto del nulla osta al prof. Martin Lintner, in data 6 luglio, il vescovo Ivo Muser ha comunicato che in seguito a “un dialogo cordiale e aperto, peraltro mai interrotto, con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, si è convenuto di prorogare il mandato del Preside in carica – il professor Alexander Notdurfter – fino al 31 agosto 2024. Questo tempo garantirà la calma necessaria a maturare insieme le questioni emerse che hanno coinvolto anche altri Dicasteri”.

Rispetto alle procedure finora in atto, la Chiesa cattolica si prende quindi il tempo necessario per una riflessione comune fra dicasteri romani e istanze teologiche coinvolte, al fine di maturare i chiarimenti necessari e di individuare quanto di quelle procedure è bene cambiare.

L’augurio è che si riesca a uscire da un’ambivalenza strutturale, ancora ben presente nella parte giuridica di Veritatis gaudium, in cui, per quanto riguarda la prassi di concessione del nulla osta per incarichi accademici nelle facoltà cattoliche di teologia, si oscilla, come soggetti vaticani competenti, fra l’identificazione specifica della (allora) Congregazione per l’educazione cattolica e un generico riferimento alla Santa Sede senza alcun ulteriore chiarimento.

Da un lato, oggi, il Dicastero per la cultura e l’educazione, a cui compete il versante ufficiale della decisione in merito al nulla osta e la comunicazione alle persone interessate. Il documento di conferimento o meno del nulla osta arriva da questo dicastero.  D’altro lato, il Dicastero per la dottrina della fede che è, di fatto, il luogo in cui viene presa la decisione – senza per altro comparire mai in forma esplicita.

Nel passato questa situazione ha permesso una sorta di elisione totale della responsabilità vaticana in casi di non concessione del nulla osta. Chi firmava non si considerava responsabile perché riteneva di agire in semplice funzione notarile rispetto a una decisione presa altrove. Altrove, ossia la Congregazione per la dottrina della fede appunto, in cui tutto rimaneva coperto da un velo di anonimato (sia nelle notificazioni, sia nelle comunicazioni) e, quindi, non c’era nessuno con cui interloquire.

Nel 2018, con la pubblicazione di Veritatis gaudium le cui parti normative furono scritte all’interno della stessa Congregazione per l’educazione cattolica, di questa ambivalenza procedurale nulla fu cambiato.

Segno sia della prevalenza de facto della Congregazione nascosta dietro il dito di Pollicino della dizione generica “Santa Sede”, sia della sostanziale accettazione da parte della Congregazione per l’educazione cattolica di questa vischiosità interna alla Curia romana e della non trasparenza che essa comportava. In fin dei conti, per quest’ultima, essa rappresentava pur sempre una giustificazione a cui ricorrere in caso di rifiuto del nulla osta.

Quanto comunicato ieri da mons. Muser sembra rappresentare un punto di rottura rispetto al tacito assenso accordato per decenni a queste procedure. Indicato chiaramente nel breve comunicato del vescovo di Bressanone il soggetto che intende farsi carico di questa revisione e chiarificazione delle prassi riguardanti il nulla osta: ossia, l’odierno Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica guidato dal card. Tolentino.

Se si andrà effettivamente in questa direzione, ossia se non ci si limiterà ad una soluzione ad personam ma, a partire dalla causa Lintner, si giungerà a un confronto schietto e un dialogo costruttivo all’interno dei dicasteri romani, da un lato, e tra di essi e le istituzioni, associazioni, e rappresentative teologiche cattoliche, dall’altro, si potrebbe giungere non solo a procedure rinnovate, ma soprattutto a una nuova stagione di interlocuzione edificante fra i soggetti del magistero e le prassi teologiche della cattolicità contemporanea.

In questo modo, il Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica potrebbe diventare il primo laboratorio di sinodalità effettiva, pubblica e trasparente, all’interno della Curia romana. Un primo passo in questa direzione è stato fatto, corrispondendo così anche a un’esplicita indicazione di lavoro data da papa Francesco con la sua riconfigurazione della Curia stessa.

La riapertura della pratica Lintner è una di quelle occasioni che non ritornano nei passaggi epocali della vita della Chiesa – per questo va maneggiata con estrema cura e attenzione, da un lato, ed altrettanta schiettezza e trasparenza, dall’altro.

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Un commento

  1. Luís Eugênio Sanábio e Souza 18 luglio 2023

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