Svizzera: Rapporto sul monastero

di:

svizzera

Il 20 giugno è uscito il rapporto della commissione d’inchiesta indipendente sul monastero dei canonici agostiniani di Saint-Maurice (Canton Vallese, Svizzera).

Il testo, di un centinaio di pagine, registra 67 casi di violenza sessuale (57 minorenni) fra il 1960 e il 2024. Sono addebitabili a 30 monaci sulla base delle testimonianze di 57 testimoni, fra cui 23 monaci e un prete. Gli abusi sono gesti o dichiarazioni con allusioni sessuali in una relazione di autorità e contatti sessuali. Si registrano sessioni fotografiche ambigue, gesti seduttivi, esibizionismo e materiale pedopornografico. Ci sarebbero casi di stupro e di aborto forzato.

Di questi racconti solo cinque casi sono stati fatti oggetto di ordinanze penali a partire dagli anni ’70.

Molto severo il giudizio su come la comunità monastica li ha gestiti. Viene accusata di avere adottato un atteggiamento difensivo, limitandosi a trasferire i responsabili ed elaborando un linguaggio vago, eufemistico e banalizzante. Il tutto per proteggere la reputazione dell’abbazia. C’è quindi un fattore sistemico legato al funzionamento interno malato. In particolare per scarsa comunicazione. Tutto è ricondotto a limiti psicopatologici individuali.

Anche quando le regole interne si sono modificate, la gestione della sessualità è stata lasciata alla discrezione personale senza avvertire il momento in cui il libertinaggio diventava violenza. Un contesto aggravato dalle difficoltà di reclutamento, dall’eccessiva indulgenza verso i nuovi arrivati e per le numerose occasione di promiscuità fra insegnanti e ragazzi. Le vittime non sono state riconosciute come tali.

Gravi responsabilità

Un giudizio severo costruito a partire dalla credibilità riconosciuta alle vittime e dal pieno accesso della commissione agli archivi e alle persone. Il lavoro della commissione, voluta dai monaci, non ha avuto alcuna restrizione.

Il compito della commissione, presieduta dal procuratore generale di Neuchâtel, Pierre Aubert, e composta da tre storiche, una sociologa, un avvocato e un giudice, era quello di indagare sulle situazioni di violenza e di abuso, di illustrare il contesto in cui erano avvenute e la gestione del tutto da parte dell’istituzione monastica.

Aubert ha riconosciuto il merito dell’abbazia di aver fatto ricorso a una commissione indipendente. Il che rende pertinenti le osservazioni e le raccomandazioni del documento. Fra queste: attenersi alle indicazioni già formulate dalla conferenza episcopale, un discernimento più attento alle nuove entrate e la consapevolezza che la vigilanza sugli abusi riguarda tutti.

Inoltre, viene suggerito un profondo lavoro sul sistema interno di governo, l’accettazione di visite canoniche più regolari, un più sistematico uso dei capitoli interni (riunioni dei monaci) e il rafforzamento dei momenti di socializzazione fra i sodali.

Il monastero, fondato nel 515, è uno dei luoghi più prestigiosi del cattolicesimo elvetico. Anche per questo, fino agli anni ’70, ha goduto di una posizione di autorevolezza che rendeva difficile ogni denuncia. Il rapporto lo qualifica come un elemento sociale strutturante in perfetta coerenza con il sistema politico coevo.

Solo successivamente sono emerse le fragilità a cui gli abati non hanno sempre saputo far fronte. Non è un caso che le ultime figure apicali siano state tutte lambite dai sospetti: da Jean Cesar Scarcella (autosospeso, poi riconfermato e infine dimesso definitivamente su sua richieasta) e all’ex priore E. Jaquenoud.

Va dato atto al ruolo importante della trasmissione televisiva Mise au Puint che nel luglio-novembre del 2023 ha costretto a chiarire la questione (cf. qui) e avviare il lavoro di indagine.

La comunità ha reagito con dignità: «La congregazione dei canonici dell’abbazia di Saint-Maurice riceve con umiltà e dolore le testimonianze indicate e prende conoscenza con gravità e contrizione dei casi chiariti dal gruppo di esperti indipendenti diretti da P. Aubert. Il lavoro rigoroso ha messo in luce fatti gravi, comportamenti intollerabili e disfunzionamenti sistemici che hanno permesso abusi e la loro continuità. L’abbazia riconosce l’esistenza di una cultura del silenzio e di banalizzazione che ha indebolito la capacità di ascolto, il senso di responsabilità e la vigilanza comunitaria. L’abbazia non ha saputo avvertire i segnali che alimentavano attitudini gravemente disfunzionali e ripetutamente esperite. A quanti sono stati/e vittime di abusi esprimiamo una profonda pena, una vergogna sincera e la nostra richiesta di perdono».

Un piano di azione

Viene messo in atto un piano di azione che ha come compito di trasformare profondamente abitudini e comportamenti deleteri. Entro 100 giorni il capitolo monastico creerà una Commissione del consiglio di governance (laici e religiosi con l’abate e un presidente laico), un mediatore professionale per l’accoglienza delle eventuali denunce, strumenti finalizzati ad affrontare cinque priorità: accoglienza delle vittime, riforma del governo interno, prevenzione e formazione, coltivazione della memoria, dialogo con la società civile.

Di queste cinque aree di impegno sottolineo la facilitazione per le vittime di esprimersi, il rapporto annuale della commissione prevista, l’introduzione alla vigilanza sugli abusi nella formazione iniziale e permanente, l’apertura alla ricerca storica, la redazione di un testo di memoria cui saranno chiamate a partecipare anche le vittime, una piena collaborazione con gli strumenti messi in atto dalla Conferenza episcopale e un miglior coordinamento con le autorità del Cantone con l’impegno per una comunicazione trasparente.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto