USG: leadership, intercultura, gestione dei beni

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112 superiori generali, riuniti vicino Roma dal 21 al 23 maggio, hanno affrontato il tema “Testimoni di Speranza”. L’assemblea numero 103 della USG è stata strutturata nel primo giorno come un ritiro, per recuperare l’aspetto della preghiera personale e dell’aggiornamento biblico grazie al prof. Massimo Grilli e alla prof.ssa Rosanna Virgili. Meditazioni seguite da mezz’ora di silenzio personale e una restituzione in assemblea dopo una collatio di gruppo.

La seconda giornata ha dato voce al mattino a quattro religiosi e religiose, missionari in diversi contesti, tra 27 e 45 anni, di quattro continenti diversi – Europa, Asia, Africa, America – per dare ragioni della speranza in un mondo di crisi e stravolgimenti.

Nel pomeriggio del giovedì, c’è stata prima una relazione per ognuno dei tre temi –  interculturalità con p. Anselmo Ricardo Ribeiro SVD ; leadership e formazione con p. Mark Ravizza SJ; gestione dei beni e sobrietà, con il professionista laico Alessandro Pellizzari – quindi una fase di riflessione e lavoro in piccoli gruppi.

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Ci spiega padre Mario Zanotti osb.cam, segretario generale della USG, che “è emersa l’esigenza da parte degli economi generali di avere un contatto più stretto tra loro e con i Superiori, con la richiesta di una piattaforma dedicata da parte dell’USG”.

Sulla formazione, aggiunge, “si è rilanciato il programma Discerning Leadership, supportato da USG e UISG, che offre settimane e momenti di formazione on line e in presenza dedicati a futuri Superiori. Il programma è in una fase di trasformazione e sta diventando una commissione USG-UISG, in collaborazione con la Loyola University negli USA e con la ricerca di finanziamenti che provvedano ad allargare la platea degli utilizzatori”.

L’interculturalità – aggiunge ancora p. Zanotti – è “una realtà di fatto che ha bisogno di una conversione permanente per andare oltre stereotipi, pregiudizi, diversità, per rivelarsi una ricchezza”.

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L’ultimo giorno ha visto la partecipazione del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che ha sottolineato l’importanza del ruolo dei religiosi in una Chiesa sinodale che vuole appunto essere segno di speranza. La Vita consacrata – ha ribadito – ha già in sé modalità e strutture di tipo sinodale, e possono essere un grande esempio alla Chiesa per aiutarla a convertirsi a questo dinamismo.

In particolare, il cardinale si è riferito a un passaggio del documento finale del Sinodo 2024, in cui si dice che le sperimentate pratiche di vita sinodale e di discernimento comunitario, da sempre fanno degli Istituti religiosi, a cominciare dai più antichi, degli autentici laboratori di sinodalità (n. 65).

In questo senso, il cardinale ha notato che “le decisioni importanti che riguardano tutti devono essere assunte da tutti, secondo un principio tradizionale richiamato da papa Francesco nel suo celebre discorso per il 50° anniversario del Sinodo dei Vescovi: «Quod omnes tangit ab omnibus tractari debet».

Ci insegnano, ancora, che la decisione finale non esprime tanto il trionfo della maggioranza sulla minoranza, né rappresenta solo un compromesso tra pareri divergenti, ma che essa, pur tenendo conto di tutti gli strumenti umani, scaturisce in ultima analisi dalla preghiera concorde e dalla comune ricerca della volontà di Dio.

Ci insegnano, infine, che le votazioni e le elezioni, quali strumenti di democrazia da sempre in uso presso tutti gli Istituti religiosi, possono essere concepite e vissute in modo non parlamentarista e non partitico, bensì come ricerca del consenso fra tutti, nella consapevolezza che proprio il consenso tra le parti, soprattutto quando tende all’unanimità, è normalmente la manifestazione della volontà di Dio qui e ora”.

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Da questo punto di vista, nota p. Zanotti, “la sinodalità non è scontata, se pensiamo che nel mondo contemporaneo c’è una tendenza a favorire processi di accentramento decisionale. Quindi, i religiosi devono valorizzare le istanze di dialogo a partire dagli strumenti che hanno nelle Costituzioni e nei Capitoli, per venire ascoltate nelle conferenze episcopali, nei dicasteri, nei sinodi locali, per dare dei contributi ai diversi tipi di documenti”.

In concreto, nel corso dei lavori è stata ribadita l’esigenza di poter entrare nella discussione del gruppo 6 del Sinodo (che tratta delle “Mutuae Relationes” tra vescovi e Istituti religiosi) attraverso una rappresentanza strutturata dell’USG.

Infine, i sottosegretari del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, padre Aitor Jiménez Echave C.M.F e suor Carmen Ross Nortes N.S.C., hanno trattato alcune questioni di merito relative alle problematiche burocratiche per i permessi collegati all’ingresso in Italia di aspiranti alla vita religiosa provenienti da altri paesi.

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