La cura del creato

di:

togliani

Il 13 maggio scorso Papa Francesco ha presentato il messaggio per la prossima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato del 1° settembre 2023 e il successivo Tempo del Creato che si chiuderà, come di consueto, il 4 ottobre, giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni, festa di San Francesco d’Assisi.

Che la giustizia e la pace scorrano, questo è il titolo e il tema di riflessione scelto per quest’anno, ispirato alle parole del profeta Amos: «Come le acque, scorra il diritto e la giustizia, come un torrente perenne» (5,24). In queste parole si può scorgere l’evocazione dell’aridità del nostro mondo dilaniato da guerre e da squilibri che mettono sempre più in pericolo la vita del nostro ecosistema; un mondo che ha bisogno di essere fecondato da fiumi di giustizia e di pace.

«Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio, come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica» afferma il Papa. E aggiunge: «Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. “I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi”, ha affermato una volta Benedetto XVI. Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta».

Il nostro sistema economico di tipo estrattivo, basato per oltre l’80% sull’energia ricavata dallo sfruttamento delle fonti fossili e non rinnovabili, non è compatibile con la vita, non è capace di dare futuro alle giovani generazioni. I cambiamenti climatici e le loro conseguenze, la depredazione dissennata delle risorse, fra le quali l’acqua, la perdita di biodiversità e le estinzioni di massa di molte specie viventi rischiano di portarci dentro una crisi irreversibile.

Se questa è la situazione, Francesco si chiede: «Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita?» La risposta sta nel «decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società».

La trasformazione dei cuori è essenziale e primaria; occorre quella “conversione ecologica” così ampiamente trattata e auspicata nell’enciclica Laudato Sì del 2015. Il Papa indica quattro vie per realizzare il rispetto ecologico: «verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi».

Per far scorrere la giustizia e la pace dobbiamo impegnarci tutti a trasformare i nostri stili di vita. Dobbiamo pentirci dei nostri “peccati ecologici” che danneggiano il pianeta e tutti gli esseri viventi. Dobbiamo vivere riducendo i nostri consumi, cercando di azzerare gli sprechi e puntando ad uno stile di vita sostenibile, che dia la possibilità all’ecosistema di rigenerarsi, nell’ottica dell’economia circolare. Così esorta Francesco: «Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili».

Ma c’è anche un’impegnativa responsabilità che devono assumersi i capi di stato. È necessario «trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani». Questo perché le politiche economiche attuali favoriscono pochi e danneggiano molti, soprattutto poveri e giovani, esponendoli alle più gravi conseguenze prodotte dai cambiamenti climatici e decretando «la fine della pace e della giustizia».

Il vertice di Dubai, previsto per fine anno, sarà per i leader mondiali una nuova ulteriore possibilità per «ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili» e dare finalmente seguito agli accordi di Parigi del 2015. Non possiamo permetterci di rimandare ancora la svolta verso la decarbonizzazione e il conseguimento degli obiettivi della Agenda 2030.

Parallelamente agli impegni sopra indicati c’è la trasformazione della Chiesa cattolica per la sinodalità. Il prossimo 4 ottobre, alla conclusione del Tempo del Creato, si aprirà il Sinodo sulla Sinodalità, sul camminare insieme; è un processo che coinvolge tutte le realtà ecclesiali al termine di una preparazione iniziata nell’ottobre del 2021. «Come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge».

Il Laudato Si’ Movement, il movimento cristiano interconfessionale sorto nel 2015 a seguito dell’enciclica di Papa Francesco per cercare di realizzarne gli obiettivi, offre varie opportunità per prepararsi al Tempo del Creato. Già la Settimana Laudato Sì del 21-28 maggio (qui) e il Lancio della Guida alle Celebrazioni del Tempo del Creato del 5 giugno (qui) hanno preparato il terreno per l’appuntamento del 1° settembre: alle singole comunità, ai gruppi Laudato Sì, a tutte le persone interessate, il compito di raccogliere l’invito durante i prossimi mesi.

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