16 tesi per il futuro di religiosi e religiose

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Il 30 ottobre, all’università Urbaniana di Roma, si è inaugurato l’anno accademico con una lectio magistralis di p. Amedeo Cencini (cf. a fondo pagina). Canossiano, nato nel 1948, docente all’Università salesiana e consulente della Congregazione vaticana per i religiosi, è considerato un punto di riferimento in ordine alle problematiche psicologiche per i preti e i religiosi e un esperto della vita consacrata. La lectio magistralis si è ampiamente sviluppata attorno alle tesi che proponiamo nella loro immediata evidenza.

Credo che oggi ci stiamo davvero rinnovando e camminando verso il futuro alle condizioni che seguono. Ovvero solo se constatiamo in noi e nelle nostre comunità i segni seguenti.

  1. Un modo nuovo di abitare il mondo e la Chiesa, lontano dalla vecchia fuga mundi e da ogni forma di superiorità/potere, e ispirato a un più reale e cordiale inserimento nella storia e nelle realtà secolari come proprio ambito di vita e di azione, per poter esser fermento d’un mondo più bello.
  2. Maggior attenzione, più che all’opera da compiere, alla qualità della relazione umana, come luogo privilegiato dell’annuncio evangelico e della manifestazione della tenerezza e misericordia dell’Eterno.
  3. Priorità esplicita, nel cuore e nelle scelte operative, per i poveri e gli emarginati dalla società dello scarto. Con conseguente scelta d’una vita di fatto più povera e libertà di lasciarsi evangelizzare dai poveri.
  4. Ripresa dell’antico valore monastico dell’ospitalità, come modo di accogliere l’altro, frutto dell’accoglienza incondizionata che Dio ci accorda in Cristo, e pure quale offerta dei propri spazi abitativi a chi ne è privo.
  5. Maggior coraggio missionario nella scelta di annunciare il vangelo (e di aprire nuove comunità) nelle “periferie” del mondo, dove mai è risuonato l’annuncio e l’uomo pare più lontano da Dio, o ove il primo annuncio è stato ormai smarrito, ove maggiori sembrano rischi e ostacoli e più scarso il raccolto, ove occorre dire Dio e la sua parola in modo nuovo, soprattutto con la propria affabilità e solidarietà, senza ansia di proselitismo né spinti da alcuna “angoscia vocazionale” (che ci fa anteporre la preoccupazione per la nostra sopravvivenza all’annuncio del Regno).
  6. Tendenza progressiva verso l’internazionalizzazione, che rende sempre meno eurocentrica la VC, e consente di superare l’idea che il “centro” (o il luogo d’origine del carisma) sia il modello che esprime tutti gli aspetti culturali, progettuali e carismatici dell’istituto in qualsiasi parte del mondo. E tendenza parallela a valorizzare gli apporti originali dei singoli, senza pretendere che tutto sempre nasca dal centro o passi attraverso esso.
  7. Abbandono d’ogni nostalgia per il passato (che non tornerà più), accoglienza realistica del presente (con le sue ombre ma pure le sue luci), fiducia nel cammino verso il futuro (che appartiene a Dio), discernendo con la concretezza e la fantasia del profeta quale apporto dare – alla luce del proprio carisma – per costruire un mondo più bello e umano, più rispettoso e pacificato, casa di tutti e per tutti.
  8. Capacità di tradurre il proprio carisma in lingua e dialetto locale, in messaggio significativo anche per una cultura secolarizzata, perché non resti proprietà privata (rischiando di smarrirsi e morire) e anche altri lo possano non solo sentire rivolto a sé, come beatitudine per la loro vita, ma pure coglierne aspetti nuovi e inediti.
  9. Nascita o fioritura delle Famiglie carismatiche, quale possibilità offerta a laici di condividere il carisma nella vita secolare, nella professione, nella famiglia, aggregandosi in varie modalità di appartenenza all’istituto titolare di quel carisma, perché sia a vantaggio di tutta la Chiesa.
  10. Formazione intesa come progressiva conformazione ai sentimenti di Cristo, tesoro e centro della vita del consacrato/a, e fondamento dell’unità interiore, oltre ogni schizofrenia e contraddizione tra comportamenti e motivazioni, tra vita attiva e contemplativa, tra mistica e ascetica, tra ragione e sensibilità.
  11. Recupero della centralità e specificità del carisma nell’identità del consacrato/a, evitando – per gl’istituti maschili – il rischio della progressiva clericalizzazione-parrocchializzazione e promuovendo – per quelli femminili – la stessa identità/sensibilità della donna.
  12. Promozione d’una VC alternativa e profetica, intercongregazionale e interistituzionale.
  13. Maggior attenzione alla formazione iniziale, dalla serietà del discernimento vocazionale alla qualità dell’accompagnamento personale. Maggior investimento nella formazione permanente, alla sua dimensione ordinaria nella vita d’ogni giorno e alla crescita della docibilitas (=imparare a imparare), perché ognuno sia libero di lasciarsi formare dalla vita per tutta la vita. Alla luce della Parola, e alla scuola della Parola-del-giorno.
  14. Cura particolare della formazione del cuore, della maturità affettiva generale (dunque anche affettivo-sessuale), non solo per evitare scandali, ma perché il vergine per il regno dei cieli impari sempre più ad amare Dio con cuore umano, e l’uomo col cuore di Dio.
  15. Abbandono della concezione piramidale della comunità, da costruire e ricostruire sempre più sul modello della fraternità, ove ognuno, e non solo l’autorità, si prende cura in modo adulto dell’altro e della sua crescita, e tutti assieme si cerca Dio, nella condivisione, anzitutto, dei beni spirituali, non solo materiali.
  16. La testimonianza più convincente: la gioia di vivere insieme. Il sogno finale: la santità comunitaria, non solo individuale.

Considerevole la sua produzione scientifica. Presso le Edizioni Dehoniane Bologna ha pubblicato: Vocazioni, dalla nostalgia alla profezia. L’animazione vocazionale alla prova del rinnovamento (21992); Amerai il Signore Dio tuo. Psicologia dell’incontro con Dio (132009); Psicologia e formazione. Strutture e dinamismi, in collaborazione con A. Manenti (142010); Vivere riconciliati. Aspetti psicologici (142009); la trilogia Per amore (42001), Con amore (22004), Nell’amore (42006); I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo nella vocazione presbiterale e consacrata (52005); Fraternità in cammino. Verso l’alterità (22002); Dalla relazione alla condivisione. Verso il futuro… (2002); Verginità e celibato oggi. Per una sessualità pasquale (22006); L’ora di Dio. La crisi nella vita credente (2010); Formazione Permanente: ci crediamo davvero? (2011). Ha pubblicato inoltre: Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus, San Paolo, Cinisello Balsamo 21994; una trilogia sulla vita comune: Com’è bello stare insieme, Paoline, Milano 1996; Come rugiada dell’Ermon, Paoline, Milano 1998; Come olio profumato, Paoline, Milano 1999. Tutti libri già tradotti in più lingue.

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Un commento

  1. Giacomo Matti 22 novembre 2019

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