Ucraina: pace o resa?

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La notizia del piano di pace americano sull’Ucraina raggiunto «in concertazione» con Mosca colpisce l’Europa come una stilettata. Secondo quanto riferito dal sito di notizie Axios, da Financial Times, Reuters, e il New York Times il piano – in 28 punti, sul modello di quello ideato per Gaza – prevede tra le altre cose la cessione di territori non ancora controllati dalle truppe di Mosca e il dimezzamento dell’esercito ucraino negli anni a venire. Condizioni che, se confermate, apparirebbero a tutti gli effetti come una resa imposta al paese vittima dell’aggressione russa.

Per il momento né Kiev né Bruxelles si sono espresse sulla questione – tuttora non confermata dalla Casa Bianca – che però sta già provocando notevole agitazione nelle cancellerie europee. Fonti di Axios riferiscono inoltre che funzionari americani starebbero «informando», (si badi, non consultando) in queste ore gli alleati riguardo i contenuti del piano concertato per grandi linee dall’inviato speciale e amico personale di Donald Trump, Steve Witkoff, e da Kirill Dimitriev, capo negoziatore russo e CEO del fondo russo per gli investimenti. Quest’ultimo – intervistato da Axios – si è detto «fiducioso» sulle opportunità di successo del piano perché – ha detto – «questa volta abbiamo davvero l’impressione che il punto di vista russo sia davvero ascoltato».

A far riflettere è anche la tempistica: il piano arriva mentre la posizione politica di Volodymyr Zelensky in Ucraina è particolarmente debole a causa dell’impasse sul fronte e, soprattutto, in seguito allo scandalo di corruzione che ha coinvolto alcuni suoi stretti alleati e che ha già provocato le dimissioni di due ministri. Il timore è che possa anche offrire a Washington l’opportunità di esercitare nuove pressioni su Kiev affinché raggiunga un accordo a condizioni tutt’altro che favorevoli. Ieri il presidente ucraino era volato ad Ankara sperando di incontrare Witkoff, che però ha annullato il suo viaggio nella capitale turca.

Cosa prevede il piano?

Secondo Le Monde, il piano affronterebbe quattro temi principali: la pace in Ucraina, le garanzie di sicurezza, il riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia e la sicurezza europea. La proposta prevede che l’Ucraina ceda il controllo delle regioni più o meno occupate dalla Russia nel Donbass, compresi i territori attualmente sotto il controllo di Kiev, rinunciando al contempo alla Crimea, annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, e che dimezzi a 400mila operativi circa le dimensioni delle sue forze armate.

Inoltre, Kiev dovrebbe abbandonare sistemi d’arma cruciali, come i missili a lungo raggio, mentre gli Stati Uniti revocherebbero la loro assistenza militare, essenziale per la sua difesa, rendendo potenzialmente il Paese vulnerabile a future aggressioni russe. Inoltre, qualsiasi futuro dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina, come previsto dalla Coalizione dei volenterosi, sarebbe anch’esso vietato.

Per quanto riguarda le politiche culturali, l’accordo richiederebbe all’Ucraina di riconoscere il russo come lingua ufficiale dello Stato e di concedere uno status formale alla Chiesa ortodossa russa, suscitando ulteriori preoccupazioni circa i tentativi striscianti di russificare il Paese. La sproporzione, com’è evidente, è tutta a danno di Kiev, tanto che funzionari ucraini hanno definito il piano “strettamente in linea” con le richieste massimaliste del Cremlino, bollandolo come “inaccettabile” senza cambiamenti significativi.

Gli europei all’oscuro?

In attesa di annunci ufficiali da parte della Casa Bianca, a confermare che nessun europeo sarebbe stato consultato o avrebbe preso parte alla stesura del piano è stata la stessa alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas, la quale ha ribadito che «affinché qualsiasi piano funzioni, ha bisogno della partecipazione di ucraini ed europei», ricordando che «in questa guerra c’è un aggressore e una vittima. Ma non abbiamo sentito parlare di alcuna concessione da parte russa».

Pur non esponendosi a commentare un piano che, di fatto, non è ancora ufficiale, i leader europei riuniti a Bruxelles hanno fatto sapere che faranno in modo di opporsi a condizioni troppo negative e che non dovessero garantire in futuro la sicurezza dei Kiev. «Gli ucraini vogliono la pace: una pace giusta che rispetti la sovranità di tutti, una pace duratura che non possa essere messa in discussione da future aggressioni», ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot. Avvisando che «la pace non può essere una capitolazione».

Anche il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha affermato che l’Ucraina, in quanto vittima di aggressione, non dovrebbe subire restrizioni nella sua capacità di difendersi. Ma non tutti sono ugualmente favorevoli: l’ungherese Péter Szijjártó ha affermato che l’UE dovrebbe immediatamente interrompere qualsiasi futuro pagamento a «una mafia di guerra» in Ucraina, avvertendo che «è un’illusione dire che il tempo è dalla parte dell’Ucraina».

Mosca aumenta le provocazioni?

Le manovre diplomatiche di Trump non hanno impedito alla Russia di proseguire la sua offensiva militare sul terreno. Nelle ultime ore l’Ucraina ha subito uno dei suoi attacchi più letali sferrati nella parte occidentale del Paese, lontano dalla linea del fronte. A Ternopil, almeno 25 persone, tra cui tre bambini, sono state uccise e 92 sono rimaste ferite: «Ecco come si presentano in realtà i piani di pace della Russia», ha osservato il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiga.

Intanto, con l’avvicinarsi del quarto inverno di conflitto, le truppe russe stanno lentamente avanzando e sono pronte a conquistare il nodo ferroviario orientale di Pokrovsk, la prima città importante in quasi due anni. Allo stato attuale, la Russia – che occupa quasi il 20% del territorio ucraino – sembra accrescere le sue provocazioni anche contro i Paesi che sostengono Kiev: ieri alcuni caccia di Polonia e Romania si sono levati in volo per scoraggiare incursioni nel proprio spazio aereo mentre Varsavia ha definito l’attacco di sabotaggio alla rete ferroviaria polacca dello scorso fine settimana «un atto di terrorismo di Stato» ordinato dalla Russia, annunciando che la Polonia avrebbe chiuso l’ultimo consolato russo rimasto nel Paese.

Allo stesso modo, il Regno Unito ha denunciato che una nave spia russa ha utilizzato i laser per ostacolare i piloti della RAF che ne monitoravano le attività in prossimità delle acque territoriali britanniche. Nel suo discorso, il Segretario alla Difesa, John Healey, ha messo in guardia dalle incursioni russe nello spazio aereo della Nato, nonché dalle minacce poste dai conflitti armati aggiungendo: «Il nostro mondo sta cambiando. È meno prevedibile. E più pericoloso».

«Se i termini della presunta bozza di accordo non sono ancora pubblici – commenta Eleonora Tafuro Ambrosetti (Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI) –, quello che trapela nei media spaventa ucraini ed europei. Ma d’altronde cosa aspettarsi da una bozza creata escludendo entrambi e lodata dal Cremlino? Un piano di pace fortemente sbilanciato e svantaggioso per Kiev non verrebbe rispettato neanche se sottoscritto da entrambe le parti sotto pressione statunitense. Trump tenta di replicare il “successo” ottenuto a Gaza, ma il contesto è molto diverso: in questo caso, infatti, non abbiamo una parte debole al punto di accettare qualsiasi compromesso. Questo presunto piano di pace sembra più uno strumento per rilanciare il dibattito politico piuttosto che un credibile tentativo di mediazione».

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36 Commenti

  1. Mariagrazia Gazzato 27 novembre 2025
  2. Mariagrazia Gazzato 27 novembre 2025
  3. Angela 25 novembre 2025
    • Mariagrazia Gazzato 25 novembre 2025
      • Angela 25 novembre 2025
        • Mariagrazia Gazzato 26 novembre 2025
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          • Angela 26 novembre 2025
          • Rosario Mazza 26 novembre 2025
      • Giorgio Balestri 25 novembre 2025
        • Mariagrazia Gazzato 26 novembre 2025
          • Giorgio Balestri 26 novembre 2025
  4. Claudio 24 novembre 2025
    • Anima errante 25 novembre 2025
      • Marco De Giorgi 25 novembre 2025
        • Mariagrazia Gazzato 26 novembre 2025
  5. Laura Revelli 24 novembre 2025
    • Mariagrazia Gazzato 24 novembre 2025
      • Laura Revelli 24 novembre 2025
    • Mihajlo 24 novembre 2025
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        • Mihajlo 25 novembre 2025
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  6. Maria Cristina 23 novembre 2025
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    • Mariagrazia Gazzato 24 novembre 2025
  7. Claudio 22 novembre 2025
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    • anima errante 22 novembre 2025
    • Mihajlo 22 novembre 2025
      • Claudio 22 novembre 2025
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        • Anima errante 22 novembre 2025
  8. Mariagrazia Gazzato 21 novembre 2025

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