Benedizione: tanto rumore per nulla?

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Dio, che nella nascita del Cristo suo Figlio
ha inondato di luce questa notte santissima,
allontani da voi le tenebre del male
e vi illumini con la luce del bene.
Amen.

Dio, che nel suo Figlio fatto uomo
ha congiunto la terra al cielo,
vi riempia della sua pace e del suo amore.
Amen.

Dio, che mandò gli angeli a recare ai pastori
il lieto annunzio del Natale,
vi faccia messaggeri del suo Vangelo.
Amen.

E le benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.

Forse cardinali e vescovi, preti e Conferenze episcopali, arrivano stanchi e un po’ annebbiati al termine della celebrazione notturna della nascita del Signore. Forse non danno peso alle parole che pronunciano, non le ascoltano ripetendole in maniera quasi automatica – oramai tanto assuefatti alla liturgia, da non accorgersi delle sorprese di Dio che essa porta con sé.

Forse non alzano nemmeno lo sguardo sull’assemblea che hanno davanti a sé nel momento in cui impartiscono questa solenne benedizione. Un’assemblea di cui poco o nulla sanno.

Non sanno dei loro vissuti, delle speranze che portano nel cuore, delle ferite che la vita dispensa – ingenerosamente e, talvolta, senza equità alcuna. Non sanno neppure che, molte o poche, quelle ferite sono state inferte anche dalla Chiesa, dalla comunità cristiana, da chi crede nel Dio che nasce tra noi e consegna alla nostra fragile fede di farsi portatrice di un annunzio che vuole solo essere lieto – per tutti, nessuno escluso.

Inondata di luce, questa notte che celebreremo fra un attimo non lascia spazio al male e al peccato – esondato dalla tenerezza di Dio che viene alla vita dal grembo di una giovane donna. Che sa, sa bene, che l’uomo suo marito non è il padre del bimbo che nasce. E anche lui ben sa questo, ma è lì – tenacemente accanto a lei e lui.

Per questo, questa notte ci abita nel profondo e ci dona pace e amore. Per un attimo l’assemblea che ascolta queste parole è attraversata da un fremito, il corpo sobbalza, il desiderio si accende. E chi ascolta bene, e alcuni lo fanno, prova forse anche un brivido di sdegno: così poca pace e amore nel mondo, e magari anche nelle nostre vite.

Ma chi pronuncia queste parole poco o nulla sa di quello che esse suscitano nei cuori. È come se il celebrante fosse catturato tra due misteri: quello del Dio che viene e quello degli uomini e delle donne per cui viene. Quel voi sottointeso, che in quel momento è l’assoluto dell’ospitalità – azzardo di Dio affidato alla sua Chiesa.

Quel voi non detto, ma inteso dal verbo (e non tutte le lingue ammettono questa assenza), è ordinato all’annuncio del Vangelo – a fare della fede la forza di una persuasione che desidera far sentire a tutti che il Dio di Gesù è unicamente una lieta notizia. Scrigno di una gioia a cui tutti hanno diritto, divinamente.

E, alla fine, la grammatica si scioglie, la contrazione scompare, e il voi diventa manifesto: tutti quelli che sono lì a celebrare, le loro storie, i loro legami, giustezze e irregolarità delle vite, sono benedetti/e per sempre – in maniera irrevocabile.

E lo sono dentro la liturgia della Chiesa, ed essa non può togliere uno iota, non può porre confini, non può giocare al dentro/fuori che tanto affascina il suo potere sugli uomini e donne che credono. La Chiesa qui è inerte, completamente consegnata all’assoluto divino dell’ospitalità benedicente.

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18 Commenti

  1. Paola 1 gennaio 2024
  2. Gian Piero 27 dicembre 2023
  3. Giorgio 26 dicembre 2023
    • Claudio 27 dicembre 2023
      • anima errante 27 dicembre 2023
        • Claudio 29 dicembre 2023
          • Anima errante 29 dicembre 2023
  4. Adelmo li Cauzi 25 dicembre 2023
    • anima errante 26 dicembre 2023
      • Adelmo li Cauzi 27 dicembre 2023
        • anima errante 27 dicembre 2023
          • Adelmo li Cauzi 28 dicembre 2023
          • Anima errante 29 dicembre 2023
          • Anima errante 29 dicembre 2023
  5. Fabio Cittadini 24 dicembre 2023
  6. Mauro Mazzoldi 24 dicembre 2023
    • Marcello Neri 24 dicembre 2023
  7. Pietro 23 dicembre 2023

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