Lo scorso 22 gennaio è stato presentato presso l’Istituto Universitario Sophia il libro Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich: Storia e profezia di un incontro, scritto da Sandra Ferreira Ribeiro che si pone come contributo prezioso e originale per il cammino ecumenico contemporaneo. L’evento, organizzato nell’ambito della Cattedra Ecumenica «Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich», ha avuto luogo in un contesto particolarmente significativo: la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2025, anno in cui la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa celebrano insieme la Pasqua, e nel quale ricorre il 1700° anniversario del Concilio di Nicea.
La presentazione ha visto la partecipazione, oltre che dello scrivente, in qualità di rettore dell’Istituto Universitario Sophia, del prof. Piero Coda, segretario della Commissione teologica internazionale, e del metropolita Kyrillos Katerelos, del Patriarcato Ecumenico, esarca di Malta e docente di teologia presso l’Università di Atene.
Un incontro che ha fatto storia
Il volume ripercorre l’incontro epocale tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, una relazione che ha segnato profondamente il dialogo ecumenico del XX secolo. Come ha ricordato Piero Coda, l’opera «ricostruisce con rigore storico e teologico un evento che non solo ha aperto una porta nel cielo, ma ha tracciato un sentiero luminoso per il futuro dell’unità cristiana». Grazie a una scrupolosa analisi delle fonti – molte delle quali finora inedite – il libro illumina le dinamiche spirituali e carismatiche che hanno reso possibile questo straordinario incontro.
Chiara Lubich fu definita dal Patriarca Athenagoras «ambasciatrice di unità» tra lui e Paolo VI. La sua capacità di costruire ponti tra Oriente e Occidente cristiano non si basava solo su dialoghi teologici formali, ma su un «ecumenismo fatto di vita», radicato nell’amore reciproco e nella testimonianza quotidiana. Questo approccio mistagogico, come evidenziato nel libro, si apre all’azione imprevedibile di Dio che si manifesta quando i cristiani si rivolgono insieme a Lui.
La radio del cuore
Uno dei temi centrali emersi dalla presentazione è stato quello della «radio del cuore». Concludendo il loro primo incontro, il patriarca Athenagoras disse a Chiara Lubich: «Fate sapere a tutti di questo incontro; ditelo a tutti per radio, con la radio del vostro cuore». Questa immagine rappresenta l’invito a diffondere il messaggio dell’unità non solo attraverso mezzi convenzionali, ma soprattutto con una testimonianza autentica che parli al cuore.
Il metropolita Gennadios Zervos descriveva l’esperienza vissuta nell’incontro tra Chiara Lubich e Atenagoras come «un amore così potente che nessuno potrà spegnere: quell’esperienza di Gesù presente tra loro è il messaggio trasmesso al Popolo di Dio, al mondo intero». L’immagine della «radio del cuore» diventa così simbolo di un ecumenismo vissuto nella quotidianità, capace di superare barriere storiche e culturali.
I meriti del libro
Il libro rappresenta un contributo fondamentale per la ricerca storica ed ecumenica. Esso si collega direttamente agli obiettivi della Cattedra ecumenica (cf. qui su SettimanaNews): focalizzare il significato teologico, studiare le tappe storiche e sviscerare le implicazioni culturali e sociali del cammino ecumenico verso la piena unità della Chiesa. L’opera − frutto di un dottorato di ricerca − offre una documentazione accurata e originale sull’incontro tra Athenagoras e Chiara Lubich, contestualizzandolo nel più ampio cammino delle Chiese verso l’unità visibile.
Il volume non solo ricostruisce i fatti storici con precisione, ma invita i lettori a immergersi nel mistero dell’amore trinitario che ha guidato i protagonisti. Il Patriarca Bartolomeo I, nella sua lettera introduttiva, lo definisce un «vero sentiero di luce per l’approfondimento ecumenico». Un volume capace di una «analisi attenta del significato di “unità” che si riscontra nella Chiesa cattolica prima e dopo il Concilio Vaticano II», e che al contempo «analizza con competenza storica il cammino della Chiesa ortodossa, non solo attraverso il grande patriarca Athenagoras», di cui si traccia un esaustivo profilo spirituale, umano e formativo, «ma attraverso gli avvenimenti che hanno sconvolto l’Oriente dalla metà dell’Ottocento e fino agli anni Sessanta del Novecento», riconosce Bartolomeo.
«Questo testo – scrive ancora il Patriarca di Costantinopoli – arricchisce il dialogo ecumenico, esprime una spiritualità ecumenica, non come qualcosa di nuovo, ma come compimento della preghiera di Gesù e richiama ogni credente nel Cristo Risorto, che è divenuto uno di noi per ricapitolare tutto in Lui, a continuare sempre con maggiore enfasi a vivere la parola evangelica e ad operare affinché “tutti siano uno”».
Un invito a continuare il cammino
In un mondo segnato da conflitti e divisioni, l’esempio di Athenagoras e Chiara Lubich ci ricorda che l’unità è possibile. Come affermava Chiara Lubich: «L’ecumenismo deve diventare vita di ogni persona». Il libro di Sandra Ferreira Ribeiro non è solo uno strumento accademico, ma un appello a rinnovare l’impegno per l’unità cristiana.
Concludendo la sua presentazione, Piero Coda ha sottolineato come il libro inviti a «varcare quella porta aperta in cielo da Athenagoras e Chiara. È un invito a camminare insieme con fiducia e speranza». Il metropolita Katerelos, dal canto suo, ha concluso: «Questo lavoro rappresenta un contributo significativo all’ecumenismo, offrendo una visione innovativa e integrata che collega passato, presente e futuro. Il messaggio centrale è che l’unità dei cristiani non è solo un obiettivo teologico, ma una vocazione che tocca ogni aspetto della vita, personale e comunitaria».
La «radio del cuore» evocata dal Patriarca Athenagoras continua a trasmettere il suo messaggio: un richiamo all’amore reciproco e alla comunione fraterna come via maestra per testimoniare Cristo al mondo.
Un bello articolo si legge qui. Oltre la cronaca dell’apresentazione del libro di Sandra Ferreira Real beiro, lo scrivente ci mette nel folcro della sua temattica. Non risparmia niente nel testemoniare la preziosità del volume, nel raccontare l’approcci del catedrattico Coda e del metropolita Katerelos. Considerazioni che ci invitano alla lettura degustabile della bellezza finora nascosta di un ecumenismo vitale. Infatti, stò leggendolo con accuratta atenzione e piacere di lettore avvido di questa sapienza: bellezza vitale di Cristo fra i suoi predileti.