
È stato presentato a Parigi giovedì 23 ottobre sera, al Centre Sèvres (Facultés Loyola) dei gesuiti, il Petit Lexique de la Fin de Vie (Edition Salvador), traduzione e adattamento francese del Piccolo Lessico del Fine Vita (Libreria Editrice Vaticana, 2024) preparato dalla Pontificia Accademia per la Vita.
Come ha detto durante la presentazione la prof.ssa Agata Zielinski, curatrice della versione francese, «la riflessione sulla fine della vita non è un percorso facile. Indipendentemente dalla legislazione vigente in un paese o dallo stato del dibattito pubblico, tale riflessione richiede sfumature e un’attenzione costante alle persone e alle situazioni. Il Petit lexique de la Fin de Vie, pubblicato dalla Pontificia Accademia per la Vita, è uno strumento prezioso per sostenere questa riflessione, sotto forma di glossario: permette di analizzare la complessità e le sfide e chiarisce l’accompagnamento delle persone e le decisioni».
Il gesuita Carlo Casalone, coordinatore della versione originale italiana e revisore di quella francese, ha spiegato i motivi del testo, che nasce dalla sentenza della Corte costituzionale italiana del 2019 che depenalizza il suicidio assistito in quattro casi ben definiti: se la persona è (a) affetta da una patologia irreversibile, (b) fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che trova assolutamente intollerabili, (c) tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale, (d) capace di prendere decisioni libere e consapevoli (dunque di autodeterminarsi). In queste circostanze «l’assistenza di terzi nel porre fine alla sua vita può presentarsi al malato come l’unica via d’uscita per sottrarsi, nel rispetto del proprio concetto di dignità della persona, a un mantenimento artificiale in vita non più voluto e che egli ha il diritto di rifiutare in base all’art. 32, co. 2, Cost., par. 8)».
Padre Casalone ha notato che nel dibattito italiano sulla vicenda, la Pontificia Accademia per la Vita e soprattutto il suo presidente di allora, mons. Vincenzo Paglia, di fronte alla confusione e alla imprecisione linguistica su questioni mediche ed etiche tanto complesse si rese conto della necessità di realizzare prima di tutto un «lessico», un vocabolario essenziale per comprendere i termini delle questioni.
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Il Piccolo Lessico del Fine Vita, pubblicato in Italia nel 2024 dalla Libreria Editrice Vaticana, con prefazione di mons. Vincenzo Paglia, comprende 22 termini, spiegati dal punto di vista scientifico – da «Accompagnare» a «Trattamenti di sostegno vitale» – e alla luce della dottrina della Chiesa e dei pronunciamenti della Corte costituzionale e del Comitato di bioetica.
Nel presentare l’edizione francese, la teologa Marie-Jo Thiel, ha evidenziato le differenze rispetto alla versione originale. È stato mantenuto l’impianto esplicativo e scientifico dei vari termini, sostituendo i riferimenti normativi italiani con la legislazione francese. Ed abbiamo così una versione adattata alla specifica realtà d’Oltralpe. In questo senso padre Casalone ha notato che questa pubblicazione si presenta come un modello, ed ha annunciato che si lavora ad una versione spagnola, e a una traduzione-adattamento per l’America Latina.
La teologa Marie-Jo Thiel ha notato che, «con l’avvento della medicina moderna, le condizioni della morte sono cambiate, ma la morte rimane sempre quell’ultima, definitiva e totale separazione dall’altro, conosciuto o sconosciuto. Non deve essere sognata, ma accompagnata. La medicina dispone di risorse proprie, ma non è tutto, e non deve sostituirsi all’altro, né pretendere di accedere al senso ultimo. Il suo compito è quello di curare al di là delle prospettive terapeutiche e di permettere a ciascuno di vivere la propria vita fino alla morte, pienamente, secondo le risorse che sono le sue. Sono i vivi che chiudono gli occhi ai morti, dice un proverbio, ma sono i morti che aprono gli occhi dei vivi».
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La dott.ssa Anne de La Tour, primario presso la Maison médicale Jeanne Garnier, ha messo in evidenza l’importanza del testo. Seppur prodotto da un’accademia cattolica, il libro può illuminare i credenti, ma si rivolge più in generale a chiunque cerchi di fare un po’ di chiarezza nel complesso campo della fine della vita.
Il Lessico affronta anche le questioni etiche legate alla rianimazione, alla medicina intensiva degli adulti (art. 12) o dei bambini (art. 13), in particolare la complessità delle situazioni cliniche di coma, stato vegetativo e stato di coscienza minima (art. 4). Dedica anche alcuni articoli alla morte: la sua constatazione (art. 7), al trapianto di organi (post mortem, ma anche da vivente a vivente) (art. 8) e alla cremazione (art. 5).
In definitiva, il Lessico propone 22 voci per chiarire le pratiche e permetterci di parlarne con cognizione di causa non solo nell’ambito dei dibattiti politici, ma anche e soprattutto per decidere liberamente e in modo responsabile in merito alla fine della vita, sgombrando il campo da confusione.





