Dopo le condanne agli attivisti ambientali

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Sono stati condannati a 8 mesi e a un risarcimento di 60mila euro i tre attivisti appartenenti a Ultima Generazione, gruppo di disobbedienza civile nonviolenta contro la crisi ambientale, che a gennaio dello scorso anno lanciarono vernice contro il Senato. L’accusa contestata agli attivisti è quella di danneggiamento aggravato. Abbiamo chiesto una reazione allo scrittore Paolo Cognetti, anch’egli impegnato attivamente nella difesa dell’ambiente naturale.

senato

Photo Lapresse

Dopo le manganellate ai manifestanti pro-Palestina, le condanne giudiziarie ai ragazzi di Ultima Generazione. Condanne pesanti, in rapporto a «reati» discutibili se non pretestuosi. Già lo scorso autunno Ultima Generazione denunciava arresti e fermi in carcere di diverse ore, non per aver imbrattato monumenti storici ma per blocco del traffico, ovvero per sit-in nonviolenti di gandhiana memoria.

Stiamo vedendo sotto questo Governo una reazione particolarmente dura alla protesta politica, che fa parte della democrazia e che giocoforza si muove sul limite della legalità.

Chi sostiene che «protestare si può, ma secondo le regole» sembra dimenticarsi che la protesta punta proprio a ridefinire le regole, cioè a cambiare le leggi o a scriverne di nuove, e in quanto lotta politica sfida il potere.

Qui il potere ci ricorda chi ha il coltello dalla parte del manico: chi governa, giudica e fa rispettare con le condanne le proprie leggi, è anche chi ignora la crisi ambientale che stiamo vivendo, la affronta con misure inadeguate e promuove altre opere di distruzione dell’ambiente.

Personalmente, ritengo che la lotta di Ultima Generazione sia sacrosanta. Il suo strumento – la nonviolenza, togliamo pure la vernice! – è l’unico percorribile.

Ciò di cui quella lotta avrebbe bisogno è un vasto sostegno: si possono arrestare dieci ragazzi che bloccano una strada, ma se diventano migliaia di cittadini è più difficile. Si possono introdurre reati per zittire una protesta, non per mettere a tacere un movimento.

Ecco perché l’atto di accusa di Ultima Generazione è rivolto anche a tutti noi.

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Un commento

  1. Fabio 7 marzo 2024

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