Ne Muanda Nsemi: un personaggio frainteso

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“Era un essere umano, ora me ne rendo conto” – ha esclamato una donna alla notizia della morte del leader spirituale del gruppo politico-religioso Bundu dia Mayala, Zacharie Badiengila, meglio conosciuto come Ne Muanda Nsemi.

Nato nel 1946 a Luozi, nell’attuale Congo-Centrale (provincia dell’estremo ovest del Paese), è morto inaspettatamente mercoledì 18 ottobre in un ospedale di Kinshasa. Ex deputato e presidente nazionale del partito politico Bundu Dia Mayala, Ne Muanda Nsemi ha avuto frequenti scontri con le autorità congolesi negli ultimi anni. Per oltre tre decenni, è stato una figura carismatica sulla scena politica e religiosa della Repubblica Democratica del Congo.

Figura enigmatica, Ne Muanda Nsemi è l’erede spirituale di Simon Kimbangu, predicatore del movimento religioso kimbanguista, ed erede politico di Joseph Kasa-Vubu, primo presidente del Paese (dal 1960 al 1965) – due figure che, come lui, provengono dal Congo centrale.

Ha sostenuto l’autonomia della sua provincia e ha promesso la resurrezione del regno Kongo come esisteva nel XV secolo, dalla RDC al Gabon, passando per l’Angola e il Congo-Brazzaville.

Da questo DNA culturale e sotto la sua guida, il suo movimento mistico-religioso Bungu dia Kongo si affermò come organizzazione religiosa. Formatosi come chimico, ha scritto centinaia di libri, il più famoso dei quali è Saboteurs de l’authenticité – pubblicato nel 1988 con una caratura intellettuale senza pari, questo libro riassume l’intera lotta politico-religiosa del suo autore: il risveglio della coscienza africana.

È facile capire perché i media si siano impegnati tanto per demonizzare la sua immagine, affinché questo messaggio non liberasse mai gli africani dal giogo dell’oscurantismo sotto il quale lottano da secoli.

Di conseguenza, basandosi sulla caricatura datagli dai media, molti lo hanno preso per un piantagrane, se non per un pazzo furioso. Va notato che è sempre stato ai ferri corti con i governi al potere, da Kabila a Tshisekedi, e che è stato più volte in prigione.

La sua persona è stata spesso mistificata, a volte feticizzata, e la sua lotta armata è sempre stata demonizzata e distorta, anche se è legata a quella dell’Umkhonto we sizwe, il braccio armato dell’ANC di Nelson Mandela durante l’apartheid in Sudafrica.

Senza pretendere alcuna glorificazione, l’imperfetto Ne Muanda Nsemi era un ideologo e nazionalista incompreso. Tuttavia, anche nella follia di un uomo c’è sempre un piccolo elemento di ragione. Ora che non c’è più, la sua assenza fisica si erge come un monumento al nostro rimorso: perché non lo abbiamo onorato quando era vivo? L’aura del senso di colpa invade ogni coscienza.

Fortunatamente, però, non è mai troppo tardi per fare meglio. Va detto che Ne Muanda Nsemi ha lasciato all’umanità una bibliografia importante. Oltre ai libri che ha scritto e pubblicato, la sua stessa vita è un libro aperto su un degno figlio dell’Africa, un pensatore con l’amore per la libertà, un maestro spirituale della religione tradizionale africana e un vero filosofo, un pesce siluro che non è mai stato capito. Ha trascorso tutta la sua vita con coraggio e buona volontà, lottando incessantemente per la dignità del popolo africano e la sua affermazione politica, economica e religiosa.

Ne Muanda Nsemi se ne va, ma resterà per sempre al fianco degli africani. È la voce che canta l’orgoglio di essere africani e il coraggio di dire no a ogni umiliante alienazione.

La sua lotta è appena iniziata, agli occhi di una generazione nascente di giovani consapevoli. Ne Muanda Nsemi morirà quando morirà l’ultimo africano.


NE MUANDA NSEMI : UN PERSONNAGE IMCOMPRIS

“Il était un humain, je me rends compte maintenant”, s’exclama une dame, à l’annonce du décès du chef spirituel du groupe politico-religieux Bundu Dia Mayala, Zacharie Badiengila plus connu sous le nom de Ne Muanda Nsemi. Né en 1946 à Luozi dans l’actuel Congo-Central, (province située à l’extrême ouest du pays), il s’en est allé inopinément ce mercredi 18 Octobre dans un hôpital de Kinshasa. Ancien député et président national du parti politique Bundu Dia Mayala, Ne Muanda Nsemi a souvent eu des démêlées avec les autorités congolaises ces dernières années. Il aura été alors un personnage charismatique qui,  pendant plus de trois décennies, a fait parler de lui sur la scène politique et religieuse en République Démocratique du Congo.

Personnage énigmatique,  Ne Muanda Nsemi est un héritier spirituel de Simon Kimbangu, prédicateur à l’origine du mouvement religieux kimbanguiste, et  politique de Joseph Kasa-Vubu, premier président du pays (de 1960 à 1965) – deux personnalités issues comme lui du Congo-Central. Il prônait notamment l’autonomie de sa province et promettait la résurrection du royaume Kongo tel qu’il s’étendait au XVe siècle, de la RDC au Gabon en passant par l’Angola et le Congo-Brazzaville.

De cet ADN culturel et sous son leadership, son mouvement mystico-religieux Bungu dia Kongo, s’imposait comme une organisation religieuse. Chimiste de formation, il a écrit des centaines d’ouvrages dont le plus célèbre est “Saboteurs de l’authenticité”. Publié en 1988 avec un calibre intellectuel hors-pair, ce livre synthétise toute la lutte politico-religieuse de son auteur : l’éveil de la conscience africaine.

Se comprend alors tout le travail médiatique de diabolisation de son image pour que jamais ce message ne retire l’Africain du joug de l’obscurantisme sous lequel il ploie depuis des siècles. Par conséquent, se fiant à la caricature que lui donnaient les médias, nombreux sont ceux qui le prenaient pour un fauteur de trouble, si pas un fou à lier. Il faut noter qu’il a toujours été en couteau tiré avec les gouvernements en place depuis Kabila et Tshisekedi et qu’il a connu la prison en plusieurs reprises. Son personnage a souvent été mystifié, parfois reclus au fétichisme, sa lutte armée toujours diabolisée et dénaturée pourtant apparentée à celle de Umkhonto we sizwe, branche armée de l’ANC de Nelson Mandela pendant l’apartheid en Afrique du Sud.

Sans lui prétendre une quelconque perfection, l’imparfait Ne Muanda Nsemi était un idéologue et nationaliste incompris. Pourtant, même dans la folie d’un homme il y a toujours une petite part de raison. Maintenant qu’il n’est plus, son absence physique s’érige comme un momument qui s’impose à nos remords : pourquoi ne l’avons-nous pas honoré de son vivant ? L’aura d’une culpabilité envahit alors tout esprit consciencieux.

Toutefois, heureusement qu’il n’est jamais tard pour faire mieux. Il faut reconnaître que Ne Muanda Nsemi laisse à l’humanité une importante bibliographie. En plus des livres écrits et publiés, sa vie elle-même est un livre ouvert  d’un digne fils de l’Afrique, d’un penseur épris du sens de liberté, d’un maître spirituel de la religion traditionnelle africaine et d’un vrai philosophe, d’un poisson torpille jamais compris. Il aurait passer toute sa vie avec courage et bonne volonté luttant sans cesse pour la dignité du peuple africain et son émergence tant politico-économique que religieuse.

Ceci dit, Ne Muanda Nsemi part mais il restera à jamais aux côtés des africains. Il est la voix qui chante la fierté d’être africain et le courage de dire non à l’aliénation humiliante. Sa lutte ne fait donc que commencer au regard d’une jeunesse consciente montante. Ne Muanda Nsemi mourra à la mort du dernier africain.

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