Secondo una recente indagine del Pew Research Center, solo un terzo dei cattolici statunitensi crede che l’eucaristia è il corpo e il sangue di Cristo e il 69% ritiene che il pane e il vino sono solo dei simboli. L’indagine è stata effettuata nel mese di febbraio, dal 4 al 19 del 2019.
La transustanziazione – la convinzione che durante la messa il pane e il vino usati per la comunione diventino il corpo e il sangue di Cristo – è centrale per la fede cattolica. Infatti, la Chiesa cattolica insegna che «l’eucaristia è la fonte e il culmine della vita cristiana».
Ma una nuova ricerca del Pew Research Center rivela che tanti di coloro che si definiscono cattolici non credono a questa dottrina basilare. Infatti, circa sette su dieci cattolici (69%) affermano che, durante la messa cattolica, il pane e il vino usati per la comunione «sono simboli del corpo e sangue di Cristo». Solo un terzo dei cattolici degli Stati Uniti (31%) afferma di credere che «durante la messa il pane e il vino diventano il corpo e sangue di Cristo».
Oltre a chiedere ai cattolici che cosa credono per quanto riguarda l’eucaristia, il nuovo sondaggio ha voluto verificare anche come i cattolici credono ciò che la Chiesa insegna a questo riguardo. Molti di coloro che ritengono che il pane e il vino sono elementi simbolici non sanno che la Chiesa parla invece di transustanziazione. Complessivamente il 43% ritiene che il pane e il vino siano simbolici e sono convinti che questo rifletta anche la posizione della Chiesa. Tuttavia, uno su cinque (22%) rifiuta il concetto di trasustanziazione, pur conoscendo ciò che la Chiesa realmente insegna.
La grande maggioranza di quanti credono che il pane e il vino diventano effettivamente il corpo e il sangue di Cristo – il 28% di tutti i cattolici – sanno che questo è quanto la Chiesa insegna. Un piccola percentuale (3%) professa di credere alla presenza reale di Cristo nell’eucaristia pur non conoscendo l’insegnamento della Chiesa sulla transustanziazione.
Circa sei su dieci dei più osservanti – coloro che partecipano alla messa almeno una volta alla settimana – accettano l’insegnamento della Chiesa sulla transustanziazione. Ma, anche in questo gruppo, circa un terzo (37%) non crede che il pane e il vino diventino effettivamente il corpo e il sangue di Cristo (compreso il 23% che non conosce l’insegnamento della Chiesa e il 14% che, invece, lo conosce ma non ci crede).
Tra i cattolici che non partecipano alla messa una volta la settimana, la grande maggioranza afferma di ritenere che il pane e il vino siano simbolici e che non diventino effettivamente il corpo e il sangue di Cristo.
L’indagine rileva anche che la fede nella presenza reale di Cristo nell’eucaristia è più comune tra i cattolici più anziani, anche se la maggioranza in ogni fascia di età (compreso il 61% dei sessantenni e ultrasessantenni), ritengono che il pane e il vino siano simboli, non il corpo e il sangue reale di Cristo.
La tabella raccoglie in sintesi i dati
- di coloro che credono che il pane e il vino sono il corpo e il sangue di Cristo
- e conoscono l’insegnamento della Chiesa sulla transustanziazione;
- li distingue da coloro che non conoscono questo insegnamento o sono incerti al riguardo.
- Presenta, inoltre, i dati di coloro che ritengono che il pane e il vino siano puramente dei simboli,
- pur conoscendo l’insegnamento della Chiesa sulla transustanziazione,
- e li distingue da coloro che non conoscono questa dottrina o sono incerti al riguardo.
Le risposte sono classificate in base alla frequenza alla messa:
- settimanale o più, mensile/annuale e raramente o mai;
- i dati distinguono tra uomini e donne, bianchi e ispanici;
- le fasce di età considerate riguardano i cattolici tra i 40-59 anni, tra i 60 e oltre.
- L’ultima distinzione si riferisce al livello di studio.
Prendiamo i dati per quelli che sono, evitiamo di stracciarci le vesti e nemmeno di fare spallucce. Dal prospetto si possono dedurre tre variabili che meritano ulteriore approfondimento: 1° Partecipazione alla Santa Messa; 2° Età degli intervistati; 3° Grado di scolarità. Queste 3 variabili suggeriscono di circoscrivere l’ulteriore ricerca a partire dalla Conclusione del Concilio Vaticano II° e ciò corrisponderebbe alla variabile età. La partecipazione alla Santa Messa richiede la ricerca di una eventuale correlazione con la predicazione ma soprattutto con la modalità e lo spirito della Liturgia postconciliare dei sacerdoti, dei ministranti e dei fedeli. Il grado di scolarità richiede l’approfondimento dei contenuti della Catechesi di preparazione ai Sacramenti e di nuovo dei contenuti della predicazione durante la Santa Messa. Per quanto tutto ciò possa sembrare complesso i ricercatori sanno come tradurre questi contenuti in comportamenti osservabili e misurabili. La Chiesa italiana, vale anche per tutte le altre, potrebbero realizzare questa ricerca ed usarla per definire in modo ragionevole e profondamente credente alcune linee della pastorale. Forse questo ci risparmierebbe la creazione di un’equipe pastorale di “appassionati dello squilibrio” come suggerito dal Vicario della diocesi di Roma.