Il Piano strategico elaborato dall’Unione internazionale delle superiore generali (UISG), che SettimanaNews ha potuto visionare, si articola in una introduzione, un’indicazione del contesto, una panoramica sull’organizzazione interna, un approfondimento sulla “chiamata” per il 2025-2031 – periodo di durata del Piano – e una conclusione.
Il Piano si colloca al termine di una fase di elaborazione, svoltasi nel 2024 e destinata a proseguire nell’immediato futuro, per capire quali siano i segni dei tempi, quali le chiamate rivolte alle suore e quali azioni e risposte siano necessarie.
Per quanto riguarda il contesto, la consultazione interna ha evidenziato come la UISG sia percepita dalle superiore generali come un luogo positivo di confronto, di dialogo, di formazione.
Per le superiore, le questioni più urgenti riguardano, tra le altre, il futuro della vita religiosa, collegato alla crescente anzianità delle suore, la sinodalità e le tematiche relative all’esercizio della leadership.
In questo senso, una panoramica della struttura (Comitato direttivo, segreteria, commissioni congiunte con l’Unione dei superiori generali) evidenzia il modo in cui le superiore generali delle 1.900 congregazioni partecipano in modo diretto alle attività.
E le attività sono molteplici. L’Assemblea plenaria triennale, ne è il vertice. Essa è accompagnata, seguita e preceduta da incontri, corsi, riunioni, simposi, in presenza e on line. Il 2024 ha visto oltre 8 mila suore partecipanti da 95 paesi.
A ciò si aggiungono diversi progetti e iniziative internazionali sui temi dei migranti, sulle donne vittime di tratta (l’iniziativa specifica Talitha Kum), il dialogo costante con i dicasteri vaticani, con le ambasciate, con le maggiori istituzioni internazionali.
Per quanto riguarda la “chiamata”, l’UISG ha individuato cinque direttrici.
- Per la vita religiosa, il “cambiamento d’epoca” in cui ci troviamo – nota il Piano – implica la ricerca di strade per dare priorità alla vita religiosa stessa.
- All’interno della Chiesa, l’UISG ha il compito di continuare ad essere una voce per le donne nella vita ecclesiale.
- Sul piano globale, l’UISG ritiene che siano priorità assolute la difesa dell’ambiente e la possibilità di operare come agenti di cambiamento in un mondo sofferente e polarizzato.
- In questo senso, l’UISG si percepisce come un’organizzazione globale con possibilità uniche per spingere verso una umanizzazione della vita sociale e collettiva.
- Se, sul piano interno, il Piano ipotizza una revisione delle strutture e delle modalità per adeguarle alle sfide, come metodo di lavoro (quinta direttrice) si assume la sinodalità basata sul discernimento e radicata spiritualmente, come via maestra di azione.
È il riassunto o il documento a non far parola di Dio, di Cristo, del Vangelo, dei sacramenti, della preghiera, della devozione…? In questo quadro, cosa vuol dire “dare priorità alla vita religiosa”? Sul “piano globale” la “priorità assoluta” è la “difesa dell’ambiente”? E perché non l’evangelizzazione, sicché la difesa dell’ambiente (bellissima cosa) possa venire di conseguenza? L’insieme mi lascia perplessa