Gesù il Figlio, storia e teologia

di:

Nicola Ciola, Gesù Cristo Figlio di Dio

Il professore ordinario di cristologia della Pontificia Università Lateranense pubblica una nuova edizione (Roma 2012/1, pp. 615) del suo manuale. Nato in ambito accademico e destinato in prima battuta agli studenti dei corsi teologici universitari, il libro è in ogni caso utile, in tante sue sezioni, alla formazione teologica di un più vasto pubblico.

Il taglio scelto dall’autore nel presentare la figura di Gesù è quello di sottolinearne la divinità. Solo in quanto Figlio di Dio, l’uomo Gesù è l’Uomo perfetto e non solo un essere perfettamente umano. La sua divinità è il segreto che tocca la profondità definitiva del suo essere, rappresentando quell’unicum che permette poi di identificarlo nella pienezza delle sue peculiarità umano-divine.

Nella Parte Prima (pp. 23-174) Ciola delinea, a mo’ di prologo, il contesto e il profilo epistemologico della cristologia: l’irresistibile attrattiva di Gesù e la ricerca del suo autentico volto. Nel c. II l’autore espone quindi il metodo seguito dalla cristologia sistematica nel portare avanti la propria ricerca.

La Parte Seconda (pp. 175-468) studia la persona di Gesù di Nazaret tra fede credente e vicenda storica. Grembo della “storia” di Gesù è l’anamnesi ecclesiale. Essa ricupera la figura di Gesù all’interno delle attese di salvezza del suo tempo. Gesù è un ebreo non omologabile, pur perfettamente inserito nel contesto vitale del suo tempo (Legge, tempio, correnti religiose, ambiente socio-politico ecc.)

La “causa” di Gesù è il Regno, ed egli ha anche una parola “nuova” da dire: le Beatitudini e le parabole ben esprimono il suo “sogno”. Gesù opera dei “segni” con autorevolezza e ha una coscienza messianica (uso del titolo Figlio dell’uomo), ha un rapporto dialogico con Dio suo Padre e la dotazione “pneumatica” tipica della figura messianico-escatologica si realizza in pienezza in Gesù.

L’epilogo della vita di Gesù a Gerusalemme, meta del suo “pellegrinare” a partire dalla Galilea, dimostra “chi” è Gesù. Ciola analizza a fondo l’atteggiamento di Gesù di fronte al suo destino di passione e morte, per poi studiare il significato escatologico e soteriologico della sua morte in croce.

Esaminata la risurrezione come compimento della storia di Gesù, Ciola conclude la parte biblica del suo manuale con la trattazione della persona di Gesù crocifisso-risorto annunziato dalla Chiesa. È il “secondo inizio” del cristianesimo (e della cristologia neotestamentaria).

I contenuti essenziali delle confessioni di fede e delle cristologie post-pasquali sono incentrati sulla proclamazione di Gesù come “Signore” e “Cristo”, con il ricupero della prospettiva protologica di Gesù Cristo all’origine del progetto di Dio, la prospettiva ontologico-trascendente di Gesù Cristo e, infine, la prospettiva incarnazionale: Gesù, il Logos.

La Parte Terza (pp. 469-674) del saggio cristologico di Ciola è dedicata agli sviluppi della tradizione ecclesiale nella riflessione sulla persona di Gesù di Nazaret, Cristo e Figlio di Dio. Se ne seguono le vicende nei sec. I-II, dove, agli inizi dell’approfondimento ecclesiale, vi è la persona di Gesù Signore e Cristo professato dalla Chiesa.

Nei secc. IV-VII si assiste al grande dibattito sull’unità di Cristo. Il lungo c. II (pp. 495-600) dedicato a questo tema illustra dapprima la dottrina cristologica dei primi quattro concili ecumenici: Nicea (325), Costantinopoli I (381), Efeso (431) e, infine, la professione dell’unità di Cristo, “vero Dio / vero uomo” nel concilio di Calcedonia (451).

Nella seconda parte del capitolo, Ciola analizza i concili ecumenici della Chiesa antica a complemento del dogma cristologico: il concilio Costantinopolitano II (553) che afferma che l’umanità di Cristo sussiste nell’ipostasi del Logos; il concilio Costantinopolitano III (680-681) che definisce l’integrità della libera volontà umana di Cristo; il concilio di Nicea II (787) in cui si dichiara che le immagini sacre sono espressione del realismo dell’incarnazione. Di ogni evento conciliare, Ciola sottolinea nell’ultimo paragrafo l’attualità delle affermazioni a cui si è giunti.

Il c. III è dedicato alla cristologia medievale, nel passaggio tra teologia monastica e teologia scolastica.

Alla cristologia tra epoca moderna e contemporanea è dedicato il c. IV, che si conclude (pp. 646-651) sulle irrinunciabili acquisizioni della cristologia contemporanea a seguito del cambio epocale del concilio Vaticano II.

L’ultimo capitolo, il V, si sofferma sulle sfide e sulle prospettive suscitate dalla riflessione cristologica tra XX e XXI secolo. Le sfide più recenti sono date dalla cristologia nell’orizzonte della verità e dalla verità nell’orizzonte della cristologia. L’odierna “navigazione” della cristologia (così Ciola), segue le seguenti coordinate: prendere sul serio la “carne umana” di Gesù; l’unione ipostatica ripensata in senso relazionale; il mistero dell’Incarnato in un orizzonte trinitario; l’Incarnato e il mistero antropologico di “filializzazione”.

La bibliografia generale (pp. 675-678) integra quella fornita alla conclusione di ogni capitolo del saggio.

Chiudono l’impegnativa riflessione di Ciola l’Indice biblico (pp. 679-696) e quello dei nomi (pp. 697-706). Volume di studio e di consultazione, fa onore alla riflessione teologica italiana.

Nicola Ciola, Gesù Cristo Figlio di Dio. Vicenda storica e sviluppi della tradizione ecclesiale. Nuova edizione, Collana «Nuovi Saggi Teologici – Series Maior», EDB, Bologna 2017, pp. 712, € 60,00. 9788810412299

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