Le prime comunità cristiane

di:
Fusco, prime comunità cristiane

Copertina della prima edizione del volume , oggi disponibile nella collana Reprint

Il compianto (1939-1999) docente presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli-Posillipo, direttore di Rivista Biblica e successivamente vescovo di Nardò-Gallipoli, era considerato giustamente uno dei massimi esperti dei Vangeli sinottici. In questa pubblicazione, apparsa originariamente nella collana «La Bibbia nella storia» nel 1997, egli cerca le vie per ricostruire il cammino che da Gesù ha portato alla stesura degli scritti evangelici.

L’annuncio del Risorto

La prima grande linea di tradizione orale, che poi confluirà nei testi scritti, riguarda l’annuncio del Risorto, cioè la tradizione kerygmatica pasquale. Un kerygma incentrato sulla morte e risurrezione di Gesù. Le fonti in cui si riscontra questa tradizione sono le Lettere paoline, gli Atti degli Apostoli e i Vangeli stessi. Uno dei materiali privilegiati è quello delle «formule di fede», molto concentrate ed essenziali: «Dio ha risuscitato Gesù dai morti!», «Signore è Gesù!», formule nominali varie, «Per noi morto, per noi risorto», «Uno solo è Dio, uno solo è il Signore!», con formule di sviluppo «in avanti» (cf. 1Tm 3,16), che menzionano l’intronizzazione alla destra di Dio, la regalità cosmica, la sottomissione delle «potenze» alla signoria di Cristo (spesso nei brani innici delle lettere deuteropaoline) e formule con sviluppo «all’indietro», con una struttura binaria imperniata sulla contrapposizione carne/Spirito.

Uno dei brani più interessanti su questo è Rm 1,3-4, da quasi tutti considerata una formula prepaolina. Le formule «all’indietro» si imperniano talvolta ancora più radicalmente su una contrapposizione nascosto/rivelato, aventi per lo più come soggetto “il mistero”, identificato di fatto con Cristo. Lo sviluppo di questa tradizione kerygmatica pasquale verte sulla signoria di Gesù, sul valore salvifico della morte e sulla filiazione-preesistenza.

Il Gesù prepasquale

L’altra linea di tradizione che precede la scrizione dei vangeli è quella sul Gesù prepasquale e si identifica per lo più con la fonte Q (Quelle, che in tedesco significa «fonte»), che raccoglie soprattutto i detti di Gesù. Non va dimenticata la tradizione giovannea, altre tradizioni presinottiche (i Sondergut matteani e lucani, cioè il materiale proprio a questi due evangelisti confluito non solo nei vangeli dell’infanzia [Mt 1–2; Lc 1–2] ma anche in lunghi blocchi letterari propri). Né vanno dimenticate le tradizioni su Gesù negli scritti extracanonici, in specie il Vangelo di Tommaso, oggi molto studiato.

Il terzo capitolo del volume Fusco lo dedica ai gruppi, tendenze e tensioni presenti nelle prime comunità cristiane. Ci si trova sempre tra Atene e Gerusalemme… Fusco esamina la prima comunità di Gerusalemme, il gruppo «ellenista» e il suo rapporto con l’evangelizzazione dei pagani, la vivace comunità di Antiochia, le tensioni dell’incidente di Antiochia e l’accordo raggiunto a Gerusalemme, con la coda del «decreto apostolico». Ampio spazio è dedicato alle comunità paoline, agli oppositori di Paolo (spesso chiamati erroneamente «avversari/nemici», ma probabilmente missionari giudeo-cristiani giudaizzanti con metodi e sensibilità diversi da quelle di Paolo). Paolo è comunque testimone delle tensioni della Chiesa primitiva e della sua unità. Nelle sue lettere (si pensi a 2Cor, ma anche a Rm) Paolo ha sempre cercato di creare, coltivare e accrescere la comunione spirituale e materiale tra la Chiesa madre di Gerusalemme e le comunità per lo più composte da etnico-cristiani da lui fondate o dirette.

Una ricerca ancora attuale

In una breve descrizione finale Fusco traccia un quadro d’insieme che illustra la tradizione kerygmatica delle comunità palestinesi ed ellenistiche e, infine, il processo di recupero delle tradizioni sul Gesù terreno prima della Quelle e nella tradizione soggiacente a quest’ultima. La dinamica delle prime tradizioni cristiane è l’ultimo tema di sintesi. La redazione della Quelle spinse Paolo e gli evangelisti a recuperare detti normativi di Gesù utilizzabili anche dopo Pasqua, i fatti attinenti al kerygma (miracoli, controversie, rapporto con i Dodici, racconto della passione) con un kerygma più orientato a Israele quello di Q, più orientato ai pagani quello di Mc. Parallelo fu l’apporto della tradizione giovannea.

Il processo di scrizione dei vangeli quindi fu: recupero della tradizione kerygmatica incentrata sulla risurrezione e poi graduale recupero del materiale riguardante il Gesù prepasquale. Il volume di Fusco conserva intatto il suo valore e fa rimpiangere ancor più il grande sinottologo scomparso prematuramente, una stella dell’esegesi italiana a livello internazionale. Volume di studio e di consultazione per studiosi e studenti di teologia.

Vittorio Fusco, Le prime comunità cristiane. Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini, Collana Reprint, EDB, Bologna 2016, pp. 312, € 21,00. 9788810216149

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