Polonia: memorie gloriose e abusi infami

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chiesa e abusi

Alla vigilia di quello che doveva essere l’importante ricorrenza del centenario della nascita di Giovanni Paolo II (18 maggio) è esploso in Polonia l’ennesimo scandalo legato agli abusi sessuali del clero. Firmato dai fratelli Marek e Thomasz Sekielski, il film-documentario (Hide and Seek) apparso su You Tube ha raccolto 1,9 milioni di visualizzazioni.

In esso si racconta la storia di due fratelli vittime di abusi sessuali di un prete a cui viene chiesto ragione del comportamento avuto, come ai vari comprimari della vicenda che hanno fatto il possibile per oscurare i fatti. Fra questi anche un vescovo (sembra si  alluda a Edward Jamiek, vescovo di Kalisz).

È il secondo film-documentario che gli autori hanno messo sul mercato. Il primo col titolo Tylko nie mow nikomu (Non dirlo a nessuno) ha spopolato con 20 milioni di visualizzazioni. Due ore di testimonianza che mettono sotto accusa l’intreccio degli abusi, la complicità del clero e anche figure eminenti come p. Franciszek Cybula, cappellano a suo tempo di Lech Walesa, storico leader di Solidarnosc e poi presidente del paese.

Si annuncia un terzo documentario sul ruolo di Giovanni Paolo II nella copertura (presunta) dei crimini sacerdotali.

Nessuno impedisca le denuncie

In ambedue i casi la risposta è venuta dal primate di Polonia, mons. Wojciech Polak. Non ha nulla dell’aggressività e della violenza degli organi più conservatori e delle frange più estremiste del cattolicesimo polacco. Nessuna accusa agli autori, grande rispetto per le vittime, rigoroso ricorso alle stringenti normative che regolano da anni la questione della pedofilia del clero.

Il film per il primate «mostra che gli standard di protezione previsti dalla Chiesa per i bambini e i giovani non sono stati osservati». Grande comprensione per le vittime e le loro famiglie e denuncia diretta  ai preti interessati per il mancato rispetto degli obblighi assunti nel ministero. Ogni denuncia che arriva ai vescovi deve essere presa in considerazione e deve avviare un’indagine canonica. È inaccettabile accontentarsi di spostare il sacerdote senza fare chiarezza.

Non solo. Il film indica anche presunte responsabilità episcopali. Per questo il primate dice: «In qualità di delegato dell’episcopato polacco per la protezione di bambini e giovani chiedo alla Santa Sede, tramite la nunziatura, di avviare un procedimento secondo le indicazioni del motu proprio di papa Francesco» relativo ai comportamenti dei vescovi in materia. Si ringraziano le vittime per il coraggio con cui esprimono la denuncia e raccontano il trauma ricevuto. Chiede a tutti, sacerdoti, suore, genitori ed educatori di non contribuire in nessuna maniera a fermare o impedire le denunce.

Il tradimento della fiducia che l’abuso mostra è una infedeltà per l’intera Chiesa. Si assicura alle vittime l’offerta immediata di assistenza psicologia, pastorale e legale. Nel caso di una denuncia civile, si invita alla collaborazione con il tribunale, chiedendo che le informazioni relative giungano anche ai responsabili ecclesiali per non costringere le vittime a testimonianze ripetute e devastanti. Naturalmente si ricorda anche come la stragrande maggioranza del clero sia coerente con il proprio ministero di pastore e di guida delle comunità.

Grandezza e discrezione

Lo scandalo degli abusi è esploso nel paese da una decina d’anni. È noto il caso di J. Paetz, ex vescovo di Poznam, costretto alle dimissioni nel 2002 e invitato ad astenersi da ogni attività pastorale nel 2014. È morto nel novembre 2019.

Un rapporto – molto discusso – avviato da un’associazione delle vittime parla di 400 casi. All’inizio del decennio (2012) la conferenza episcopale si dota delle linee-guida e degli istituti necessari per affrontare il problema. Nel 2013 il gesuita Adam Zak riceve l’incarico di referente nazionale e di responsabile del Centro per la protezione dei minori. Nel 2014 vengono segnalati 19 casi di condanna per abusi e nel 2017 si avvia una specifica giornata di preghiera per le vittime.

Nell’autunno del 2018 milioni di polacchi vedono il film Kler, durissima denuncia contro le perversioni sessuali del clero.  In ottobre 2019 si aggiorna il documento di formazione per i futuri preti e si mette in opera un sistema stabile e facilmente accessibile per le segnalazioni relative agli abusi in tutte le diocesi.

La ferita delle denunce è particolarmente dolorosa per una Chiese che celebra in quest’anno non solo il centenario della nascita di Giovanni Paolo II, ma anche la beatificazione del card. Stefan Wyszynski e l’avvio del processo per la beatificazione dei genitori di Giovanni Paolo II.

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