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Il numero di novembre della rivista africana J’écris, je crie è dedicato a un riflessione di carattere politico e culturale in vista delle tornate elettorali che si approssimano in alcuni paesi del continente – iniziando con le presidenziali nella Repubblica Democratica del Congo, che si terranno nel prossimo mese di dicembre. Ci sembra importante offrire alle lettrici e lettori di SettimanaNews questo sguardo gettato sulla situazione politica e civile a cui hanno lavorato i colleghi e le colleghe della rivista con cui collaboriamo.

Version française ci-dessous

Democrazie nate morte
Augustin Kakine Aurele

Si dice che per raggiungere il successo non ci siano ascensori, ma solo scale. Questo vale tanto per l’aspetto economico quanto per la lotta politica e democratica. Dopo l’indipendenza, conosciamo repubbliche che sono diventate così democratiche da farci dubitare della serietà della loro democrazia. Perché la democrazia, lungi dall’essere solo una parola, è soprattutto un fatto. Deve superare lo stadio di una bella idea per abbracciare quello di una realtà che salva.

E perché ciò avvenga, sono indispensabili diversi fattori – il primo e più difficile da raggiungere è la capacità, la maturità del popolo di esercitare il proprio potere. Già ai tempi delle agorà greche, Socrate e Platone mettevano in dubbio la capacità del popolo di incarnare l’idea stessa di «democrazia», ritenendo che il popolo fosse spesso una massa irragionevole, un aggregato passionale, una folla senz’anima senza un’anima intelligente capace di illuminare la città.

Non temiamo di essere gli unici a rendersi conto che le democrazie africane sembrano essere state avvelenate fin dall’inizio. Non è stancante, forse addirittura irritante, vedere le nostre democrazie manipolate da mani straniere? L’Occidente ha imposto all’Africa un simulacro di democrazia che portava in sé il seme fatale della sua distruzione. E noi ci siamo ingenuamente consegnati a esso come un gatto si lascia ammaliare da un piatto di caviale…

Oggi ne paghiamo ancora il prezzo, ma siamo cresciuti. Non si tratta più di una colpa del «sadismo» occidentale. Dobbiamo chiederci se siamo felici di vivere in questo stato pietoso di oppressione?  Se l’umiliazione è diventata il nostro cibo preferito e l’auto-sabotaggio la nostra strategia quotidiana, non è certo colpa degli occidentali. Dobbiamo liberarci dallo spirito oscuro che ci perseguita. Perché il masochismo, anche quello inconsapevole, è una malattia.

Non è più tollerabile che i destini dei nostri Paesi dipendano da chierichetti che si accontentano di fare della politica un semplice gioco senza serie implicazioni. I politici del nostro continente devono darci una ragione sufficiente per fare affidamento su di loro. Invece di copiare e incollare la democrazia occidentale, che non è adatta all’Africa, perché non ripensare la nostra identità e far crescere i semi delle nostre autentiche democrazie? Perché, a ben guardare, una certa «democrazia in fieri» in Africa c’è, ma è stata soffocata dalla cattiveria di alcuni e dall’ingenuità di altri.

Detto questo, concentriamoci sugli sforzi democratici compiuti dagli africani. Guardando alle democrazie fallite, speriamo e lottiamo affinché ogni patriota in ogni paese africano venga preso sul serio. Le cose non cambieranno mai se nessuno osa farsi avanti: africani, fate rumore, un rumore meritevole, il rumore di una democrazia di successo. Facciamo in modo che le elezioni nei nostri Paesi cessino di essere una fonte di frustrazione per la gente.


Vicende elettorali in Africa
Ir Charity Kahongya

Le vicende elettorali si riferiscono a questioni, problemi o sfide che influenzano le elezioni e le scelte degli elettori.  Insite nel processo democratico, variano a seconda del contesto politico, economico, sociale e culturale di un determinato Paese. In breve, spesso comprendono questioni di democrazia, trasparenza, accesso alle informazioni, partecipazione politica, rappresentatività, buon governo, diritti umani e così via.  Concentrarsi su questi temi è più che mai importante per garantire elezioni libere, trasparenti e credibili; infatti, contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema democratico.

In Africa, il processo elettorale è afflitto da importanti problemi legati alla democrazia e alla partecipazione politica. Di conseguenza, sfide come la garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali, l’inclusione politica delle minoranze, la trasparenza dei processi elettorali e la partecipazione dei giovani e delle donne rimangono questioni importanti.

Non è raro, poi, che le elezioni siano fonte di tensioni e conflitti nella maggior parte dei Paesi africani. Ciò è dovuto alla corruzione e ai brogli, da un lato, e alla tendenza all’esclusivismo, dall’altro. Questi problemi diluiscono la fiducia e compromettono la legittimità dei risultati. In questo mondo sempre più digitalizzato, l’accesso alle informazioni e alla tecnologia rappresenta una sfida importante per le elezioni africane, in quanto può influire sulla trasparenza, sulla comunicazione tra le parti interessate e sull’educazione degli elettori.

Inoltre, gli esorbitanti guadagni dei politici influiscono in un modo o nell’altro sulle elezioni in Africa. Jean-Marie Ntema non diceva forse che «le formiche non vanno mai verso una soffitta in cui non c’è nulla»? In alcuni Paesi africani, come la Repubblica Democratica del Congo, tutti vogliono correre verso la stessa soffitta; e quelli che sono già lì non vogliono certo lasciarla. Questo porta a corruzione nel governo e ai colpi di Stato. I politici possono essere tentati di accettare tangenti o di impegnarsi in attività illegali per aumentare la propria ricchezza personale, compromettendo l’integrità e la trasparenza dei processi elettorali.

Inoltre, le elezioni in Africa sono soggette alla lunga mano di potenze esterne. Finanziate in larga misura da queste potenze, esse impongono l’esito del processo elettorale in un modo o nell’altro. Entrano in gioco la geopolitica occidentale, gli interessi delle multinazionali e i calcoli politici degli organismi internazionali. Gli osservatori internazionali non sono in realtà gli occhi delle cosiddette «grandi potenze», che vogliono che le cose vadano secondo la loro comprensione e la loro visione? Va detto che, sebbene ciò possa essere visto come una misura di trasparenza, la loro presenza ha una ragione principalmente politica.

Da quanto detto, è chiaro che la soluzione dei problemi associati alle questioni elettorali in Africa richiede un approccio multi-stakeholder e la cooperazione tra i vari attori – compresi i governi, gli organismi di regolamentazione, la società civile e i cittadini  (senza dimenticare la buona volontà del governo di tenere elezioni legittime, libere ed eque). Va sottolineato che la remunerazione dei politici deve essere equa e riflettere il valore del lavoro che svolgono.

Sarà poi necessario promuovere un ambiente politico inclusivo e garantire i diritti e le libertà fondamentali, in particolare per le minoranze e i gruppi emarginati, incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini al processo elettorale, mettere in atto meccanismi di controllo e di regolamentazione per prevenire le frodi elettorali, la corruzione e l’abuso di potere – e garantire la totale trasparenza del processo elettorale, compresa la registrazione degli elettori, il conteggio dei voti e la proclamazione dei risultati.


E se l’Africa fosse naturalmente democratica?
Sophie Masivi

La storia della democrazia in Africa è un passo essenziale per comprenderne l’evoluzione. Prima della colonizzazione, molti gruppi etnici africani avevano sistemi di governo propri, basati su consigli di anziani o assemblee comunitarie. Queste strutture offrivano meccanismi decisionali partecipativi e riflettevano valori di consultazione e consenso.

Ma la colonizzazione europea ha profondamente stravolto questi sistemi imponendo forme di governo autoritarie. Dopo lunghi anni di lotta per l’indipendenza, molti Paesi africani hanno cercato di instaurare la democrazia, ma queste transizioni sono state segnate da difficoltà e battute d’arresto.

Le esperienze democratiche post-indipendenza variano notevolmente: con esempi di successo come il Botswana, che ha mantenuto una democrazia stabile per decenni; mentre molti altri Paesi hanno sperimentato conflitti e instabilità.

I fattori culturali e sociali svolgono un ruolo cruciale nella democrazia in Africa. La diversità culturale del continente è immensa, con centinaia di gruppi etnici e lingue. Queste diversità influenzano il modo in cui la democrazia viene percepita e praticata. Inoltre, i valori tradizionali africani, come l’importanza della consultazione della comunità, della risoluzione dei conflitti e del processo decisionale collettivo, possono essere compatibili con i principi democratici.

Anche gli usi e i costumi africani, come i consigli dei capi tradizionali, possono svolgere un ruolo significativo nel governo della comunità locale. Tuttavia, è importante notare che le culture variano notevolmente da una regione all’altra e che la democrazia non può essere semplicemente trapiantata senza tenere conto di queste specificità culturali.

Le sfide della democrazia in Africa sono molte e varie. L’instabilità politica e i colpi di stato sono problemi persistenti in molte regioni, interrompendo i processi democratici. La corruzione e il mal governo sono altri ostacoli importanti, che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. Le disuguaglianze economiche e sociali esacerbano le tensioni e possono minare la reale rappresentatività della democrazia.

Inoltre, le sfide legate all’istruzione e all’accesso alle informazioni possono limitare la partecipazione dei cittadini e la trasparenza del processo democratico. Affinché la democrazia fiorisca in Africa, è necessario affrontare questi problemi.

Sono state messe in atto iniziative per promuovere la democrazia in Africa. Organizzazioni internazionali come l’Unione africana e le Nazioni Unite hanno un ruolo da svolgere nel fornire un quadro per la promozione della democrazia e la risoluzione dei conflitti. Alcuni Paesi africani sono riusciti a mantenere democrazie stabili, come il Botswana, il Ghana e il Sudafrica.

L’esempio del Sudafrica, che ha raggiunto una transizione democratica pacifica dopo l’apartheid, è spesso citato come modello per altri Paesi in transizione. Queste iniziative dimostrano che la democrazia in Africa può essere rafforzata attraverso azioni mirate e partenariati internazionali.

In conclusione, la democrazia in Africa è influenzata da una storia complessa, da vari fattori culturali, da sfide persistenti e da iniziative promettenti. Alla domanda se l’Africa sia naturalmente democratica non si può rispondere in modo semplicistico. Tuttavia, è chiaro che la democrazia in Africa è un processo in evoluzione e il suo futuro dipenderà dagli sforzi concertati per superare gli ostacoli e promuovere sistemi politici inclusivi e responsabili nel continente.



Des démocraties mort-nées en Afrique
Augustin KAKINE AURELE

Il n’existe aucun ascenseur vers le succès, dit-on, il ne faut prendre que l’escalier. Ceci est aussi vrai pour l’aspect économique que pour le combat politique et démocratique. Depuis les “indépendances”, on en connaît des républiques devenues tellement démocratiques qu’on a à  interroger le sérieux de leur démocratie. Car la démocratie, loin d’être simplement un mot, et surtout un fait.

Elle se doit de quitter le stade d’une belle idée pour embrasser celui d’une réalité salvatrice. Et pour ceci, plusieurs facteurs sont essentiels à la base, le premier-et le plus difficile à réaliser- la capacité, la maturité pour le peuple à exercer son pouvoir, la démocratie . Déjà à l’époque des agoras originelles à la grecque, Socrate et Platon mettront en doute la capacité du peuple à être à même d’incarner ce qui est contenu dans l’idée même “démocratie ” considérant que le peuple est ,souvent, une masse irraisonnée, un agrégats des passionnés, une foule sans âme, sans âme intelligente capable d’éclairer la cité.

Nous ne craignons point d’être les seuls à nous rendre compte du fait que les démocraties africaines semblent avoir été empoisonnées déjà à leur conception. N’est-il pas fatiguant, énervant peut-être même, de voir manipuler nos démocraties par de salles pattes étrangères ? l’Occident a imposé en Afrique un spécimen truqué d’une démocratie qui portait en elle-même la graine fatale de sa destruction. Et naïvement, nous avons sauté dessus comme un chat sur un plat de caviar…

Aujourd’hui encore on en paye le prix, mais nous avons grandi. Ce n’est plus de la responsabilité du “sadisme” occidental. Nous plaisons dans cet état lamentable d’opprobre ?  Si l’humiliation est devenue notre plat préféré et l’autosabotage notre stratégie de prédilection, celà n’est aucunement imputable aux occidentaux. Nous avons à nous défaire de l’esprit sorcier qui nous hante. Car le masochisme, même inconscient, est une maladie.

Il n’est plus tolérable que les destins de nos pays demeurent tributaires d’enfants de choeur qui se contentent de faire de la politique un simple jeu sans aucun enjeu sérieux. Il faut que les politiciens de notre continent nous donnent une raison suffisante de compter sur eux. Plutôt que de faire un copier-coller de la démocratie occidentale inadaptée à l’Afrique, pourquoi ne pas repenser notre identité et laisser grandir les germes de nos démocraties authentiques ? Car oui, à bien y regarder, on peut trouver en Afrique une certaine “démocratie spermatique”, mais qui a été étouffée par la méchanceté des uns et la naïveté des autres.

Ceci dit, cet article, veut se tourner vers les efforts démocratiques que fournissent les africains. Des démocraties ratées, nous espérons et nous battons pour une prises au sérieux de chaque patriote de chaque pays africain. Les choses ne se changent jamais si personne n’ose mettre la main à la patte. Africains, faites du bruit, un bruit méritoire, un bruit d’une démocratie réussie. Que les élections dans nos pays soient cessent d’être une frustration pour les peuples.


Les enjeux électoraux en Afrique
Ir Charity KAHONGYA

Les enjeux électoraux désignent les questions, les problèmes ou les défis qui influencent les élections et les choix des électeurs.  Inhérents au processus démocratique, ils varient selon le contexte politique, économique, social et culturel d’un pays donné. Bref, ils englobent souvent des questions de démocratie, de transparence, d’accès à l’information, de participation politique, de représentativité, de bonne gouvernance, des droits de l’homme, etc.  S’appesantir sur ces enjeux est plus important en vue de  garantir des élections libres, transparentes et crédibles ; au fond, ceci permet de renforcer la confiance des citoyens dans le système démocratique.

En Afrique, le processus électoral est taraudé de grandes questions en lien avec la  démocratie et la participation politique. Il s’ensuit ainsi des défis tels que la garantie des droits et des libertés fondamentales, l’inclusion politique des minorités, la transparence des processus électoraux et la participation des jeunes et des femmes restent des enjeux importants.

Ceci étant, il n’est pas rare que, dans la plupart des pays africains, les élections soient source de tensions et de conflits. Et ce, à cause de la  corruption et la fraude électorale, d’une part et la tendance à l’exclusivisme, d’autre part. Ces problèmes diluent ainsi la confiance et compromettent  la légitimité des résultats. Et dans ce monde de plus en plus digitalisé, l’accès à l’information et à la technologie est  un défi majeur pour les élections africaines, car cela peut affecter la transparence, la communication entre les parties prenantes et l’éducation des électeurs.

Par ailleurs, le salaire exorbitant des politiciens impacte d’une manière ou d’une d’autre sur les élections en Afrique. Jean-Marie NTEMA ne dit-il pas que « vers le grenier vide, jamais ne se dirigent les fourmis » ? Dans certains pays d’Afrique comme la RDC ; tout le monde voudrait courir vers le même grenier, et ceux qui y sont déjà, n’aimeraient jamais abandonner si ce n’est que par la mort suite à une rémunération élevée. Cela entraîne la corruption au sein du gouvernement et de coups d’état. Les politiciens peuvent être tentés d’accepter des pots-de-vin ou de s’engager dans des activités illégales pour augmenter leur richesse personnelle, ce qui compromet l’intégrité et la transparence des processus électoraux.

En outre, sur les élections en Afrique pèse la main noire des puissances extérieures. Financés en grande partie par ces dernières, elles imposent d’une manière ou d’une autre l’issue du processus électoral. Ici interviennent la géopolitique occidentale, les intérêts des multinationales et les calculs politiques des organismes internationaux. Les observateurs internationaux ne sont-ils pas en réalité l’œil des puissances dites « grandes» qui souhaitent voir les choses se passent selon leur entendement et d’après leur vision des choses. Il faut le dire, bien que cela puisse être perçu comme une mesure de transparence, leur présence a avant tout des motivations politiques.

De tout ce qui précède, il ressort que la résolution des problèmes liés aux enjeux électoraux en Afrique nécessite une approche multipartite et la coopération entre les différents acteurs, y compris les gouvernements, les organismes de régulation, la société civile et les citoyens sans oublier la bonne volonté du gouvernement à la tenue d’élections légitimes, libres et justes. Il convient de souligner que les rémunérations des politiciens doivent être justes et refléter la valeur du travail qu’ils accomplissent.  Il faudra alors promouvoir un environnement politique inclusif et garantir les droits et les libertés fondamentales, en particulier pour les minorités et les groupes marginalisés, encourager la participation active des citoyens dans le processus électoral, mettre en place des mécanismes de contrôle et de réglementation pour prévenir la fraude électorale, la corruption et les abus de pouvoir, assurer la transparence totale du processus électoral, y compris l’enregistrement des électeurs, le dépouillement des votes et la proclamation des résultats.


Et si l’Afrique était naturellement démocratique?
Sophie MASIVI

L’histoire de la démocratie en Afrique est une étape essentielle pour comprendre son évolution. Avant la colonisation, de nombreux groupes ethniques africains avaient leurs propres systèmes de gouvernance basés sur des conseils de sages ou des assemblées communautaires. Ces structures offraient des mécanismes de prise de décision participative et reflétaient des valeurs de consultation et de consensus. Cependant, la colonisation européenne a profondément per-turbé ces systèmes en imposant des formes de gouvernance autoritaires.

Après de nombreuses années de luttes pour l’indépendance, de nombreux pays africains ont cherché à instaurer la démocratie, mais ces transitions ont été mar-quées par des difficultés et des revers. Les expériences démocratiques post-indépendance varient considérablement, avec des exemples de succès tels que le Botswana, qui maintient une démocratie stable depuis des décennies, contrastant avec d’autres pays qui ont connu des conflits et des instabilités.

Les facteurs culturels et sociaux jouent un rôle crucial dans la démocratie en Afrique. La diversité culturelle du conti-nent est immense, avec des centaines de groupes ethniques et langues. Ces diversités influencent la manière dont la démocratie est perçue et pratiquée.

De plus, les valeurs traditionnelles africaines telles que l’importance de la consul-tation communautaire, de la résolution des conflits et de la prise de décision collective peuvent être compatibles avec les principes démocratiques. Les coutumes et traditions africaines, telles que les conseils de chefs traditionnels, peuvent également jouer un rôle dans la gouvernance locale. Cependant, il est important de noter que les cultures varient considérablement d’une région à l’autre et que la démocratie ne peut pas être simplement transplantée sans tenir compte de ces spécificités culturelles.

Les défis de la démocratie en Afrique sont nombreux et variés. L’instabilité politique et les coups d’État ont été des problèmes persistants dans de nombreuses régions, per-turbant les processus démocratiques. La corruption et la mauvaise gouvernance sont d’autres obstacles majeurs, sapant la confiance du public dans les institutions démocratiques. Les inégalités économiques et sociales exacerbent les tensions et peuvent entraver la représentativité réelle de la démocratie. De plus, les défis liés à l’éducation et à l’accès à l’information peuvent limiter la participation citoyenne et la transparence dans le processus démocra-tique. Pour que la démocratie prospère en Afrique, ces problèmes doivent être abordés.

Des initiatives visant à promouvoir la démocratie en Af-rique ont été mises en place. Les organisations internation-ales telles que l’Union africaine et l’ONU ont un rôle à jouer en fournissant un cadre pour la promotion de la démocratie et la résolution des conflits. Certains pays africains ont réussi à maintenir des démocraties stables, comme le Botswana, le Ghana et l’Afrique du Sud. L’exemple de l’Afrique du Sud, qui a réussi une transition démocratique pacifique après l’apartheid, est souvent cité comme un modèle pour d’autres pays en transition. Ces initiatives démontrent que la démocratie en Afrique peut être renforcée grâce à des actions ciblées et à des partenariats internationaux.

En conclusion, la démocratie en Afrique est influencée par une histoire complexe, des facteurs culturels variés, des défis persistants et des initiatives prometteuses. La question de savoir si l’Afrique est naturellement démocratique ne peut recevoir une réponse de manière simpliste. Cependant, il est clair que la démocratie en Afrique est un processus en constante évolution, et son avenir dépendra des efforts continus pour surmonter les obstacles et promouvoir des systèmes politiques inclusifs et responsables sur le continent.

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Un commento

  1. Yanick Nzanzu Maliro, scj 16 novembre 2023

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