Il nostro rapporto con l’acqua porta a galla le nostre vere intenzioni e mette in evidenza i principi che guidano le nostre scelte, che spesso sono segnate dall’egoismo, dall’edonismo e dal profitto.
Un biblista, Andrea Albertin, e un teologo, Giorgio Bozza, firmano a quattro mani il libro L’acqua fa venire tutto a galla. Crisi idriche, Bibbia e morale, uno studio sull’acqua che parte dalla Bibbia e arriva fino agli attuali problemi ecologici. Il volume esce nella collana Sophia della Facoltà teologica del Triveneto in coedizione con Edizioni Messaggero Padova (Praxis, 21, pp. 168, € 18,00).
Nella prima parte del libro, Giorgio Bozza porta alla luce il legame stretto che esiste tra la gestione dell’acqua, la responsabilità dell’uomo e le conseguenze delle sue decisioni. Senza un cambiamento degli stili di vita, il sentiero verso l’abisso è già tracciato; ci sono tuttavia ancora possibilità di invertire la rotta.
Nella seconda parte, Andrea Albertin esplora come, nella millenaria tradizione biblica, il tema dell’acqua rimandi al rapporto con il Dio Redentore e Creatore. L’acqua crea, dona vita, ma può anche purificare o distruggere; la vita e la morte sono legate a questa preziosa risorsa, così come il destino dell’umanità.
«Nonostante i devastanti e dimostrati effetti sul territorio e, di conseguenza, sulla sua stessa esistenza, l’uomo non sembra intenzionato a cambiare i suoi stili di vita – scrivono gli autori nell’introduzione al testo –. Se le cause di questa catastrofe annunciata sono palesi, rimane da capire perché sia così difficile attuare le strategie che scienza e tecnica suggeriscono come l’unico percorso da intraprendere per uscire da questa crisi».
La sfida, oltre che tecnico-scientifica, è quindi anche morale e spirituale. «Se l’etica indica i valori che possono aiutare l’umanità a uscire dalle secche della crisi ambientale e lo sviluppo tecnico-scientifico fornisce i mezzi per realizzare questi obiettivi, la dimensione spirituale propone un quadro di riferimento per valutare la bontà o la malizia di certe scelte».
Un elemento che evidenzia la necessità di intraprendere un percorso di conversione è l’acqua: la sua scarsità o abbondanza ci fanno prendere drammatica coscienza della crisi in atto e porta alla luce molte nostre contraddizioni.
«L’acqua – spiegano Albertin e Bozza – purifica le nostre vere intenzioni e mette in evidenza i principi che informano le nostre scelte, che spesso sono guidate dall’egoismo, dall’edonismo, dal profitto e da forme più o meno mitigate di utilitarismo». E aggiungono: «Il nostro rapporto con l’acqua diventa luogo ed esperienza in cui si manifesta in quale Dio crediamo o, qualora la questione non ci interessasse, in quale realtà trascendente confidiamo. Nei testi biblici, infatti, l’elemento liquido diventa una sorta di luogo teologico, in cui Dio viene incontro all’umanità per generarla alla dimensione filiale dell’esistenza, così come la vita umana matura nel grembo materno pieno di liquido amniotico».
L’etica, la teologia, le scienze bibliche e la spiritualità possono dare un contributo significativo nella ricerca di nuove strade che permettano di condividere questa preziosa risorsa con tutte le forme di vita.
Andrea Albertin-Giorgio Bozza, L’acqua fa venire tutto a galla. Crisi idriche, Bibbia e morale, Collana: Sophia/Praxis, Edizioni Messaggero Padova-Facoltà Teologica Triveneto, pp. 168, € 18.