Lefebvriani: Impossibile un accordo

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Il nuovo superiore generale della Fraternità San Pio X, Davide Pagliarani, ha rilasciato un’intervista esclusiva al giornale Salzburger Nachrichten (15 dicembre 2018) da cui traspare chiaramente che il cammino intrapreso verso una riunificazione con Roma è tutto da rifare. Le richieste che i lefebvriani pongono sono del tutto inaccettabili. In questo modo i progressi finora compiuti sono praticamente azzerati e non si vede su quale base il dialogo potrebbe ripartire. Ad essere messo in questione non è solo il Vaticano II, ma anche il modo con cui papa Francesco sta guidando la Chiesa. L’intervista è stata ripresa in sintesi dall’agenzia austriaca Kathpress e anche dalla tedesca KNA.

Secondo Davide Pagliarani, superiore generale della Fraternità lefebvriana San Pio X – scrive la Kathpress – una cosa è chiara: papa Francesco nei problemi fondamentali riguardanti la fede e la morale va nella falsa direzione già imboccata dal concilio Vaticano II. «Questo papa – afferma – ci sconvolge profondamente». Nei problemi riguardanti la libertà religiosa, l’ecumenismo e la costituzione divina della Chiesa dovrebbe tornare a ciò che i pontefici hanno insegnato prima del concilio. «Basta riprendere i loro insegnamenti», ha aggiunto.

Il pericolo è il soggettivismo

Pagliarani si dice «profondamente attaccato al successore di Pietro», anche se la Fraternità Pio X si oppone agli errori – parole sue – del concilio Vaticano II. «C’è un tratto fondamentale dell’attuale pontificato – sottolinea – che ci sconcerta profondamente: l’applicazione completamente nuova del concetto di misericordia». Questa è ridotta a uno strumento magico per tutti i peccati, senza che induca alla vera conversione, e al cambiamento interiore dell’anima per mezzo della grazia, la mortificazione e la preghiera.

Il papa, nella sua esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia ha aperto ai cristiani la possibilità di decidere personalmente caso per caso, secondo la propria coscienza, circa i problemi della morale matrimoniale. «Ciò – sostiene Pagliarani – è del tutto in contrasto con il necessario e chiaro orientamento della legge di Dio».

In questo atteggiamento, – prosegue – si sente l’eco della spiritualità del riformatore Martin Lutero, di «un cristianesimo senza l’esigenza del rinnovamento morale, un soggettivismo che non riconosce più la verità universalmente valida». Ciò genera nei fedeli e nel clero «una profonda confusione».

Questo soggettivismo è stato abbracciato anche dalla Chiesa, la quale, a partire dal Vaticano, ritiene che ciascuno può trovare Dio nella propria religione. «È una premessa che riduce la fede a un’esperienza personale, interiore, anziché attenersi al pensiero della rivelazione divina».

La preoccupazione fondamentale della Fraternità sacerdotale Pio X, riguardo al papa, è la fedeltà al patrimonio di fede cattolico: «Ci aspettiamo ciò che ogni cattolico in forza del battesimo desidera dalla Chiesa: la fede. La divina rivelazione è conclusa ed è compito del papa trasmettere fedelmente questo patrimonio di fede». Egli, perciò, «deve mettere fine a questa drammatica crisi che da 50 anni scuote la Chiesa». È una crisi innescata da un nuovo concetto di fede «che viene determinato dall’esperienza soggettiva del singolo. Si ritiene che ognuno sia responsabile della propria fede e sia libero di decidersi per qualsiasi religione, senza distinguere tra errore e verità. Ma ciò è in contrasto con la legge oggettiva divina».

La Chiesa è «essenzialmente missionaria», sottolinea Pagliarani. Solo attraverso Cristo l’uomo può essere salvato: Egli ha fondato come unica Chiesa, la Chiesa di Roma. Questa verità teologica dev’essere proclamata, come deve esserlo anche la linearità della morale e la luminosità della messa tradizionale secondo il rito tridentino». Questo compito missionario si riferisce anche all’ebraismo. È «un peccato imperdonabile escludere gli ebrei dai beni e dai tesori della Chiesa cattolica. La missione salvifica della Chiesa è universale e non può escludere alcun popolo».

Il decreto sulla libertà religiosa è da rifiutare

Il concilio Vaticano II – prosegue Pagliarani – si era definito come «un semplice concilio pastorale. «In realtà, sono state prese delle decisioni dogmatiche importanti». Ciò ha portato a una «totale trasformazione della fede». Non si tratta solo di una corretta interpretazione dei testi conciliari.

«La Fraternità San Pio X rifiuta ciò che, nel Vaticano II, non si accorda con la Tradizione cattolica». Soltanto quando ciò avverrà, sarà possibile una piena unità tra i membri della Fraternità e la Chiesa.

Pagliarani ha dichiarato testualmente: «Il papa dovrebbe dichiarare erroneo il decreto sulla libertà religiosa e correggerlo di conseguenza. Siamo convinti che un papa un giorno lo farà e tornerà alla retta dottrina che era normativa prima del Concilio.

I problemi relativi all’ecumenismo e alla costituzione divina della Chiesa sono stati trattati dai pontefici prima del concilio Vaticano II. È sufficiente riprendere i loro insegnamenti.

Riguardo all’attuale rapporto della Fraternità con la Chiesa cattolica, Pagliarani ha detto: «In realtà, Roma non ci considera scismatici, ma “irregolari”. Comunque, lascerei immediatamente la Fraternità se non avessi la certezza di lavorare in e per la Chiesa cattolica romana.

SCHEDA

Per la storia: Davide Pagliarani, italiano di 47 anni, è stato eletto per un mandato di dodici anni come nuovo superiore generale nel capitolo che si è tenuto in Svizzera, a Ecône, lo scorso mese di luglio. È succeduto a Bernard Fellay (60 anni) il quale ha retto la Fraternità per quasi un quarto di secolo in qualità di vescovo. Pagliarani fungeva già da superiore del distretto della Fraternità in Italia. Dal 2012 era a capo del seminario sacerdotale dell’associazione in Argentina, a La Plata.

La “Fraternità sacerdotale di San Pio X” è stata fondata nel 1969 dall’arcivescovo francese Marcel Lefebvre (1905-1991). Dal punto di vista dottrinale, respinge molte riforme del concilio Vaticano II (1962-1965). I punti controversi sono soprattutto la liturgia, la libertà religiosa e l’ecumenismo.

Papa Francesco, durante il suo pontificato, ha continuato l’avvicinamento avviato da Benedetto XVI e ha permesso, tra l’altro, ai cattolici di poter ricevere il sacramento della riconciliazione e di contrarre matrimonio in presenza dei preti della Fraternità.

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