Sul disagio dei preti

di:

disagio

In questi giorni diversi articoli e saggi ripropongono all’attenzione degli addetti e non la problematica riguardante il disagio psichico sperimentato da molti preti, consapevolmente o inconsapevolmente, e i problemi annessi a questa situazione.

Dal canto mio, pur condividendo molte delle affermazioni, ritengo che, quando si parla della psiche del clero, spesso ci sia un difetto di fondo: il trattare il disagio dei preti senza connetterlo adeguatamente a un disagio psichico più ampio di cui l’uomo “globale” è portatore. Insomma, troppe volte l’approccio è psicologicamente tarato.

Mancando di una visione complessa – all’interno di cui occorre tener conto anche del rapporto tra fede, religione e antropologia contemporanea – si arriva facilmente a considerare il prete in un orizzonte ristretto, paradossalmente attraverso una lente clericale che va ben oltre l’esigenza clinica inerente l’inquadramento culturale e che, sempre paradossalmente, non approda mai alla critica di un disagio proprio di una comunità sociale e della sua cultura di fondo: il clericalismo e i suoi irrisolti psichici sia cognitivi che affettivi.

Un clericalismo che pur si respira ancora in diversi ambiti della formazione sia seminaristica che permanente (laddove quest’ultima esiste). E nella gestione di molte realtà e percorsi ecclesiali (in questo discorso possono rientrare le comunità di religiosi e i movimenti laicali che contemplano al loro interno forme di consacrazione presbiterale e non).

Spesso agli psicologi – molti dei quali lavorando praticamente solo in ambito ecclesiale fanno fatica a smarcarsi dalla non detta aspettativa – si chiede di dire una parola sul singolo disagio ma non sugli aspetti ambientali che non di rado o lo causano o inducono una persona a scegliere la via della consacrazione.

Insomma, il famoso contratto “a tre mani” implicitamente che intercorre tra un prete, il suo superiore e il clinico dice senza dire: «Guarisci questo prete ma non mettere in discussione il sistema formativo e l’habitus mentale che ha contribuito a produrre o a rafforzare il suo disagio, il suo disturbo».

Cf. SettimanaNews

L’attenzione all’esercizio del ministero e al suo rapporto con la comunità cristiana rappresenta uno dei temi centrali seguiti da SettimanaNews, sia per offrire spunti di riflessione sia per aprire un dibattito pubblico sulle trasformazioni che il ministero sta conoscendo – e su quelle a cui la Chiesa dovrebbe urgentemente mettere mano in vista di una sua significativa presenza nella vita della fede nel prossimo futuro.

S. Armanni: Caro prete…
R. Zanon: Cara Sara…
L. Maistrello: Crisi dei preti, riflessioni e proposte
E. Petrolino: Cosa fanno i diaconi in Italia?

  • L’articolo è stato pubblicato il 1.2.2021 sulla pagina Facebook dell’autore, prete, psicologo e direttore del Centro Educativo Diocesano “Regina Pacis” di Pozzuoli.
Print Friendly, PDF & Email
Tags:

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto