Il numero di svizzeri che hanno abbandonato la Chiesa cattolica è raddoppiato in un anno, passando da 34.461 nel 2022 a 67.497 nel 2023, secondo un rapporto dell’Istituto Svizzero di Sociologia Pastorale (SPI). Questo incremento senza precedenti, pari quasi al 3% della popolazione, è stato attribuito principalmente alla gestione degli scandali di abusi sessuali da parte della Chiesa cattolica, che per decenni avrebbe coperto i colpevoli anziché tutelare le vittime. Lo ha dichiarato Urs Brosi, segretario generale dell’organizzazione delle chiese cattoliche regionali in Svizzera.
Uno studio dell’Università di Zurigo, pubblicato nel settembre 2023, ha portato alla luce oltre 1.000 casi di abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica svizzera nel corso di decenni. Questo scandalo si aggiunge a una tendenza già consolidata di allontanamento dalla religione: nel 2022, le persone senza appartenenza religiosa (34%) hanno superato i cattolici (32%) e i protestanti (21%), secondo l’Ufficio Federale di Statistica.
Anche la Chiesa Riformata Protestante ha registrato un forte calo, con quasi 40.000 dimissioni, un terzo in più rispetto all’anno precedente. Secondo l’Istituto Svizzero di Sociologia Pastorale, questa diminuzione riflette un’erosione di lungo periodo dell’appartenenza religiosa, legata a fattori strutturali e decisioni personali. Molti membri hanno un legame istituzionale debole con la chiesa, il che favorisce l’abbandono.
Rita Famos, presidente della Chiesa Riformata Protestante Svizzera, ha sottolineato che la colpa non può essere attribuita solo a scandali o fattori esterni. Ha invitato a rafforzare la rilevanza e la credibilità della chiesa, pur riconoscendo che il numero di membri è diminuito. Tuttavia, ha affermato che il valore sociale e l’impatto della chiesa rimangono significativi, aggiungendo che il compito della chiesa è offrire spazi per dialogo, spiritualità e impegno, mantenendo un ruolo attivo nella società.