La complicità, criminale e peccaminosa, del patriarca Cirillo con il neo-imperialismo bellico di Putin non è cosa che riguarda solo l’ortodossia russa, ma chiama in causa tutte le Chiese cristiane. Esse non possono rimanere inermi né stare in silenzio: il loro dovere evangelico è di denunciare pubblicamente, e insieme, il peccato di cui si è macchiata la Chiesa ortodossa russa, sotto la guida di Cirillo, nel dare sostegno incondizionato alla guerra di invasione della Russia di Putin contro l’Ucraina. La guerra, con le sue vittime e le devastazioni che essa comporta, sarà da qui in avanti sempre più il banco di prova su cui si misurerà la profezia delle Chiesa cristiane. Questa Lettera aperta alle Chiese, scritta su iniziativa di Sergei Chapnin e patrocinata dall’Orthodox Study Center della Fordham University di New York, trova il suo perno proprio in questa urgenza di una profezia ecclesiale dell’ecumene cristiano. La commistione della fede cristiana e dei suoi riti più sacri con la violenza politica, incarnata dall’alleanza tra Cirillo e Putin, deve essere smascherata nella sua radice come peccato – e non solo come azione criminale. Il compito delle Chiese in questo momento è che questa verità sia portata alla luce su entrambi i versanti (Marcello Neri).
Qui l’originale inglese della lettera sul sito di Public Orthodoxy. A fondo pagina si trova il form da compilare con cui è possibile firmare la lettera.
Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli, la Nuova Roma, e Patriarca Oecumenico
Santo Padre Francesco, Papa della Chiesa Cattolica
Sua Santità Garegin, Primate e Catholicos di tutti gli armeni
Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury, Primate di tutta l’Inghilterra e Capo della Comunione Anglicana
Rev. Dr. Panti Filibus Musa, Arcivescovo della Chiesa luterana in Nigeria, Presidente della Federazione luterana mondiale
Sig.ra Najla Kassab Abousawan, Presidente della Comunione mondiale delle Chiese riformate
Rev. Dr. Jerry Pillay, Segretario Generale del Consiglio Mondiale delle Chiese
ci rivolgiamo a voi, eccellenze, leader delle principali Chiese e confessioni cristiane, per supplicarvi. Vi chiediamo di rompere il vostro silenzio e di affrontare pubblicamente quattro problemi acuti che i conflitti militari su larga scala nel mondo moderno pongono a tutti i cristiani:
- l’uso della religione per giustificare la violenza
- l’ingiustizia,
- il nazionalismo religioso
- le vere e proprie menzogne che provengono dai pulpiti delle chiese
Questi problemi urgenti sono amplificati nel contesto della guerra di aggressione russa in Ucraina. Fin dall’inizio, questo conflitto ha assunto un carattere particolare: la Russia, una nazione che si identifica principalmente come cristiana ortodossa, ha invaso l’Ucraina, un’altra nazione prevalentemente cristiana, senza alcuna provocazione immediata da parte di quest’ultima. Ironia della sorte, i cittadini di entrambi i paesi erano, fino a poco tempo fa, affiliati alla medesima Chiesa ortodossa.
Ci asteniamo dal contestare i luoghi comuni della propaganda che vedono nell’invasione russa dell’Ucraina una guerra per procura contro l’Occidente. Tali affermazioni si allineano comodamente alle prospettive degli analisti da salotto, ma semplificano enormemente la situazione. L’eccessiva semplificazione diventa evidente quando si esamina quello che accade da una prospettiva umana, con i soldati ucraini e russi che sacrificano le loro vite, piuttosto che da una prospettiva geopolitica (specialmente quella occidentale).
L’aggressione della Russia ha messo i cristiani ortodossi contro i cristiani ortodossi loro vicini; ha diviso le famiglie e ha sconvolto la vita pacifica di decine di milioni di persone in entrambi i paesi. Molti hanno perso famiglie e amici, sono stati esiliati o sfollati come rifugiati, oppure sono rimasti feriti o traumatizzati – non solo fisicamente e psicologicamente, ma anche spiritualmente.
I cristiani di tutto il mondo non sono rimasti a guardare. Al contrario, si sono uniti a centinaia di milioni di persone non cristiane che hanno a cuore la sacralità della vita e la dignità della persona umana. Insieme, queste persone comuni hanno scelto liberamente di essere solidali con le vittime di questa invasione. Le comunità e le organizzazioni di tutto il mondo, comprese quelle radicate nelle tradizioni cristiane, continuano a offrire cure e assistenza pratica in risposta a queste sfide.
Oggi è fondamentale che tutti i cristiani si impegnino in un altro compito urgente: esplorare diligentemente le risposte convincenti alle questioni riguardanti la dignità umana e la nostra responsabilità divina di salvaguardare la vita e avere cura del creato.
Questo compito include anche di prendere in esame la liceità e giustificazione della violenza, il diritto all’autodifesa immediata e l’impegno nella lotta contro il male – in particolare se tali questioni vengono viste attraverso la lente del Vangelo. La presenza della guerra alle nostre porte indica che siamo ancora in cerca di risposte.
La Chiesa ortodossa russa e l’aggressione della Russia contro l’Ucraina
La nostra comune preoccupazione e il nostro appello sono legati soprattutto alla posizione assunta dalla Chiesa ortodossa russa. Il Patriarca Cirillo ha espresso il suo pieno sostegno all’aggressione russa; e ha assicurato che la Chiesa istituzionale si fa carico di appoggiare l’esercito russo che occupa parte dell’Ucraina.
Così facendo, la Chiesa ortodossa russa ha dimostrato un’inequivocabile mancanza di interesse per la pace e la compassione. Eppure, nonostante il suo legame con il militarismo nazionalista, la Chiesa ortodossa russa sostiene ancora di essere la Chiesa principale della tradizione cristiana orientale e di essere la principale custode dei «valori tradizionali».
Per gran parte del secolo scorso, la Chiesa ortodossa in Russia ha subito dure persecuzioni sotto i regimi sovietici atei. Dopo il crollo dell’URSS, la Chiesa ortodossa russa sembrava essere entrata in una stagione di Rinascimento. Vecchie chiese e cattedrali sono state restaurate e ne sono state costruite di nuove. La Bibbia e i testi teologici tornarono a essere stampati. Vennero riaperti monasteri e conventi, scuole ortodosse e seminari teologici. Questi eventi furono accolti con favore e incoraggiati da tutto il mondo cristiano.
Contemporaneamente, nonostante specifici segni inquietanti (spesso trascurati dalla comunità cristiana in generale), la Chiesa ortodossa russa riaffermò il suo allineamento con lo stato, posizionandosi il più vicino possibile alle autorità. Chi era al potere trattava la Chiesa come parte integrante del regime neo-imperiale. La Chiesa ortodossa russa si è impegnata attivamente a essere parte dell’apparato di propaganda e violenza del Cremlino.
La manifestazione più eclatante della collaborazione con esso della Chiesa ortodossa russa si trova nella giustificazione religiosa e persino pseudo-teologica dell’aggressione sfrenata del regime russo contro un’Ucraina giustamente sovrana – unita alla continua benedizione dell’invasione e di tutti coloro che partecipano a essa.
I peccati di giustificazione e benedizione non sono azioni solitarie di singoli vescovi o sacerdoti idiosincratici, ma trasgressioni istituzionali. Questi peccati manifestano la posizione ideologica generale e unificata dell’intera Chiesa ortodossa russa, organizzata e sostenuta dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Prese di posizioni pubbliche contro la guerra all’interno della Chiesa ortodossa russa sono poco frequenti; e il clero che si oppone alla guerra è spesso sottoposto a processi farsa in tribunali ecclesiastici o statali. Le ripercussioni vanno dalla sospensione alla riduzione allo stato laicale. In alcuni casi, i preti che criticano la guerra sono costretti a lasciare il paese.
La guerra della Russia contro l’Ucraina è diventata la più sanguinosa guerra europea da quando i nazisti hanno dato inizio alla Seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia. All’indomani di quella guerra mondiale, un simile orrore non sarebbe dovuto accadere mai più. Ora, non solo l’orrore si sta ripetendo, ma questa volta è stato iniziato da uno dei paesi che ha subito pesantemente l’aggressione nazista, con grandi perdite, uscendone poi vittorioso con il fermo impegno a livello internazionale di promuovere la pace in ogni modo possibile.
Negli ultimi due anni, le organizzazioni caritative cristiane in Europa e in America sono state fortemente coinvolte nel sostegno all’Ucraina. I loro sforzi vanno oltre la fornitura di assistenza tangibile. Sono anche voci critiche che condannano moralmente l’aggressione della Russia. Questo sostegno costante è una profonda testimonianza della duratura eredità storica della misericordia e della solidarietà cristiana.
È di estrema importanza sottolineare che il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, insieme ai politici e ai soldati russi, non solo ha violato i propri obblighi internazionali: più profondamente, egli ha commesso una bestemmia contro Dio.
Questo riguarda anche persone che si identificano come cristiani e spesso criticano l’Occidente per essersi allontanato dai valori cristiani. Nonostante si impegnino nella costruzione di nuove chiese e monasteri, accendano candele, preghino con fervore, partecipino ai sacramenti e facciano la Santa Comunione, queste persone, così facendo, paradossalmente aggravano i loro peccati ordinando omicidi, commettendo personalmente crimini di guerra e giustificando pubblicamente azioni contrarie all’umanità e al Creatore.
Il Vangelo e la responsabilità morale dei cristiani
Per noi cristiani, che abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo, la nostra responsabilità morale nei confronti della vita e della prosperità della creazione di Dio fa parte delle promesse battesimali ed è strettamente legata all’insegnamento del Vangelo e alla nostra fede nel Signore Gesù Dio-Uomo e Salvatore del mondo. Siamo obbligati a sforzarci di essere santi come è santo il Padre nostro celeste (cf. Mt 5,48).
Purtroppo, però, la spregiudicatezza e l’immoralità sono diventate comuni tra numerosi politici e alti funzionari governativi apparentemente cristiani, e la Russia non fa eccezione. La realpolitik ha spesso la precedenza sulle considerazioni etiche e morali. La situazione assume un’ulteriore dimensione di biasimo morale quando il patriarca di una Chiesa, insieme a vescovi e molti parroci, non solo giustifica una guerra di aggressione, ma incoraggia anche attivamente i cristiani a impegnarsi in conflitti con le nazioni vicine, anche quelle considerate sorelle.
Queste trasgressioni rappresentano un doppio peccato, un palese allontanamento dall’imitazione di Crito, una profanazione blasfema compiuta con intento consapevole, apertamente e senza alcun cenno di pentimento. Si è giunti a un punto in cui non è più possibile mantenere il silenzio di fronte ad atti così eclatanti.
«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati» (Mt 5,6). Per noi queste parole sono un invito non solo a cercare la verità e la giustizia, ma anche a rifiutare tutte le bugie, le omissioni e le manipolazioni dei fatti. Coloro che stanno dalla parte della guerra di aggressione, hanno dimenticato l’occhio onniveggente del Creatore (cf. Sal 139,7-12). Nella nuova era degli smartphone e della connettività istantanea, la menzogna è diventata una parte costitutiva del lancio di qualsiasi «guerra ibrida»; una guerra che intreccia attori statali e non statali, strategie di guerra convenzionale e anomale come la diffusione di fake news. In una guerra ibrida, chiunque partecipi alla menzogna partecipa direttamente a tale guerra.
Non basta condannare la guerra in Ucraina. Non basta chiedere un cessate il fuoco e, più in generale, invocare la pace. È necessario fare luce sulla vera causa della guerra; è necessario chiamare in causa chi l’ha scatenata per valutare le azioni criminali per quello che sono.
Non un solo vescovo nella Federazione Russa ha predicato la pace durante gli ultimi due anni di questa guerra, ma molti di loro pregano e predicano la vittoria della Russia sull’Ucraina. Che vergogna per la Chiesa ortodossa più importante del mondo moderno. E il resto del mondo cristiano istituzionale rimane in silenzio. Possiamo dire che siamo giunti al punto in cui il silenzio significa accettazione?
Crediamo fermamente che i leader cristiani siano chiamati a esercitare il loro ministero innanzitutto come un ministero profetico; e questo presuppone che siano capaci di affrontare il male, dimostrando saggezza, giustizia e coraggio.
Responsabilità personale del Primate della Chiesa ortodossa russa
«Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Il patriarca Cirillo non ha mai espresso solidarietà o cordoglio per gli ucraini che hanno subito perdite, sono stati ferito o costretti allo sfollamento. La sua posizione rimane inalterata di fronte alla straziante realtà della morte e della sofferenza dei bambini. Cirillo non ha mostrato alcun rammarico per coloro che sono stati sottoposti a torture e supplizi da parte dei soldati russi.
In numerose occasioni, lui e il suo clero hanno incoraggiato attivamente i giovani russi a partecipare a questo devastante conflitto. Piuttosto che riconoscere il costo di vite umane, egli ribadisce di continuo il fatto che la Russia sta dalla parte della luce, impegnandosi in una grande guerra illusoria contro le forze delle tenebre.
Questa mancanza dice della profonda caduta spirituale e morale della Chiesa ortodossa russa e dei suoi leader spirituali. Lo stesso patriarca Cirillo ha trascurato per molti anni il suo dovere pastorale nei confronti degli ucraini, sminuendo la loro dignità e sostenendo una più profonda divisione all’interno dell’ortodossia ucraina. Ha chiuso gli occhi di fronte alla repressione politica e alle molteplici violazioni delle libertà civili e dei diritti umani in Russia, giustificando queste violazioni con il suo silenzio e talvolta con espressioni di esplicito sostegno.
Ha sostenuto le tendenze aggressive e anticristiane del regime russo, promosse sotto la maschera di formulazioni manipolatorie come «mondo russo» o «valori tradizionali». Ha sostenuto le menzogne dello stato sulla «guerra intestina» in Ucraina, componendo preghiere e chiedendo che fossero incluse nella celebrazione liturgica. Infine, ha sostenuto e giustificato l’aggressione contro l’Ucraina: attraverso la sua prassi pastorale e il suo discorso teologico.
Questo uso della liturgia, del discorso teologico e dell’influenza pastorale ha fornito molteplici esempi di come il patriarca Cirillo, insieme ai suoi vescovi e a molti sacerdoti, abbia violato il quinto comandamento: non uccidere. Essi hanno ripetutamente trasformato il sacramento della benedizione cristiana in una approvazione dell’omicidio dei cittadini di un paese cristiano vicino. Le occasioni di tali violazioni sono diventate troppo numerose e troppo ben documentate su YouTube, X e altrove, per essere considerate un caso.
Il sostegno a questa «guerra ibrida» di aggressione non provocata, la giustificazione della sua violenza e la persecuzione di qualsiasi sacerdote e credente che dica la verità contro la guerra, tutti questi atti commessi dimostrano una posizione consapevole e ben argomentata. Tutto ciò testimonia quanto la Chiesa ortodossa russa si sia allontanata dal Vangelo e predichi qualcosa di alternativo alla parola di Dio. Tutti i cristiani devono chiedersi criticamente se l’insegnamento espresso pubblicamente e senza ritegno dai rappresentanti della Chiesa ortodossa russa sia effettivamente il vero messaggio dell’evento Cristo.
Augurare e pregare per la pace senza identificare l’aggressore, senza distinguere tra carnefici e vittime e senza riconoscere il diritto di un paese che affronta una guerra di aggressione a difendersi – tutto questo non promuove una pace vera e giusta.
Il ministero profetico e la verità
In questa ora di sofferenza e angoscia le parole dei pastori, dei leader della Chiesa e dei profeti, devono essere saldamente radicate nelle Sacre Scritture, nell’esempio amorevole di Gesù Cristo, e proclamate con chiarezza e fermezza in tutto il mondo.
In tempi di guerra, il perseguimento di obiettivi diplomatici e politici può offuscare la voce profetica conferita alla Chiesa attraverso la sua missione divina. Spesso la Chiesa attribuisce valore alla pacificazione e si impegna in negoziati con le parti in guerra per ottenere una rapida distensione o un cessate il fuoco.
Tuttavia, bisogna riconoscere onestamente, sia da parte dei funzionari della Chiesa che dei fedeli, che questi sforzi finora non hanno portato a risultati duraturi. I diplomatici della Chiesa troppo spesso trascurano l’etica evangelica nel perseguire obiettivi politici e aspirazioni di carriera.
Riconoscendo che occorre fare tutto il possibile per porre fine alla guerra e stabilire una pace giusta, attendiamo da voi «la parola viva ed efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Eb 4,12).
È scoraggiante che, anche a due anni dall’inizio del conflitto, non esista un documento ufficiale della Chiesa che condanni la guerra in modo completo. Ancora più deludente è la mancanza di una denuncia coerente e inequivocabile dell’aggressione russa, mentre viene definito uno scandalo il sostegno totale dato a questa guerra da parte di alti funzionari della Chiesa ortodossa russa.
Esprimiamo il nostro sostegno a quei pochi leader cristiani che hanno personalmente rilasciato dichiarazioni pubbliche su tale questione. La loro ferma posizione dimostra un impegno per la verità e la giustizia, e lodiamo i loro sforzi nel sostenere i valori della nostra fede. Ci auguriamo sinceramente che tali espressioni di chiarezza morale servano da ispirazione per ulteriori azioni collettive all’interno della più ampia comunità cristiana.
Vi preghiamo di impegnarvi attivamente e immediatamente con le istituzioni internazionali competenti per facilitare la creazione di una task force internazionale dedicata a ritenere responsabili, attraverso un’analisi sincera e imparziale dei fatti, quei vescovi, sacerdoti e laici all’interno della Chiesa ortodossa russa le cui dichiarazioni, testimonianze, prediche, comunicazioni e falsificazioni hanno sancito e conferito l’approvazione divina alla violenza, alla guerra e all’aggressione contro il popolo ucraino.
Numerose pubblicazioni hanno analizzato meticolosamente questi fatti angoscianti, sottolineando l’urgenza di un’iniziativa formalizzata che richiami l’attenzione delle Chiese e non possa essere trascurata. Il vostro impegno attivo nella creazione di un’entità di questo tipo sarà un passo significativo per affrontare tali questioni a livello istituzionale.
Una Chiesa che rimane «cristiana» solo esteriormente, ma che ha perso il suo spirito evangelico, non può essere sorella di quelle Chiese e comunità che seguono il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
Gli sforzi sopra descritti trascendono il semplice conflitto con la Chiesa ortodossa russa. Piuttosto, incarnano un impegno dedicato a suo favore – per la Chiesa, per la comunità dei credenti guidata dallo Spirito Santo e dal Vangelo, liberata da una teologia politica ingannevole e da un’ideologia religiosa dannosa. Progredire risolutamente verso una pace autentica richiede la proclamazione impavida della verità, a prescindere dalle sfide intrinseche che essa può porre.
Siete chiamati a denunciare le ingiustizie, a sostenere il pentimento e l’espiazione e a cercare attivamente un cambiamento trasformativo nella dimensione temporale. Chiediamo a voi, nostri pastori, di proclamare con coraggio la scomoda ma profonda verità.
Primi firmatari
Sergei Chapnin, Orthodox Christian Studies Center of Fordham University, USA
Aristotle Papanikolaou, Orthodox Christian Studies Center of Fordham University, USA
George Demacopoulos, Orthodox Christian Studies Center of Fordham University, USA
Nathaniel Wood, Orthodox Christian Studies Center of Fordham University, USA
Io penso che la guerra sia una sconfitta per tutti. L’unica risposta dell’Europa è la consegna delle armi per alimentare la guerra la pace si ottiene anche con la rinuncia del proprio orgoglio che tra l’altro non è cristiano. Cristiano è amate i vostri nemici e cercate la verità. Per ottenere la pace bisogna smettere a inviare armi all’ucraina e cercare un punto d’accordo anche rinunciando a qualcosa ascoltando il desiderio del popolo ucraino che non è a favore della guerra .non è possibile che Zelensky sia il Santo e Putin Satana. Bisogna fermare Zelensky che ha portato il suo popolo alla rovina. L’Europa è malata non ragiona più l’unica cosa che propone sono le armi e io non ci sto apriamo le porte a chi vuole la pace realmente
Scusatemi ma chi ha portato la Russia a intervenire militarmente?non sono stati i rappresentanti del governo ucraino che praticamente è un regime dal momento che ha sciolto tutti i partiti d’opposizione per favore fate memoria dei crimini ucraini in Crimea e nel Donbas prima dell’invasione russa .contro i civili che volevano far parte della federazione russa.vi siete scordati delle violenze durante la rivoluzione di Madian .la Chiesa è portavoce della verità
Sono stati sciolti vari partiti che avevano legami con la Russia, ma buona parte dei loro membri siede ancora nella Rada. Non come le repubbliche separatiste del Donbass che avevano elezioni con solo due partiti praticamente identici, oltreché ad aver avuto colpi di Stato.
In Crimea non ci sono stati crimini ucraini, in quanto la penisola è stata occupata dalla Russia immediatamente dopo la fuga di Yanukoso. In Crimea i russi hanno represso le minoranze ucraina e tatara.
Grazie mille per queste notizie illuminanti. Volevo solo rimarcare lo zelante accanimento della Chiesa Ortodossa Russa nel consegnare i Testimoni di Geova quali “pericolosi estremisti nemici della pace” nelle mani del regime putiniano. Solo una constatazione al riguardo; anche il clero ebraico, mosso da fanatico odio religioso, consegnò Gesù al braccio armato politico per il lavoro sporco da ultimare: non mi risulta che andò a finir bene per loro… Grazie
Dopo i vari tentativi ormai andati a vuoto, non esiste lo spazio per la carità equidistante, ma serve un grido della verità: condannare l’agressore e tutto il suo apparato di giustificazione del male e del peccato per suscitare occasione di ravvedimento e conversione neccessari in tutti gli strati della chiesa russa.
Purtroppo nella storia fin dall origine con Costantino la Chiesa orientale non si è mai separata dal potere temporale dello Stato e il risultato è che ancora oggi i vertici ecclesiali ortodossi della Russia sono compiacenti con il potere politico di Putin. In occidente questa separazione c’è stata ed ha causato lunghe lotte intestine tra la Chiesa e lo Stato ma alla fine la Chiesa cattolica a differenza di quella ortodossa mantiene un sua autonomia anche politica ed è più aderente ai principi evangelici
Sull’autonomia politica avrei dei dubbi; semmai ha mantenuto una collusione politica che forse solo nell’ultimo decennio si sta stemperando, per il fatto banale che la Chiesa è sempre meno seguita e quindi sempre meno influente nello spostare voti. Fin quando i soggetti ecclesiali, differentemente da quanto avviene in altri paesi, percepiscono danari dallo stato, direttamente od indirettamente, è difficile immaginare una vera e profonda autonomia.
Sono la vergogna della cristianità e rappresentano l’aberrazione a cui anche oggi una chiesa può arrivare. Sono un ammonimento per tutti i cristiani di come il tradimento del vangelo sia ancora molto facile da commettere per una chiesa intera se si sposa il potere.
MI ASSOCCIO| E’ tempo di una Conferenza Permanente di tutte le autorità religiose per la Pace Perpetua. E’ tempo di denunce profetiche di tutti i tiranni sanguinari e dei religiosi che li legittimano.
Giovanni Lupino Centro studi per l’Ecumenismo e il dialogo inter-religioso.
Dobbiamo come cristiani aiutare i nostri pastori a prendere pubblicamente posizione contro questi evidenti e enormi peccati. Non bastano le prese di posizione di Francesco che sembra un po’ rassegnato ma è compito di tutti i vescovi e parroci condannare costantemente questi abomini.