“L’autenticamente umano” è la password per entrare nel sistema operativo della vicenda esistenziale e della riflessione teologica del prof. Sergio Bastianel, sacerdote gesuita e teologo moralista, che lo scorso 6 febbraio ha terminato il suo pellegrinaggio terreno per entrare nella Gerusalemme celeste.
Dal seminario di Vittorio Veneto alla Compagnia di Gesù
Nasce il 28 luglio 1944 a Pieve di Soligo (TV) in un contesto familiare profondamente radicato nella fede cristiana e nell’appartenenza ecclesiale. L’esempio della religiosità schietta dei genitori e del fratello maggiore don Pietro, sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto, ha avuto un influsso forte nella sua decisione di intraprendere il cammino verso il presbiterato nel seminario minore.
In quegl’anni si respirava il fervore delle Sessioni del Concilio Vaticano II ed era forte l’impulso pastorale dell’allora giovane vescovo Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I, al quale il poco più che ventenne Sergio confidò il desiderio di entrare nella Compagnia di Gesù.
Ricordando quel periodo di discernimento, p. Bastianel era solito confidare con commozione l’aiuto ricevuto dal suo amato vescovo Luciani che, insolitamente per quei tempi, volle recarsi personalmente a casa dei genitori del ragazzo, quasi alla ricerca di un supporto familiare nel trattenere quel brillante seminarista in diocesi.
Tuttavia non oppose particolari resistenze: evidentemente erano già percepibili nel giovane una capacità di scelta e una serietà nel decidersi che negli anni successivi avrebbe segnato un tratto significativo del suo insegnamento e dell’accompagnamento per altri nella ricerca della volontà di Dio sulla propria vita.
L’incontro con p. Joseph Fuchs
Era il 1965, l’anno dell’Optatam totius e della Gaudium et spes, nei numeri 16 sia del Decreto sulla formazione sacerdotale sia della Costituzione pastorale, Bastianel ha saputo trovare la svolta della sua vita di uomo, di credente e, successivamente, di docente di teologia morale. Quel radicamento in Cristo, quel nutrimento biblico e quel primato della coscienza diventarono i presupposti e i capisaldi del suo ministero e del suo insegnamento.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 28 giugno 1972, ottenuta la Licenza in Filosofia a Gallarate presso l’Aloisianum, aveva poi conseguito la Licenza in Teologia morale, offrendo un contributo significativo sulla specificità della morale cristiana che individuò a livello dell’intenzionalità di Cristo da assumere nel contesto della comprensione umana dei valori. Intraprese le ricerche per il Dottorato sotto la guida del Prof. Joseph Fuchs presso la Pontificia Università Gregoriana.
Decisivo a Roma fu l’incontro con questo teologo moralista suo confratello gesuita. Con lui visse un’esperienza di forte intesa umana e professionale, divenendone assistente e poi successore presso la cattedra di morale fondamentale in Gregoriana. Concluse il dottorato con la pubblicazione della tesi dal titolo: L’autonomia morale del credente.
Un tema complesso, che chiese negli anni l’attenzione costante a cogliere il vero aspetto originale del suo assunto argomentativo e del rinnovamento conciliare della teologia morale: una continuità reale tra il piano della creazione e quello della redenzione, in modo tale che la fiducia nell’umana capacità di interpretare e agire non trascurasse il contributo della grazia divina, ma al contempo senza oltrepassare o derogare a quella capacita autonoma e autenticamente umana di compiere scelte in libera e consapevole responsabilità.
Dal finire degli anni 70, inizia la sua carriera accademica che lo porterà a offrire corsi e conferenze in numerose istituzioni accademiche, ma orbitando principalmente intorno alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Pontificia Facoltà Teologica Italia Meridionale, Sezione S. Luigi di Napoli.
L’amore per Napoli e il Sud Italia
Per Napoli e per il meridione d’Italia, p. Bastianel ha avuto una vera e propria passione. Se si pensa al suo paese d’origine immerso tra le sue amate montagne, al suo carattere schivo, alla sua indole silenziosa e al suo temperamento discreto, resta un mistero come abbia potuto appassionarsi di una città segnata da tante sfaccettature e complessità, con grandi potenzialità ma anche segnata da difficoltà. Forse, la spiegazione risiede ancora in quel fascino per la creatività umana e la capacità di accogliere le diversità culturali ed etniche che stava a cuore al “Professore”.
Non a caso la morale sociale e le istanze della Dottrina sociale hanno avuto grande respiro nel suo insegnamento, improntato sempre a illuminare quella moralità personale nella storia. Il suo metodo era incentrato sulla consapevolezza che la formazione dell’ethos comunitario fosse possibile solo accogliendo l’esperienza concreta del dialogo tra le persone e i popoli. Su questo punto si cimentò nel suo primo articolo del 1980, illustrando magistralmente l’assunzione di formule e paradigmi dalla cultura ellenistica operata nei cataloghi di virtù e vizi dalla comunità paolina.
La passione per la città partenopea la ritroviamo allorquando, divenuto emerito in Gregoriana, nell’ottobre 2010, assume la vicepresidenza della Sezione San Luigi della PFTIM, divenendo anche, dal 2011 al 2014, Rettore del Collegium Professorum S.J. di Villa S. Luigi. Mantiene l’incarico per due trienni fino al 2016, quando è designato rettore del centro ignaziano di cultura e formazione l’Antonianum di Padova, dove ha risieduto fino agli ultimi giorni dell’aggravarsi delle sue condizioni oncologiche.
Negli anni della docenza ha sempre ricoperto incarichi e responsabilità di rilievo, tra i quali si può ricordare il suo servizio come Consultore del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; Direttore del Corso di Formazione Etica e Manageriale per Medici e Dirigenti dei Servizi Sanitari; Membro del Consiglio Superiore di Sanità; Decano della Facoltà di Teologia e Vice Rettore Accademico della Pontificia Università Gregoriana. Tuttavia, forte e significativo è stato anche lo zelo pastorale nel suo ministero sacerdotale che ha esercitato costantemente nella guida degli esercizi spirituali per tanti sacerdoti, consacrati e laici, nell’accompagnamento dei seminaristi come padre spirituale sia presso il Collegio Capranica in Roma che presso il Seminario Campano di Napoli-Posillipo.
Liberi, consapevoli e responsabili
Questo breve profilo intreccia il suo cammino di vita e di ministero con la commozione di migliaia tra studenti e colleghi che con gratitudine oggi lo affidano al Signore e lo salutano come padre e maestro.
Ci lascia un uomo signorile e delicato nelle relazioni amicali, un teologo raffinato ed esigente nella riflessione, un credente che ha saputo vivere lo sforzo del diventare ogni giorno sempre più “discepolo autentico”.
Nelle sue parole sull’essenza della vita cristiana, espresse in diversi suoi contributi teologici, raccogliamo quasi un testamento per tutti noi: «Temperamento, esperienza personale, tutto quanto appartiene alla vita del discepolo diventa elemento, via, mezzo, strumento, condizione del modo della sua sequela. Tutto è ridetto, ricapito, riunificato nella propria esperienza di fede a partire dall’incontro con Gesù, ma tutto questo nella verità di una risposta personale in cui è in gioco la propria consapevole e libera responsabilità».
Ci conforta la consapevolezza che ora questo servo buono e fedele prende parte alla gioia del suo Signore.
Grazie caro Sergio!
Grazie di cuore per il ricordo di p. Bastianel; è motivo di gratitudine il soffermarsi sul suo percorso di vita e di fede. Come prete diocesano di Vittorio Veneto ricordo molto bene l’ambiente di origine, a Colfosco piccolo borgo dove i genitori gestivano una tipica osteria veneta… un ambiente semplice, genuino come semplici e genuini erano mamma e papà Sergio e del fratello don Piero. I frutti si vedono e splendono come luci… Per la nostra diocesi motivo di gratitudine e invito a non perdere la memoria… Grazie!
Un caro ricordo del p. Bastianel. Giusto per amore di verità va ricordato che il successore di Joseph Fuchs sulla cattedra di Teologia Morale Fondamentale fu Klaus Demmer, religioso dei Missionari del S. Cuore, uno dei primi “non gesuiti” a diventare Ordinario alla Gregoriana.
Carissimo don Armando, grazie per questo commento e per il caro ricordo del prof. Demmer. Ha fatto benissimo a ricordarlo! Io ho inteso “successore di Fuchs” in senso ampio e non come “diretto” successore… Quasi al modo – con le dovutissime differenze – che diciamo di un successore di Pietro anche se non é Papa Lino. Al di là della battuta, colgo l’occasione per un augurio per il Suo servizio accademico e nel Dicastero. Con stima, Salvatore