Dio è importante nella tua vita?

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Qual è il rapporto tra credere in Dio e comportamento morale? E quanto sono importanti Dio e la preghiera nella vita delle persone? Il Pew Research Center nel 2019 ha posto queste domande a 38.426 persone in 34 paesi del mondo e ha pubblicato i risultati in un servizio del 20 luglio scorso. Il testo è stato tradotto da Antonio Dall’Osto.

Dio e la moralità

La maggioranza nelle economie emergenti collega la fede in Dio e la moralità.

In 34 paesi, presenti nei sei continenti, una media del 45% afferma che è necessario credere in Dio per avere principi morali. Ma ci sono grandi variazioni regionali nelle risposte a questo interrogativo.

Le persone, nelle economie emergenti incluse in questo sondaggio, tendono ad essere più religiose e sono più propense a considerare la religione importante nella loro vita, e anche più inclini rispetto a coloro che vivono in economie avanzate ad affermare che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali.

Vi sono tuttavia delle differenze all’interno dei vari paesi. In generale, le persone relativamente non religiose sono più propense di coloro che sono molto religiosi nei medesimi paesi a dire che non è necessario credere in Dio per vere principi morali.

Dio e la moralità

Molti affermano che la religione è importante e che Dio ha un ruolo importante nella loro vita, minore invece è il consenso circa la fede in Dio e la moralità.

Nonostante le differenze nell’osservanza religiosa, una media del 62% nei paesi considerati afferma che la religione svolge un ruolo importante nella loro vita, mentre il 61% concorda nel dire che Dio esercita un ruolo importante e il 53% dice lo stesso riguardo alla preghiera. Dal 1991, la percentuale delle persone che dicono che Dio è importante per loro è aumentata in Russia e Ucraina, mentre è avvenuto il contrario nello stesso arco di tempo nell’Europa occidentale.

Negli otto paesi dell’Europa occidentale intervistati, una media di appena il 22% afferma che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali, mentre in sei nazioni dell’Europa orientale studiate, una media del 33% condivide la stessa opinione. Una ricerca precedente indica che il continente europeo nel suo complesso è sempre più laico, anche se tra gli europei vi sono notevoli differenze tra i paesi orientali e occidentali negli atteggiamenti verso la religione e verso le minoranze religiose.

Le opinioni sull’opportunità di credere in Dio per avere principi morali variano a seconda della religione

Dio e la moralità

La maggioranza dei cittadini dell’Europa occidentale afferma che la fede in Dio non è necessaria per avere principi morali.

Fra tutti i 13 paesi intervistati nell’Unione Europea, la Grecia ha la maggiore percentuale di abitanti che unisce insieme la fede in Dio alla moralità (53%), seguita da vicino dalla Bulgaria (50%) e dalla Slovacchia (45%). Tuttavia, in molti paesi del continente europeo, sono relativamente poche le persone che affermano che è necessario credere in Dio per avere principi morali, solo il 9% in Svezia, il 14% nella Repubblica Ceca e il 15% in Francia.

Sono meno della metà sia in Canada che negli Stati Uniti coloro che affermano che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali (26% e 44%, rispettivamente).

Al contrario, quasi tutti gli intervistati in Indonesia e nelle Filippine (96% ciascuno) segnalano un collegamento tra la fede in Dio e l’avere principi morali. E quasi otto su dieci (79%) in India affermano lo stesso. Ma nell’Asia orientale, i sudcoreani sono in qualche modo divisi su questa domanda (il 53% afferma che è necessario, il 46% sostiene di no), mentre quote più piccole in Giappone (39%) e in Australia (19%) ritengono che sia necessario credere in Dio per avere principi morali.

Tra quelli del Medio Oriente e delle nazioni nordafricane intervistate, almeno sette su dieci in Libano (72%), Turchia (75%) e Tunisia (84%) pensano che sia necessario credere in Dio per possedere principi morali. Gli israeliani sono divisi su questa domanda, con il 48% della popolazione in ciascuna delle due parti.

Inoltre, forti maggioranze in ciascuna delle nazioni dell’Africa sub-sahariana intervistate affermano che è necessario credere in Dio per avere principi morali. Oltre nove su dieci in Kenya e Nigeria (rispettivamente il 95% e il 93%) collegano la fede in Dio con la moralità, e l’84% dei sudafricani è della stessa opinione.

Dio e la moralitàMaggioranze in tutti e tre i paesi dell’America Latina intervistati affermano che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali, con la quota più alta in Brasile (84%). Il cattolicesimo rimane la più grande religione in America Latina e la maggioranza dei cattolici in tutte e tre le nazioni intervistate pensa che sia necessario credere in Dio per avere principi morali.

Sorprendentemente, sia la Russia che l’Ucraina hanno conosciuto un’evoluzione dell’opinione su questa questione, ma in direzioni opposte.

La Russia ha visto un aumento di 11 punti percentuali dal 2002 nella quota di coloro che ritengono necessaria la fede in Dio per possedere principi morali, mentre l’Ucraina ha avuto un calo di 11 punti.

A parte la Russia, solo altri due paesi – Bulgaria e Giappone – hanno visto aumenti significativi della percentuale dei loro cittadini che hanno questa opinione (rispettivamente 17 punti e 10 punti).

Oltre all’Ucraina, altri quattro paesi – Messico, Turchia, Corea del Sud e Stati Uniti – hanno visto diminuzioni significative della percentuale dei loro cittadini secondo cui la fede in Dio è necessaria per avere principi morali.

Dio e la moralità

Differenze di opinione sulla fede in Dio la moralità  in base al reddito pro capite

Complessivamente, gli intervistati nelle nazioni con un prodotto interno lordo più basso sono più propensi a dire che è necessario credere in Dio per avere principi morali e possedere buoni valori. In altre parole, esiste un rapporto inverso tra il reddito pro capite e la percentuale di cittadini che sottolineano questa connessione tra la fede in Dio e la moralità. L’analisi statistica mostra una forte correlazione inversa, con un coefficiente di –0,86.

I paesi con un alto reddito pro capite tendono meno a collegare la fede in Dio con la moralità.

Ad esempio, in Kenya, che ha il reddito pro capite più basso di tutte le 34 nazioni comprese in questa analisi ($ 4,509 nel 2019) il 95% degli intervistati è del parere che la fede in Dio è parte integrante dell’essere persone con principi morali.

Dio e la moralitàAl contrario, solo il 9% degli intervistati in Svezia – che ha uno dei più alti redditi pro capite delle nazioni intervistate ($ 55.815 nel 2019) – afferma che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali. Questo dato è coerente con le ricerche precedenti secondo cui gli europei tendono ad essere meno religiosi della gente di molte altre parti del mondo.

Su base individuale, coloro che guadagnano pari o al di sopra del reddito medio sono significativamente meno propensi a dire che la fede in Dio è necessaria per la moralità. La maggiore differenza tra i diversi livelli di reddito è negli Stati Uniti, dove esiste un divario di 24 punti percentuali tra quelli al di sotto del reddito medio e quelli al di sopra.

La maggior parte dei paesi intervistati mostra dei divari generazionali circa il problema se la fede in Dio è necessaria per avere dei principi morali e possedere buoni valori. In armonia con le analisi passate, secondo cui i giovani sono generalmente meno religiosi di vari gradi, quelli tra i 18 ei 29 anni tendono meno a dire che è necessario credere in Dio per avere dei principi morali.

Nella maggior parte dei 34 paesi considerati, quelli di età pari o superiore ai 50 anni sono significativamente più propensi rispetto a quelli di età compresa tra 18 e 29 anni nel ritenere che la fede in Dio è necessaria per la moralità.

Ciò è particolarmente vero nella Corea del Sud, dove il 64% degli adulti più anziani ritiene che la fede in Dio è collegata con la moralità, mentre solo un quinto dei giovani sudcoreani afferma la stessa cosa.

Dio e la moralitàIl divario tra adulti di età pari o superiore a 50 anni e giovani adulti tra 18 e 29 anni è pari o superiore ai 20 punti percentuali in Corea del Sud, Grecia, Argentina, Stati Uniti, Messico, Polonia, Giappone, Ungheria, Bulgaria e Slovacchia.
Le differenze di età su questa domanda si riscontrano in quasi tutte le regioni del mondo. In Nigeria, Tunisia, Turchia e Brasile, almeno sette persone su dieci in ogni fascia d’età concordano nel ritenere la fede in Dio necessaria per la moralità. Ma, nella Repubblica Ceca e in Svezia, non più di due su dieci in ogni fascia d’età sono di questo parere. In nessun paese intervistato le persone di età compresa tra 18 e 29 anni sono più inclini rispetto alle fasce di età avanzata nel dire che è necessario credere in Dio per avere dei principi morali.

La maggiore cultura è legata alla convinzione che Dio non è necessario per possedere buoni valori

Coloro che sono più istruiti sono meno inclini a credere che la fede in Dio sia necessaria.

Dio e la moralitàNella maggior parte dei paesi europei e nordamericani intervistati, le persone con più istruzione sono meno inclini a dire che la fede in Dio è necessaria per avere principi morali. Questa tendenza segue da vicino il rapporto tra i livelli di reddito e il modo con cui le persone rispondono a questa domanda, nel senso che esiste una correlazione tra il livello di istruzione e i guadagni.

Inoltre, ci sono differenze su questa domanda tra gli intervistati a diversi livelli di istruzione in diverse altre nazioni incluse nel sondaggio del 2019. In 24 dei 34 paesi considerati, coloro che hanno un maggiore livello di istruzione sono significativamente meno inclini nel ritenere la fede in Dio come necessaria per avere principi morali. Non ci sono differenze significative tra gli altri 10 paesi coinvolti nel sondaggio.

Gli aderenti alla destra ideologica sono più portati a dire che la fede è necessaria.

In 15 paesi intervistati, quelli della destra ideologica hanno una probabilità significativamente maggiore di dire che è necessario credere in Dio per avere principi morali e essere in possesso di buoni valori (l’ideologia è autoreferenziale e varia da paese a paese). La maggior parte di coloro che sono di destra negli Stati Uniti, in Grecia, in Argentina e in Israele affermano che la fede in Dio è necessaria per la moralità; sono invece meno della metà quelli di sinistra che in quei paesi dicono la stessa cosa. Il divario sinistra-destra supera i 30 punti percentuali negli Stati Uniti, in Polonia e in Grecia.

Dio e la moralitàAnche se solo uno su dieci degli svedesi di destra afferma che è moralmente necessario credere in Dio, il divario tra destra e sinistra permane anche in Svezia: solo il 2% di quelli di sinistra afferma la stessa cosa. Quelli di destra sono invece molto propensi nel dire che è necessario credere in Dio per avere principi morali: in Ungheria, Spagna, Canada, Argentina, Germania, Israele, Brasile, Australia, Corea del Sud, Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia.

La Slovacchia è l’unico paese intervistato in cui quelli di sinistra sono più inclini a dichiarare che è necessario credere in Dio per avere principi morali: il 49% di coloro che sono di sinistra in Slovacchia è d’accordo, rispetto al 33% di quelli di destra.

L’importanza della religione varia nelle diverse parti del mondo

Gli europei sono in qualche modo divisi nell’affermare l’importanza della religione, ma complessivamente meno impegnati.

Dio e la moralitàNella maggior parte dei paesi presi in esame, oltre la metà della gente afferma che la religione è o «molto importante» o «alquanto importante» nella loro vita. Tuttavia, gli europei mostrano generalmente meno impegno religioso su questa scala rispetto alla gente delle altre regioni.
Alla domanda sull’importanza della religione nella loro vita, la maggioranza di 23 paesi su 34 afferma che la religione è molto o comunque importante per essi. Ciò riguarda nove persone su dieci o anche più in Indonesia, Nigeria, Tunisia, Filippine, Kenya, India, Sudafrica, Brasile e Libano.

Maggioranze in molti di questi paesi hanno livelli particolarmente elevati di impegno religioso, e affermano che la religione è molto importante nella loro vita. Atteggiamenti del genere sono comuni in Indonesia (98%), nelle Filippine (92%), in Tunisia (91%), in Brasile (84%), in India (77%), in Turchia (71%), in Libano (70%) e in tutti i paesi africani considerati: 93% in Nigeria, 92% in Kenya e 86% in Sudafrica.

Nel frattempo, i paesi europei nella rilevazione tendono ad avere quote molto più piccole di coloro che affermano che la religione è «molto» o «in qualche modo» importante nella loro vita, tra cui il 22% degli adulti in Svezia, il 23% nella Repubblica Ceca, il 33% in Francia e il 39% sia nei Paesi Bassi sia nell’Ungheria.

In molte nazioni europee, una pluralità di persone invece afferma che la religione «non è per niente importante» nella loro vita. È il caso della Repubblica Ceca, della Francia, dei Paesi Bassi, della Svezia e del Regno Unito, dove gli adulti si limitano ad affermare che la religione non è affatto importante nella loro vita più che scegliere qualsiasi altra opzione di risposta.
Diversamente, più di sei su dieci intervistati in Grecia, Polonia e Italia affermano che la religione è «molto» o «in qualche modo» importante nella loro vita. Sono molte le persone in Grecia a dire che la religione è in certo modo importante nella loro vita (80%) rispetto ad ogni altro paese europeo. Maggioranze più piccole in Germania, Slovacchia, Lituania (ciascuna al 55%) e Bulgaria (59%) affermano che la religione è almeno in qualche modo importante per loro.

Sono la maggioranza quelli che dicono che Dio ha un ruolo più importante della preghiera

Nella maggior parte dei paesi, la maggioranza afferma che Dio ha un ruolo importante nella loro vita.

Dio e la moralitàQuando si disgiungono le domande sui ruoli che hanno la preghiera e Dio nella loro vita, sono più coloro che dicono che Dio è più importante della preghiera, anche se forti maggioranze nella metà dei paesi intervistati afferma che, per loro, entrambi sono importanti.

In 34 paesi, una media del 61% afferma che Dio esercita un ruolo importante nella loro vita, mentre sono il 53% quelli che ritengono la preghiera importante nella loro vita quotidiana.

Gli intervistati nei paesi più ricchi tendono a non essere d’accordo sul fatto che è necessario credere in Dio per avere principi morali, e anche la gente nei paesi più ricchi in genere afferma che Dio e la preghiera non sono particolarmente importanti nella loro vita.

Le persone nelle economie emergenti sono più del doppio rispetto a quanti appartengono alle economie avanzate a dirsi d’accordo che la preghiera è una parte importante della vita quotidiana. Nove su dieci o anche più in tutte le economie emergenti (tranne l’Ucraina) affermano che Dio ha un ruolo importante nella loro vita. Al contrario, sono meno della metà degli intervistati in 11 dei paesi economicamente avanzati coloro che ritengono Dio importante nella vita. Allo stesso modo, mentre una media del 41% nelle economie avanzate afferma che la preghiera costituisce una parte importante della vita quotidiana, sono il 96% quelli delle economie emergenti che dicono che lo è.

Le persone religiosamente non affiliate (atei, agnostici, indifferenti) sono molto meno propense a considerare Dio importante nella loro vita.

Dio e la moralitàIn alcuni paesi, tra gli intervistati sono meno coloro che dicono che la preghiera è parte importante della vita quotidiana rispetto a quanti invece sostengono che Dio è importante nella loro vita. Per esempio, il 71% degli intervistati israeliani afferma che Dio è importante nella loro vita, e il 54% dice lo stesso della preghiera. Tra i musulmani israeliani, gran parte condivide questa convinzione. Tra gli israeliani musulmani, il 96% afferma che Dio è importante nella loro vita, rispetto al 66% degli ebrei israeliani. L’81% degli israeliani musulmani sostiene che la preghiera è importante, rispetto al 50% degli israeliani ebrei.

Le opinioni se Dio ha un ruolo importante nella vita differiscono sostanzialmente anche in base all’appartenenza religiosa. Non sorprende che nella maggior parte dei paesi siano relativamente poche le persone non affiliate (coloro che affermano di essere atei, agnostici o «niente in particolare») che concordano nel dire che Dio è importante nella loro vita.

Tuttavia, circa tre su dieci persone religiose non affiliate in Argentina e negli Stati Uniti affermano che Dio è importante per loro, e una maggioranza di persone religiosamente non affiliate in Messico afferma che Dio svolge un ruolo importante nella loro vita.
C’è un accordo quasi unanime sul fatto che Dio è importante nella vita tra le persone di tutte le principali appartenenze religiose in Brasile, nelle Filippine e in Kenya, nonché tra tutti gli intervistati musulmani e cristiani in Nigeria.

Dio dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica

L’importanza di Dio è diminuita in molti Paesi europei dopo il 1991, ma è cresciuta nell’ex Unione Sovietica.

Dio e la moralitàSecondo tendenze ben documentate che descrivono il declino del cristianesimo nell’Europa occidentale, la percentuale degli europei che affermano che Dio ha un ruolo importante nella vita è diminuita dopo 1991. Spagna, Italia e Polonia hanno registrato le diminuzioni più drammatiche, con un calo rispettivamente di 26, 21 e 14 punti percentuali. Questa tendenza si riflette in molti altri paesi europei, tra cui la Lituania. Dopo il crollo dell’URSS, la Lituania ha visto una diminuzione di 12 punti percentuali nella quota di coloro che ritengono che Dio abbia un ruolo importante nella loro vita.

Nello stesso tempo, altre ex repubbliche sovietiche in cui la religione è stata duramente repressa o praticamente bandita durante il periodo sovietico hanno registrato un aumento della percentuale di persone che affermano che Dio svolge un ruolo importante nella vita. Sia l’Ucraina che la Russia hanno conosciuto aumenti a due cifre della percentuale di persone che dicono che Dio è importante per loro. In Bulgaria, ex satellite dell’URSS, il 41% nel 1991 aveva dichiarato che Dio era importante nella loro vita. Oggi, la maggioranza degli intervistati bulgari (55%) esprime la stessa convinzione.

Tendenze simili valgono per coloro che affermano che la preghiera è una parte importante della loro vita quotidiana.

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Un commento

  1. Giampaolo Centofanti blog 30 luglio 2020

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