Bibbia Queer… discussione in corso

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bibbia queer

Ho letto attentamente i commenti finora pubblicati (17 dicembre) sotto l’articolo che parlava della pubblicazione della Bibbia Queer (qui). Mi sembra importante fare qualche considerazione sulla qualità dei commenti e su alcuni aspetti di contenuto e per questo ho chiesto ospitalità alla direzione di SettimanaNews. Chiarisco subito che quanto segue fa parte di mie valutazioni!

Scandalo, esegesi, magistero

Prima di tutto è evidente che nessuno abbia un’idea più precisa di cosa commenta, non avendo letto tutto o in parte il volume. Al contrario, l’articolo segnalava l’indispensabilità di un approccio diretto al testo, proprio per evitare di parlare basandosi sul «sentito dire».

Ma certo, spendere una cifra abbastanza importante per acquistare il libro, è difficile. Meglio buttare lì dei giudizi come questo: «il prossimo papa potrebbe essere un sacerdote transessuale diventato donna sposato civilmente. In questo modo si risolverebbero le discriminazioni sia verso le donne che verso le sessualità non convenzionali».

Le discriminazioni di cui si parla, ridicolizzandole, sono molto importanti. E il lettore non dovrebbe mai dimenticarlo. O dovrebbe sapere che molti testi, nella storia delle idee, sono serviti a giustificare operazioni discriminatorie. Pensiamo solo alla battaglia che Bartolomé de las Casas ha combattuto, nel nome del Vangelo, contro lo sterminio degli indios, giustificato (lo sterminio e la schiavitù) con l’idea che essendo indios non avevano l’anima, proprio sulla base della Bibbia! Sei secoli dopo, siamo allo stesso punto? Le persone che appartengono al mondo LGBTQ+ hanno o non hanno l’anima?

Un’altra idea è che si debba operare una sorta di censura ideologica verso i libri, perché i fedeli non vanno scandalizzati. «È in gioco la salvezza dei fedeli», «scandalo che suscita nei fedeli». Due frasi che bene figurerebbero dentro il libro Fahrenheit 451.

Davvero chi scrive così ha a cuore «la salvezza dei fedeli»? Quali fedeli? Quelli ai quali raccontare sempre le stesse storie di Natale e non farli crescere nella cultura biblica? Evidentemente più si è ignoranti di esegesi, meglio è. O forse, siccome l’esegesi è una disciplina complessa che porta a risultati capaci di far discutere, meglio non averci nulla a che fare.

Un terzo gruppo la pensa così. Quando si dice che il libro va nella direzione di una «Bibbia invertita», oppure che «abbiamo un Magistero che interpreta autorevolmente le Sacre Scritture», o anche che «il Magistero è incorruttibile, perché risale agli insegnamenti dello stesso Gesù tramandati agli apostoli», in realtà cosa si sta dicendo? Si sta dicendo che esiste una e una sola interpretazione, sempre uguale nella storia della teologia.

Ebbene, non è così. L’interpretazione della Bibbia è evoluta in parallelo all’approfondirsi delle forme del sapere, con le scoperte scientifiche applicate alla papirologia, con l’affinarsi dei metodi filologici, con gli scavi archeologici in Medio Oriente, con l’ermeneutica biblica. E si potrebbe continuare. Ma oggi non si può avallare l’idea di un Magistero perenne, sempre uguale a se stesso, altrimenti saremmo ancora a Giosuè che ferma il Sole e all’idea che il Sole ruota intorno alla Terra.

Leggere il volume

Un discorso a parte riguarda la citazione de Il Sismografo. Qui vale la pena spendere qualche parola. Il Sismografo (che il 16 dicembre ha sospeso la pubblicazione…) non produce quasi nulla in proprio. È un aggregatore che raccoglie e rilancia quello che giudica interessante. In questo caso ha ripubblicato un testo tratto dal quotidiano Il Foglio, molto critico verso il libro in questione.

Non è irrilevante la distinzione, perché riguarda la scelta di citare un testo invece di un altro, portando il lettore verso una direzione rispetto all’altra, facendogli credere che quel commento è importante perché si tace degli altri commenti. È una operazione di manipolazione del lettore approfittando del fatto che conosce poco i meccanismi della comunicazione.

E quindi? Il mio articolo non intendeva canonizzare la Bibbia Queer. Intendeva segnalare l’operazione in atto (comunque di alto profilo culturale), spiegando chiaramente che si tratta di un testo nato nel mondo protestante, con commenti di studiosi protestanti di varie denominazioni (il Magistero cattolico non c’entra niente).

E soprattutto c’è una riga che – modestamente – è al fondamento di tutto e non deve sfuggire al lettore attento: «Passaggi problematici riguardano appunto il tentativo di trovare elementi “queer” proprio in tutti i libri della Bibbia. A volte può sembrare un tentativo forzato».

Ecco l’aspetto centrale che non deve sfuggire. E da qui derivano le due proposte avanzate alla fine dell’articolo: proseguire il dibattito accompagnando questo testo con altri volumi più agili, di aiuto alla discussione; secondo: coinvolgere la teologia cattolica.

Ma prima di tutto: leggere almeno in parte il volume per evitare in futuro l’increscioso incidente mediatico accaduto a una (ingenua? insipiente?) Selene Zorzi, curatrice della edizione italiana, che ha partecipato con leggerezza a una trasmissione Mediaset, dove ha avuto i suoi commenti ampiamente tagliati in un servizio che voleva solo ridicolizzare il volume.

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11 Commenti

  1. Nicola Pasqualetto 21 dicembre 2023
    • Tobia 21 dicembre 2023
  2. Pietro 20 dicembre 2023
  3. Tobia 20 dicembre 2023
    • Nicola Pasqualetto 21 dicembre 2023
      • Tobia 21 dicembre 2023
  4. Orso Garibozzi 20 dicembre 2023
  5. Giovanni Di Simone 19 dicembre 2023
  6. Fabio 19 dicembre 2023
  7. Adelmo li Cauzi 18 dicembre 2023
  8. Giovanni Salmeri 18 dicembre 2023

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